Sanità, ma quanto ti Amos. Grandi manovre in Piemonte
Stefano Rizzi 07:00 Mercoledì 12 Marzo 2025Imminente l'ingresso di Azienda Sanitaria Zero nella società di servizi con oltre 2mila dipendenti e 60 milioni di fatturato. Si profilano operazioni sull'ospedale di Settimo come sul 118 e per l'ingaggio degli infermieri albanesi. Tensioni politiche
Una via di mezzo tra doctor House e mister Wolf. Ci aveva visto lungo quella vecchia volpe della sanità qual è Fulvio Moirano quando esattamente vent’anni fa, da direttore dell’ospedale di Cuneo, ebbe l’idea di creare Amos, un’azienda in house per fornire servizi sanitari ai soci, ovvero alle asl detentrici delle quote, che sarebbe arrivata a contare oltre 2mila dipendenti e fatturare più di 60 milioni. Ma, forse, neppure lui avrebbe immaginato la rapida evoluzione che in questi giorni sta subendo il rapporto tra la sua creatura, ormai lasciata in altre mani, e il sistema sanitario piemontese.
La trattativa viene condotta in silenzio e lontano dai riflettori, ma è alla stretta finale: Azienda Sanitaria Zero, la super asl diretta da Adriano Leli e alla quale sono attribuite molte competenze in settori nevralgici della sanità piemontese, sta per entrare nella compagine societaria di Amos. La quota è minima, non oltre il 2,5%, ma gli effetti di ben altro peso. Amos, infatti, può fornire i suoi servizi solo alle aziende socie e quindi l’Aso Santa Croce e Carle, che detiene la percentuale più ingente di quote col 34,93%, l’Asl Cuneo1 (33,40%), l’Asl Asti (25,09%), l’Asl Cuneo2 (4,18%) e l’azienda ospedaliera universitaria di Alessandria (2,44%). Con il probabile ingresso di Azienda Zero, invece, tutto il sistema sanitario regionale potrebbe potenzialmente finire sotto la sfera di influenza di Amos, almeno per quanto attiene al vasto novero delle materie su cui opera la super asl.
Anche se esigua, la sua partecipazione nell’assetto societario, rappresenterebbe un vero e proprio passepartout per aprire porte fino ad oggi chiuse, come quelle di tutte le altre aziende sanitarie e ospedaliere oltre le cinque pocanzi citate. Ma è, come si diceva, su settori molto importanti che la Regione tramite Azienda Zero, presto in condizione di accedere ai servizi di Amos, si muoverà nei prossimi mesi. A quanto risulta la motivazione che avrebbe spinto Azienda Zero in Amos sarebbe quella di risolvere un problema potenzialmente complesso e foriero di grane sindacali, ovvero la gestione del personale che opera nella centrale del numero unico dell’emergenza di Saluzzo, fornito dall’asl cuneese che a sua volta attinge da Amos. Con il passaggio delle competenze ad Azienda Zero la tutela di quei posti di lavoro invocata piu' volte dai sindacati preoccupati per il futuro degli addetti passerebbe, appunto, proprio dall’ingresso nella partecipata.
Ma questo potrebbe essere solo il primo passo verso ben altri ruoli che potrebbero essere esercitati, sotto l’ombrello di Azienda Zero, dalla società che ha appena visto rinnovare la sua governance. Meno di un mese fa, in seguito alle dimissioni del presidente Simone Mauro, segretario cuneese della Lega, al vertice è salita la sua vice, nonché compagna di partito Carla Chiapello, mentre in sostituzione di Mauro nel cda è entrato Giorgio Garelli, ex consigliere comunale di Canale, in passato già nel board di Amos, considerato molto vicino al presidente della Regione Alberto Cirio, così come il terzo componente riconfermato, ovvero l’ex sindaco di Alba Giuseppe Rossetto. Da tempo, sul tavolo del cda, c’è anche la pratica relativa al possibile ingresso dell’Asl di Alessandria che per dimensioni e quantità di ospedali rappresenterebbe un ottimo cliente. I ragionamenti vanno avanti da più di un anno, mentre decisamente più breve appare l’iter per l’inserimento tra i soci di Azienda Zero.
Da sempre Amos è rimasta nei confini segnati dal Tanaro e un suo allargamento fino a Torino e nel resto della regione potrebbe far drizzare le antenne ad altri soggetti privati che operano con le Asl. Tra le ipotesi che circolano, nella prospettiva di un utilizzo dei servizi da parte dell’azienda diretta da Leli, c’è anche quella del personale dell’ospedale di Settimo Torinese, di recente acquistato dalla Regione con un investimento, già predisposto, di 15 milioni.
In alcuni incontri dei vertici della sanità piemontese altre possibilità sarebbero state ipotizzate, anche se quello del personale resta il core business di Amos, grazie soprattutto ai minori vincoli rispetto alle Asl per quanto riguarda i tetti di spesa del personale. Quello fornito da Amos ricade infatti nei bilanci sotto la voce di beni e servizi e quindi svincolato dai limiti ancora troppo stretti imposti alle aziende sanitarie. E poi c’è la grande questione dell’Emergenza 118 in attesa da tempo di un profondo riordino, così come anticipato nei giorni scorsi dallo Spiffero l’annunciato ingaggio di infermieri albanesi il cui arrivo in Piemonte potrebbe passare lungo la corsia più rapida di Amos. Sorta di bypass, utile per un sistema sanitario spesso in affanno, ma da utilizzare senza rischiare pericolose fibrillazioni.