POLITICA & GIUSTIZIA

"La sicurezza non arriva per decreto"

Per il procuratore generale di Torino Musti alcuni aspetti del testo approvato dal Governo Meloni sono criticabili. A partire dal "panpenalismo", perché "non è un bel segnale quando si generano nuovi reati". Ma i magistrati "applicano la legge"

“In linea di massima sono contraria al cosiddetto panpenalismo, non è un bel segnale quando il governo genera nuovi reati: c’è qualcosa che non va nel sistema. A me farebbe piacere che fossero sufficienti le norme che ci sono, però questo di fatto non è sempre così”. È un bagno nella realtà, quello che invita a fare Lucia Musti, procuratore generale di Torino, di fronte ai numerosi interventi legislativi sul tema della sicurezza.

“Voglio fare un esempio: con gli immobili occupati da pubblico ministero di primo grado ho sempre sgombrato gli immobili quando c’erano i presupposti di legge, anche prima – ha spiegato il magistrato nel suo intervento al convegno organizzato dal Sindacato autonomo di polizia (Sap) – chiedevo il sequestro preventivo al giudice, il giudice valutava. La misura se me la dava bene, poi la eseguivo, come si eseguiva un’ordinanza di custodia cautelare. Se non me la dava, pace. Potevo ricorrere al tribunale del riesame”. Non sempre la politica è in grado di affrontare i problemi.

“Non sento volentieri interventi che invece vogliono legittimare le occupazioni – ha spiegato –. Certo, chi le dice fa politica, ma dobbiamo ricordarci comunque che quando parliamo lo facciamo come istituzione; quindi, a me dispiace quando un magistrato va sopra le righe e mi dà fastidio quando c’è un parlamentare che in qualche modo inneggia a commettere un reato”. Anno tema, quello del rapporto tra la magistratura e la politica. “Per me la legge perfetta non esiste, non esiste la legge che risolve, ad esempio, il problema del femminicidio - aggiunge Musti -. Esiste però una buona legislazione, come il Codice rosso, che ci ha dato degli strumenti in più. Il problema del femminicidio non lo risolviamo, perché manca una certa cultura”.

Per quanto concerne il decreto approvato qualche giorno fa in Consiglio dei ministri, subito applicabile, seppur poi da convertire in legge entro 60 giorni, è piuttosto disincantata. “Anche questo decreto non risolverà i problemi della sicurezza, è criticabile su tanti aspetti. Ma non voglio entrare in questo tipo di argomenti che non appartengono al ruolo che svolgo. Una cosa è certa: i magistrati ci saranno per applicare la legge”, ha concluso Musti.

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