SANITÀ

Sindacati-Schael, camici di forza

Alla Città della Salute il clima è sempre incandescente. Questa volta lo scontro è tra i rappresentanti degli infermieri e il commissario. Nodo della questione: l'abbigliamento monouso per andare ai seggi delle Rsu. I sindacalisti si oppongono e li contestano ma...

Prima li chiedono, poi li rifiutano. I camici monouso che gli infermieri della Città della Salute di Torino dovrebbero indossare per andare ai seggi per eleggere i loro rappresentanti delle Rsu, sembrano trasformarsi in altrettanti boomerang per gli stessi sindacati. Su quei pochi grammi di tessuto verde da mettere sopra le divise da giorni infiamma l’ennesima battaglia tra i rappresentanti del cosiddetto comparto, ovvero i sanitari non medici, e Thomas Schael il commissario che guida l’azienda con piglio e applicazione delle regole mai conosciuti prima in corso Bramante. Tra queste ultime, ormai arcinota quella che vieta di accedere a locali come la mensa, il bar e altri dove non si effettuano prestazioni sanitarie indossando gli abiti da lavoro, per evitare contaminazioni e preservare quanto più possibile la salute dei pazienti. Misure di igiene previste ovunque e da sempre, ma che lo stile di Der Kommissar ha fatto vivere come dicktat.

Un divieto che, ovviamente, vale pure per i luoghi dove lunedì, martedì e mercoledì prossimo si svolgeranno le elezioni per le rappresentanze sindacali unitarie. Le varie sigle avevano chiesto al commissario una deroga, sostenendo che il cambio di abiti avrebbe comportato disagi, perdite di tempo rischiando di inficiare la partecipazione al voto dei lavoratori in servizio. Richiesta respinta. La questione viene sollevata nell’incontro tra sindacati e vertice dell’azienda martedì scorso. 

Ma è proprio in quell’occasione che saltano fuori i camici, oggi decisamente rifiutati dai sindacati che ne hanno fatto un vessillo contro le imposizioni del commissario. Quel velo di stoffa verde usato anche dai visitatori durante il Covid, “limita la libertà di voto”, sostengono i rappresentanti dei lavoratori. “Non servono a nulla”, spiegano allungando le loro rimostranze fino all’assessore alla Sanità Federico Riboldi e pure al governatore Alberto Cirio allarmati dalla sollevazione sindacale contro quella soluzione messa nero su bianco da Schael per coloro che non riescano a cambiarsi per andare a votare. 

Il rischio che le sigle di rappresentanza paventano è quello di non raggiungere il quorum previsto per le votazioni e proprio a causa dei camici monouso. Veder fallire una consultazione, non per scarso interesse dei lavoratori, ma per colpa di un velo verde sarebbe uno smacco inaccettabile. Lettere di diffida al vertice aziendale, telefonate al grattacielo, messaggi alla politica si rincorrono. Ma tra tutto questo spunta anche un documento. E’ il resoconto sintetico della riunione di martedì in cui dirigenti della Città della Salute riportano la proposta fatta in quel contesto proprio da più di un sindacato. E cosa dicevano i rappresentanti dei lavoratori? Di dare la possibilità di “utilizzare dei camici monouso da indossare per recarsi a votare”. Di lì a poco l’idea viene accettata dal commissario e finisce nero su bianco su quella disposizione che farà infuriare i sindacati. Gli stessi che prima avevano proposto proprio quei camici e adesso li contestano.  

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