ECONOMIA DOMESTICA

Genova cova il rilancio su Iren, Cirio difende l'Alaska da Trump

Bucci si dimentica di non essere più il sindaco della Lanterna e sogna di riprendere il comando della società. Il vecchio pallino del governatore: la Regione nella compagine societaria. Tra gaffe e promesse il Nord-Ovest rispolvera il vecchio Ge.Mi.To

Tutti a Palazzo Madama, come a una prima teatrale. L’assemblea annuale di Confservizi Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria porta in scena il gotha del Nord-Ovest: dal governatore del Piemonte Alberto Cirio all'omologo ligure Marco Bucci, dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo al presidente della Provincia di Vercelli in qualità di numero uno di Anci regionale Davide Gilardino, passando per l’ad di Iren Gianluca Bufo, dal segretario generale della Camera di Commercio Guido Bolatto all’immarcescibile re delle acque torinese, Paolo Romano di Smat. Cirio c’è di persona, Bucci si collega da Genova. E poi una parata di nomi: Serena Lancione in uscita da Gtt, che incassa e rilancia con stile, l’ad di Amiat Enrico Clara e la sua presidente Paola Bragantini, il capo di Iren Energia Giuseppe Bergesio Daniele Barbone di Acqua Novara-Vco. Ma tra un intervento e l’altro, spunta la vera notizia: Genova si starebbe preparando a riprendersi la maggioranza relativa di Iren, e Cirio rispolvera il vecchio pallino di una partecipazione della Regione Piemonte. Peccato che i fondi, come al solito, siano un miraggio.

Il copione è quello di un’alleanza per i servizi pubblici locali, con Confservizi Piemonte-Valle d’Aosta che si fonde con la sorella ligure Cispel per unire le forze su acqua, gas, energia, rifiuti e trasporti. “Dalla montagna al mare, siamo già una macroregione”, sbandiera Bucci, buttandola sul ridere: “Spero che Cirio diventi presidente di Piemonte e Liguria, così io me ne vado in barca”. Cirio, non proprio un comico, ci casca e inciampa: “Donald Trump vuole annettersi l’Alaska”, dice, confondendola con la Groenlandia, ché l'Alaska è americana da ormai due secoli. Risate in sala, ma il messaggio passa: il triangolo industriale – Genova, Milano, Torino – è di nuovo in auge, parola di governatore e sindaco Lo Russo, che se la cantano e se la suonano, immaginando il loro Piemonte insieme alla Liguria come strategici per la crescita del capoluogo lombardo, che negli ultimi anni l'ha fatta sempre più da padrone. Ma quando viene chiesto a Bucci se Genova sta davvero mettendo da parte i soldi per un’operazione "alla torinese" su Iren, il governatore, forse pensando di essere ancora primo cittadino del capoluogo ligure (anche Cirio continua a chiamarlo sindaco), resta vago e sogna lo sgambetto alla città della Mole: “Io credo tanto in Iren. splende e splenderà sempre di più”. Nemmeno Cirio però chiude la porta: “Un giorno potremmo entrare nella compagine societaria”. Con quali fondi resta un mistero: magari tramite Finpiemonte Partecipazioni? Possibile, ma assai complicato. Intanto il governatore non manca di rifilare una stoccata alla vecchia amministrazione comunale pentastellata, con l'ex sindaca Chiara Appendino rea di aver ceduto partecipazioni di Iren: "Le quote di un gioiello del genere si comprano, non si vendono".

Tra i progetti sul tavolo invece, i dry-port piemontesi per smistare le merci dai porti liguri, il rilancio dei trasporti – “Non paghiamo autostrade che non lo sono”, tuona Bucci – e i termovalorizzatori per un’energia condivisa. “Un sistema unico di rappresentanza”, lo chiama Sandro Baraggioli, presidente di Confservizi Piemonte-Valle d’Aosta, parlando di un passo “storico”. Lo Russo annuisce: “Scontiamo errori del passato, serve lungimiranza”. Gilardino, per Anci Piemonte, benedice l’operazione. Ma dietro le belle parole, il nodo resta: Genova ha le mani in tasca per Iren, il Piemonte no. E mentre Cirio sogna partecipazioni e Bucci trama, la gaffe sull’Alaska resta il momento clou. Anche Trump apprezzerà.

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