Partiti (e sindaci) s'attaccano al tram.
Sui conti Torino va meglio di Milano
Davide Depascale 14:56 Venerdì 11 Aprile 2025
Lo Russo tiene a galla Gtt, per la prima volta in utile (+609 mila euro), mentre Sala affonda con Atm (rosso di 94,5 milioni). Il colore politico sembra non essere determinante, nonostante pesi molto nella scelta dei manager. A Roma il buco nero di Atac
Torino non sarà un esempio virtuoso nel trasporto pubblico, ma almeno sembra aver scongiurato il tracollo. Con Stefano Lo Russo (Pd) alla guida della città, Gtt chiude in utile a 609 mila euro: niente di epico, solo un cerotto su una ferita che sanguina da anni , come dimostra il siluramento in vista di Serena Lancione. Milano, invece, è un disastro conclamato: Beppe Sala (centrosinistra) guarda Atm sprofondare in un rosso da 94,5 milioni, una batosta che fa a pugni con l’aura di città perfetta. La rivalità tra Mole e Madunina si gioca anche sui bilanci delle municipalizzate, e se Lo Russo magari non merita l’encomio, Sala si prende una sonora bocciatura. A redigere la pagella è Basco&T Consulting, società di consulenza specializzata nel trasporto pubblico locale. E la politica, con le sue scelte amministrative, pesa eccome sui bilanci, ancor più determinante è sugli assetti gestionali. E il colore del partito in questi casi conta davvero poco.
Sotto la Mole, Gtt ha visto giorni decisamente peggiori. Con Piero Fassino (Pd) il passivo era di 64 milioni, con Chiara Appendino (M5s) è salito a 104,6 milioni, tra le peggiori performance d’Italia. Lo Russo, arrivato nel 2021, ha portato un po’ di ossigeno alle casse di Gtt, ma il suo utile è più una boccata d’aria che una guarigione. I torinesi, alle prese con bus che si fanno desiderare, linee ridotte all’osso e scale mobili della metro perennemente fuori servizio, non hanno granché da festeggiare. Il sindaco avrà pure i conti in ordine, ma il rilancio del trasporto pubblico è ancora un miraggio.
Poi c’è Milano, dove Sala sembra aver smarrito la bussola. Atm, che con Giuliano Pisapia (centrosinistra) veleggiava a +33,7 milioni di utile, ora è un colabrodo. Quasi 95 milioni di perdite cumulate: un tonfo che fa tremare i polsi e incrina il mito (già abbondantemente ammaccato, a dir la verità) della metropoli modello. Tra scioperi, ritardi e un servizio sempre più nel mirino dei pendolari, Sala paga il prezzo di una gestione che sembra più attenta ai riflettori che ai numeri. In questa sfida tra sindaci dello stesso colore politico, Torino, per una volta, può permettersi di guardare Milano con un pizzico di scherno.
Altrove in Italia, un mosaico di alti e bassi. Roma continua a lottare con il baratro di Atac, che passa dai -433 milioni di Ignazio Marino (ex Pd ora Avs) ai -134 milioni della pentastellata Virginia Raggi, fino ai -85 milioni di Roberto Gualtieri (Pd). Napoli, invece, vede un po’ di luce al fondo del tunnel: Anm, dopo il rosso di 65 milioni con Luigi De Magistris (sinistra), si riscatta con un utile di quasi 5 milioni sotto Gaetano Manfredi (centrosinistra). A Bologna, Tper perde smalto, scendendo dai +47,7 milioni di Virginio Merola ai +5 milioni di Matteo Lepore, entrambi sindaci dem. Cagliari mostra stabilità, con Ctm in utile sia con il centrosinistra di Massimo Zedda sia con il meloniano Paolo Truzzu, anche se con cifre più magre. Trieste, invece, è un esempio virtuoso: Trieste Trasporti resta in attivo, con +28,9 milioni per il dem Roberto Cosolini e +30,9 milioni per il forzista Roberto Dipiazza.