ECONOMIA DOMESTICA

L'auto inchioda, la produzione cala. Industria piemontese in panne

Quarto trimestre consecutivo col segno meno in Piemonte. Dopo due anni positivi, il 2024 si chiude con un -0,8%. Torino e Biella, le province più colpite per la crisi di quattro ruote e tessile, sono la zavorra della regione. Reggono Cuneo e Asti con l'agroalimentare

Per il quarto trimestre consecutivo la produzione industriale del Piemonte segna un arretramento. Auto e tessile i settori più colpiti da una crisi che si riflette, giocoforza, sulle province di Torino e Biella. E con questi chiari di luna a livello globale è difficile poter prevedere il futuro, su cui molto incideranno le tensioni geopolitiche e i dazi imposti dall’amministrazione di Donald Trump.

La contrazione media della produzione manifatturiera per l’intero 2024 è stata pari al -0,8%, segnando un cambio di rotta rispetto al trend positivo registrato negli anni precedenti (nel 2023 e nel 2022 la crescita media annua era stata, rispettivamente, pari al +1,5% e +3,4%). Il risultato rappresenta la sintesi di flessioni, seppur di modesta entità, manifestate in tutti e quattro i trimestri del 2024. Alle variazioni del -0,4% e -1,1% rispettivamente registrate nel primo e secondo trimestre dello scorso anno, fanno seguito nel periodo luglio-settembre una contrazione pari a mezzo punto percentuale e una diminuzione dell’1% tra ottobre e dicembre. Sono i dati emersi dal monitoraggio della congiuntura economica diffusi da Unioncamere Piemonte, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Unicredit.

In un contesto nazionale di profonda incertezza, con il pil dello scorso anno che cresce appena dello 0,7%, meno delle attese, a pesare è stata soprattutto la debolezza dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese. Alcuni settori hanno comunque registrato performance positive come le costruzioni, che hanno beneficiato del residuo effetto del superbonus e il settore immobiliare. La flessione dell’industria, invece, è dovuta in particolare alle difficoltà del manifatturiero.

Il risultato peggiore appartiene ai mezzi di trasporto che subiscono una flessione del 9,2% rispetto all’analogo periodo del 2023. All’interno di questo comparto il dato più preoccupante riguarda la produzione di autoveicoli, calata di oltre 46 punti percentuali. In negativo appaiono anche i risultati evidenziati nell’ultimo trimestre del 2024 dalla componentistica autoveicolare (-2,4%) e dal settore aerospaziale (-2,8%). Le industrie elettriche ed elettroniche segnano una contrazione del 4,4% seguite dalle aziende della meccanica, per le quali il calo produttivo trimestrale si è attestato al 3,7%. Continuano le difficoltà della filiera tessile, che subisce una flessione del 2,4%. In calo anche la produzione della metallurgia (-2,1%).

“Occorre impegnarsi a invertire questa tendenza attraverso un piano di interventi mirati – afferma il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia –. È necessario sostenere i settori in crisi, stimolare la domanda interna, potenziare l'export, semplificare la burocrazia e investire nella formazione professionale”.

Al di sopra della media regionale, con performance positive, c’è il comparto alimentare e delle bevande che, mostrando una tradizionale resilienza nei momenti di difficoltà, segna nel quarto trimestre 2024 una crescita del 5% nella produzione. Dati che fanno sorridere il Piemonte meridionale con la provincia di Cuneo che fa registrare un incremento del 1,5%, mentre la crescita dell’1,1% di Alessandria fa ricondotta anche al contributo dell’industria chimica e delle materie plastiche (+0,9%) e del settore orafo. Il Vco mostra una crescita leggermente più marcata (+1,7%), sostenuta da una performance positiva delle industrie metalmeccaniche locali. A Vercelli la crescita si ferma al +0,5%, frutto della sintesi dell’andamento positivo dell’alimentare, della chimica e dell’abbigliamento e di una contrazione produttiva della metalmeccanica. Passando ai dati negativi, flessione accentuata nella provincia di Biella (-2,4%), dato, come anticipato, strettamente collegato alla crisi del tessile, che ha una forte presenza nel territorio, mentre Torino (-2,7%) paga la contrazione della produzione automobilistica, che ha un peso rilevante nell’economia torinese, accompagnata da cali importanti anche della meccanica, dell’elettricità ed elettronica e dei metalli. Ad Asti, dove la produzione in crescita delle bevande non riesce a controbilanciare il forte calo della metalmeccanica, si registra una flessione dell’1,9%. Novara, infine, a causa di andamenti eterogenei a livello settoriale mostra una contrazione produttiva di lieve entità (-0,4%). La ripresa del mercato immobiliare tiene in territorio positivo il settore del legno (+1,3%).

Mentre reggono le piccole e medie imprese, sono le grandi aziende, quelle con oltre 249 addetti, a trascinare in negativo il risultato complessivo del tessuto manifatturiero regionale, segnando una contrazione significativa, sia nel quarto trimestre 2024 (-7,5%) che nell'intero anno 2024 (-4,4%). Nonostante la contrazione della produzione, gli ordinativi totali sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,1%), grazie alla tenuta del mercato estero (+1,7%) che ha compensato il calo della domanda interna. Anche il fatturato totale ha mostrato un andamento simile, con una lieve crescita (+0,3%) trainata dalla componente estera (+1%) a fronte di un mercato interno in leggera flessione (-0,1%). Il grado di utilizzo degli impianti è sceso dal 64,7% del quarto trimestre 2023 al 62,9% del periodo ottobre-dicembre 2024.

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