Finanziamento elettorale irregolare, l'assessore del Piemonte Chiarelli (FdI) rischia la decadenza
Davide Depascale 07:00 Martedì 08 Aprile 2025Il collegio di garanzia della Corte d'Appello non approva il rendiconto presentato dall'assessore, allora candidata consigliere, e manda tutto a Procura e Consiglio regionale. Illegittimo il contributo ricevuto da una coop lombarda. Scoppia il caso politico
Un contributo da 3 mila euro rischia di inguaiare Marina Chiarelli, assessora piemontese a Cultura, Turismo e Sport ed ex vicesindaca di Novara di Fratelli d’Italia. La vicenda, venuta alla luce nel febbraio scorso, ha preso una piega che potrebbe costarle il seggio da consigliere regionale, conquistato a suon di preferenze (6.856 voti). Tutto nasce da un esposto del Pd novarese, che ha puntato il dito su un finanziamento elettorale incassato dalla Chiarelli durante la campagna per le Regionali, quando ancora indossava la fascia da vicesindaco. A versarlo, una cooperativa lombarda: Silvabella di Mortara, la stessa che si è poi aggiudicata, con affidamento diretto e senza gara, l’appalto per la gestione della piscina Solferino a Novara. Peccato che la legge 195 del 1974 vieti alle cooperative sociali di finanziare politici, e il fatto che Silvabella lavorasse per il Comune non fa che allungare ombre. Ironia della sorte, a incastrarla è una norma voluta proprio da Fratelli d’Italia nel 2019, con tanto di firma di Giovanni Donzelli, Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida, che estendeva il divieto di finanziamento alle cooperative. Un autogol che fa sorridere i dem e imbarazza gli stessi meloniani.
A sollevare la questione è stato Nicola Fonzo, capogruppo dem a Palazzo Cabrino ed ex candidato sindaco, che ha segnalato il caso alla Procura di Novara e al Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’Appello di Torino. “Noi segnaliamo, la magistratura deciderà”, aveva motivato l’iniziativa. E la magistratura, in effetti, si è mossa. Il Collegio di garanzia, presieduto dal presidente della Corte d'Appello Edoardo Barelli Innocenti, ha stabilito che la violazione della norma “non consente l’approvazione del rendiconto”, firmato come mandatario da un altro assessore FdI della giunta comunale di Novara, Elisabetta Franzoni, trasmettendo la decisione alla Procura di Novara per valutare eventuali reati e al Consiglio Regionale cui spetta in ultima istanza stabilire se sussistono condizioni di ineleggibilità, incompatibilità e insindacabilità. A questo punto l’ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris, guidato dal meloniano Davide Nicco, che ha ricevuto nei giorni scorsi l’atto, sbolognerà la patata bollente alla Giunta per le elezioni – organismo presieduto dal dem Alberto Avetta – per istruire la pratica, formulando una risoluzione da sottoporre al voto dell’Aula. Provvedimenti che potrebbero culminare nella dichiarazione di decadenza della Chiarelli. Un vicenda, sotto molti aspetti, simile a quella che riguarda Alessandra Todde, la presidente della Sardegna, su cui pende la possibile destituzione a causa di irregolarità nelle spese elettorali.
Il caso, oltre ai profili giudiziari, ha risvolti politici assai insidiosi. È vero che la maggioranza ha dalla sua i numeri, ma resta da capire se il centrodestra, a partire dal governatore Alberto Cirio, piuttosto prudente a muoversi sul terreno della legalità, possa far quadrato a difesa del proprio esponente, anche a costo di smentire il pronunciamento della Corte d'Appello, offrendo un micidiale assist alle opposizioni. In teoria, qualora decadesse da consigliera, Chiarelli potrebbe mantenere la poltrona da assessore, come componente esterno (al momento sono due ed è possibile salire a tre), ma ciò non attenuerebbe le sue responsabilità nell’aver violato la legge. Non il massimo per un rappresentante delle istituzioni.
La Chiarelli è appesa a un filo, mentre in giunta non si lesinano critiche sulla sua azione amministrativa, così poco incisiva da aver assistito quasi senza colpo ferire l'invasione di campo da parte di alcuni colleghi (Paolo Bongioanni le ha rosicchiato un po' di Turismo, mentre Maurizio Marrone l'ha nei fatti esautorata nella Cultura). Tra procure, aule consiliari e faide interne, la telenovela è appena iniziata.