Lo Russo così non si schwa. Viale si fa beffe della giunta
Davide Depascale 17:05 Lunedì 14 Aprile 2025Siparietto in Sala Rossa a Torino. Il pirotecnico consigliere radicale di +Europa provoca sul linguaggio inclusivo ma la vicesindaca Favaro risponde seriosa scodellando un elenco di iniziative woke. C'è chi abbocca e chi si agita. Lui se la ride e ci riprova con la leva militare
Una provocazione in puro stile Silvio Viale manda in tilt Palazzo Civico. Il consigliere comunale di +Europa e Radicali Italiani, noto per le sue uscite che non passano mai inosservate, ha depositato un’interpellanza che sembra un siluro indirizzato dritto al cuore della giunta guidata da Stefano Lo Russo: “Perché il Comune non schwa? Lo Russo come Valditara?”, accusandola di seguire la linea del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha bandito schwa (ə) e asterischi (*) dalle comunicazioni scolastiche ufficiali, suscitando le ire della sinistra. Ma la vicesindaca Michela Favaro ha smontato la provocazione con una risposta tanto puntuale quanto seriosa, scatenando l’ilarità dello stesso Viale, che ha dovuto chiarire: “Era una boutade!”.
Nell’interpellanza, Viale aveva messo il dito nella piaga: "Se Torino si vanta di essere progressista, perché non adotta simboli inclusivi nei documenti ufficiali, come schwa o asterischi, e segue invece la scia di Valditara, appoggiandosi ai pareri dell’Accademia della Crusca che bollano questi segni come fonte di sconcerto e incomprensione?" Le domande erano chiare: qual è la posizione del Comune? Perché niente schwa? E quali iniziative sono in programma?
A rispondere, con una serietà che ha spiazzato tutti, è stata la vicesindaca Favaro. In un’articolata replica, ha snocciolato le iniziative di Torino sul linguaggio inclusivo, senza cogliere il guizzo ironico di Viale. “La Città condivide pienamente la necessità di evolvere il linguaggio amministrativo per accompagnare il cambiamento culturale”, ha dichiarato Favaro, citando la Carta d’Intenti Io Parlo e non Discrimino del 2016, le Linee Guida del 2017 per un linguaggio non discriminatorio e il progetto "Formare al linguaggio inclusivo" del 2023-2024. Tuttavia la vicesindaca ha precisato che “l’adeguamento deve essere graduale per coinvolgere la cittadinanza e garantire semplicità e accessibilità, anche per dispositivi di lettura vocale che non riconoscono ancora schwa o asterischi”.
La risposta eccessivamente seriosa ha fatto scoppiare a ridere Viale. “Era una provocazione, non mi aspettavo un trattato!”, ha commentato il consigliere, chiarendo che l’interpellanza voleva solo stuzzicare la giunta su un tema caldo. Ma Viale non si è fermato qui: sempre in modalità provocatoria, ha depositato un’altra interpellanza, stavolta sulla lista della leva militare, sostenendo che il mancato inserimento delle donne violi la parità di genere. Un altro amo lanciato per vedere chi abbocca.