POLITICA & SANITÀ

La Lega alza il tiro sulla Sanità e "accerchia" l'assessore FdI

Dopo il segretario Molinari e il capogruppo Ricca, Icardi vuole riscrivere le regole dell'intramoenia. Il disegno è chiaro: logorare ai fianchi l'alleato meloniano sul fronte più debole. Come reagiranno i Fratelli alla proposta di legge dell'ex titolare?

Lo spadone dell’Alberto da Giussano sostituito con il martelletto del medico. Picchiandolo perfidamente sotto la rotula dei Fratelli d’Italia, la Lega tra un attacco e una proposta mette a dura prova la tenuta dei riflessi dell’avversario sul tema individuato, è il caso di dirlo, con cura della sanità. La gamba fraterna, anche se verrebbe da supporre più il braccio, scatta sempre più frequentemente, nonostante i tentativi di resistere alle “stimolazioni” dell’alleato.

In uno schema ben architettato tra il livello nazionale e quello regionale, il partito di Matteo Salvini negli ultimi tempi ha visto un crescendo di interventi, a Roma come in Piemonte al ministero come in Regione la sanità è in mani meloniane, di cui non sfugge la strategia. Poche settimane fa il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari ha lanciato la proposta di rivedere la legge Bindi, allargando la possibilità per i medici dipendenti di esercitare la libera professione. Questo mentre il ministro Orazio Schillaci reclama da Regioni e Asl controlli più severi proprio sull’intramoenia. 

Passano pochi giorni e un altro capogruppo leghista, quello in consiglio regionale del Piemonte, Fabrizio Ricca, calca lo stesso terreno e lancia in resta attacca quel panzer del commissario di Città della Salute. Punta Thomas Schael, Ricca, ma sono l’assessore meloniano Federico Riboldi e il suo partito il bersaglio grosso, concordato con i vertici in uno schema dalle molte variabili, ma dall’intento chiaro: lavorare ai fianchi la forza egemone della coalizione colpendola laddove i maggiori problemi finiscono per diventare vulnerabilità.

Con quest’immagine, sempre più evidente, di un cordone sanitario stretto attorno ai Fratelli, difficile non immaginare la loro probabile reazione all’ulteriore sortita che la Lega sta per fare, ancora una volta in Piemonte. Non li coglierà di sorpresa, ma l’imminente presentazione di un disegno di legge regionale proprio sull’intramoenia da parte dell’ex assessore alla Sanità Luigi Icardi, oggi presidente della commissione che si occupa della stessa materia, sarà comunque un altro bel colpo. Di martelletto o spadone, poco importa. Lui, l’ex sindaco di Santo Stefano Belbo arrivato in Regione e ben presto chiamato a governare la nave della sanità piemontese nella lunga tempesta del Covid, oggi dall’assai meno scomodo scranno di presidente della IV commissione ostenta un approccio istituzionale e, ovviamente, collaborativo con il suo successore e la macchina sanitaria che ha avuto modo di conoscere bene.

Il tema oggetto della proposta di legge è spinoso quanto attuale. Di questi giorni la vasta operazione dei Nas proprio sull’intramoenia che ha pure offerto il destro al Pd per sollecitare la da tempo richiesta commissione di indagine. Icardi ci lavora da tempo, ha incontrato medici, direttori di Asl, vertici delle strutture private. E si è fatto sempre più convinto che serva mettere ordine in un settore della sanità, senza ovviamente derogare alla pur datata legge, ma cogliendo gli spazi di manovra che essa offre superare situazioni oggettivamente distorte. Basti pensare che ogni azienda, spesso, gestisce la libera professione in maniera diversa. Un obiettivo ben definito nelle finalità della legge cui dovrà seguire un regolamento, fulcro di una riforma che potrebbe essere adottata in tempi brevi in Piemonte.  Lo scopo dichiarato del testo che avrà come prima firma quella di Icardi, è infatti quello di stabilire “modalità uniformi di esercizio su tutto il territorio regionale al fine di assicurare il corretto equilibrio tra l’attività istituzionale e quella libero-professionale, nonché del coordinamento della finanza pubblica regionale”. 

Meno di dieci articoli che, tuttavia, bastano per indicare le linee guida per il successivo regolamento, ma anche per ribadire un principio oggi oggetto di verifiche, ovvero la prevalenza delle visite fornite dal servizio sanitario rispetto a quelle erogate a pagamento in intramoenia. Nel testo si pone attenzione anche alla prevenzione di possibile conflitto di interessi o concorrenza tra la libera professione e le prestazioni del servizio sanitario. Una cornice, dal quel che si sa, dentro la quale dovrà essere contenuto l’assai più dettagliato regolamento con cui evitare che ogni azienda sanitaria e ospedaliera, pur nel rispetto della legge nazionale, decida per conto suo su quegli aspetti che secondo l’ex assessore devono essere gestiti in maniera uniforme. 

Il testo dovrebbe arrivare in commissione nel giro di un paio di settimane, per poi approdare in aula. Ma già nella prima tappa si capirà quale sarà l’accoglienza riservata dai Fratelli d’Italia all’iniziativa del predecessore di Riboldi che qualcuno forse da quelle parti teme come una sorta di assessore ombra. Rispetto alle sortite precedenti, questa è, visto il ruolo di Icardi, senza dubbio più istituzionale. Ma non di meno politica. Scatteranno le braccia, pardon le gambe dei Fratelli a quest’altro colpo di martelletto della Lega?

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