GEOPOLITICA

"Ci attendono tempi difficili", Crosetto suona l'allerta

Minacce globali e scenari incerti: conteranno ricchezza, popolazione, muscoli militari e materie prime. "La pace in Ucraina porterà a una Guerra Fredda 2.0". Il ministro avverte sui ritardi del nostro Paese: "Serve una Difesa più forte e unita"

Guido Crosetto non usa giri di parole. Alla cerimonia per i 102 anni dell’Aeronautica Militare Pratica di Mare, il ministro della Difesa lancia l’allarme: le forze armate italiane sono a un bivio, schiacciate da un mondo che cambia troppo in fretta e da democrazie che si sbriciolano sotto il peso delle grandi potenze. “I prossimi anni saranno quelli della ricchezza, della popolazione, del muscolo militare e delle materie prime. Le vie davanti a noi sono difficili da leggere”, tuona, mentre il generale Luca Goretti, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, annuisce e le autorità – dal vice presidente della Camera Giorgio Mulè alla sottosegretaria Isabella Rauti – ascoltano in silenzio. Sullo sfondo, un futuro geopolitico che fa paura e un’Italia che, da sola, rischia di contare come il due di picche.

La festa per l’Aeronautica – nata il 28 marzo 1923 – è l’occasione per tirare le somme. Il gigante di Marene elogia la forza aerea, “la punta tecnologicamente più avanzata della Difesa”, capace di evolversi tra minacce ibride, cyberattacchi e nuove frontiere come lo spazio. Nove onorificenze piovono su personale e reparti per missioni umanitarie, soccorsi e sperimentazioni aerospaziali, ma il ministro guarda oltre: “Serve un profondo rinnovamento”. Il mondo di tre anni fa è un ricordo sbiadito, tra guerre in Ucraina e Gaza e un equilibrio globale che scricchiola. “Non possiamo più delegare la nostra sicurezza agli altri, come facevamo con gli Usa. Dobbiamo crescere come difesa nazionale, ma insieme a Nato ed Europa”, insiste. L’Italia, da sola, è “una piccola nazione”: senza alleati, ciao ciao.

A margine dell'incontro, Crosetto si sbottona con i cronisti. “Dobbiamo essere più veloci, più adattabili. La pace in Ucraina non porterà stabilizzazione né tranquillità, sarà una Guerra Fredda 2.0. E a Gaza serve un Onu che torni a fare il suo mestiere”. Parole che pesano come macigni, mentre dipinge un quadro dove contano i numeri – di soldi, uomini, armi – e le democrazie arrancano. L’Aeronautica, versatile e hi-tech, è un gioiello, ma non basta. “Lavoriamo per presidiare la democrazia”, dice, ma il messaggio è chiaro: senza un salto di qualità, l’Italia rischia di restare indietro, schiacciata tra colossi che non fanno sconti. La sveglia è suonata, ora tocca vedere se Roma e i suoi alleati europei la sentiranno.

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