La concordia tra Cirio e Lo Russo manda in tilt il Pd in Regione
Davide Depascale 18:12 Martedì 08 Aprile 2025Il governatore promette di riscrivere le regole urbanistiche mandando in confusione il Pd. Il partito di Schlein propone una stretta sulle aree logistiche ma il centrodestra ha buon gioco a rinfacciare le contraddizioni con il sindaco. Schermaglie in Aula
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo non ha dubbi: “Ottima decisione”, dice, dando ragione ad Alberto Cirio e alla sua revisione sprint della legge urbanistica regionale, pensata per dimezzare i tempi di approvazione dei piani regolatori. Peccato che il suo compagno di partito Mimmo Rossi, segretario del Pd piemontese e consigliere regionale, la veda diversamente. La sua proposta di legge sulla logistica, la Pdl 54, è appena stata affossata dalla maggioranza in Consiglio Regionale, e il dem non ci sta. Tra accuse di immobilismo e un centrodestra che tira dritto, il Piemonte si ritrova ancora una volta spaccato, con il Pd che litiga in casa e Cirio che incassa un assist insperato dal suo amico-rivale che siede a Palazzo Civico.
La storia parte da lontano. Rossi aveva messo sul tavolo a ottobre del 2024 una proposta dal titolo “Norme per la pianificazione degli insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale”, un testo per mettere un freno al proliferare dei capannoni, arginare il consumo di suolo e dare ai Comuni uno scudo contro le multinazionali. Il percorso sembrava liscio: audizioni in commissione senza intoppi e pareri positivi da Confindustria a Legambiente. Poi, il voltafaccia della Giunta, la bocciatura in aula e l’attacco frontale del presidente dem: “Cirio e i suoi abbandonano il Piemonte, rinunciano a governare e assecondano interessi di parte”. Gli fa eco Alice Ravinale di Avs: “La destra consuma suolo per i colossi della logistica, ignora lo sfruttamento dei lavoratori e volta le spalle all’Agenda 2030”.
Cirio, però, non sta a guardare. “Basta burocrazia che frena imprenditori e sindaci”, rilancia alla presentazione dell’accordo col Politecnico per l’edilizia sanitaria. E annuncia il tavolo di lavoro, guidato da lui, con gli assessori Marco Gallo (Urbanistica) ed Enrico Bussalino (Enti locali e logistica), per riscrivere la legge urbanistica. “Non tocchiamo controlli né ambiente, ma sveltiremo il metodo”, promette. Una mossa che piace a Lo Russo: “I tempi attuali sono eccessivi, Torino è a disposizione”. Un endorsement che manda in tilt il Pd, con Rossi che incassa e i suoi che mugugnano sottovoce.
A mettere il carico da undici ci pensa proprio l'assessore Bussalino, che spiega il no della Giunta alla proposta di Rossi: “Serve un quadro unitario, non sovrapposizioni. La logistica è un settore chiave per lo sviluppo economico del Piemonte, ma la sua crescita va governata con strumenti chiari e integrati. Abbiamo già il Ptr (Piano territoriale regionale), che evita confusione e bilancia competitività e sostenibilità. Nuove norme frammentarie rischierebbero solo di disorientare enti locali e investitori”. Una stoccata diretta al Pd, che incassa anche questa.
La maggioranza di centrodestra, intanto, si gode lo spettacolo. Fabrizio Ricca, capogruppo leghista a Palazzo Lascaris, bolla la proposta di Rossi come “strumentale e inutile”. “Il Piano Territoriale Regionale già disciplina la logistica, aggiungere burocrazia è da folli”. Cirio ringrazia e accelera, forte del sostegno bipartisan che gli piove dal Comune di Torino. Ma la partita è aperta: tra consumo di suolo, pressioni delle categorie e fondi europei da spendere, il Piemonte resta un campo di battaglia. Rossi giura di non mollare, Cirio punta al colpo grosso. E Lo Russo? Per ora, sta col governatore. Al Nazareno qualcuno potrebbe storcere il naso.