Urne Crt

Dicono che...la scia dell’era Palenzona si faccia ancora sentire, e non senza scintille. L’assemblea del Consiglio d’Indirizzo di Fondazione Crt ha eletto i sei membri del Cda, ma i numeri raccontano una storia che sotto la Mole già fa chiacchierare: i più vicini all’ex presidente Fabrizio Palenzona sono stati i meno votati. Un segnale chiaro che la Fondazione vuole voltare pagina, anche se le poltrone vacanti nel Consiglio d’Indirizzo aprono ora un nuovo valzer di nomine.

A spuntarla con il minimo sindacale è Claudio Albanese, ex capo della comunicazione della Juventus e uomo gradito al sindaco Stefano Lo Russo, che incassa appena 16 voti su 22. Non va molto meglio a Enzo Pompilio D’Alicandro, vicepresidente uscente della Camera di Commercio, fermo a 17. “Colpa della vicinanza a Palenzona”, sussurrano i bene informati, con quel Furbizio che, pur uscito di scena, sembra ancora pesare come un’ombra. Gli altri, invece, volano: Paola Casagrande, ex dirigente regionale gradita al governatore Cirio, si porta a casa 19 preferenze; Luisa Vuillermoz, eporediese doc e direttrice della Fondation Grand Paradis, ne conquista 20, stessa cifra per l’imprenditrice albese Roberta Ceretto; svetta su tutti Luca Settineri, ex vicerettore del Politecnico, con un robusto 21. Una squadra che, almeno sulla carta, promette equilibrio tra territori e un mix di competenze, ma che non nasconde le crepe di un passato turbolento.

La presidente Anna Maria Poggi, che ha orchestrato la partita può dirsi soddisfatta: il Cda è fatto, il bilancio 2024 è tra i migliori degli ultimi anni, e l’odore di “patti occulti” sembra svanire. Ma non c’è tempo per brindare: con Albanese, Vuillermoz, Ceretto e Settineri passati dal Consiglio d’Indirizzo al Cda (Casagrande e D’Alicandro sono esterni), si liberano quattro seggiole pesanti. E qui iniziano le danze.

Per il posto lasciato da Albanese, in quota sindaco di Torino, si fa largo una candidatura targata terzo settore, proposta nientemeno che dall’ex vicesindaca Elide Tisi. Il nome? Top secret, per ora, ma i corridoi di Palazzo Civico già vibrano di indiscrezioni. “Tisi vuole una figura di peso, capace di tenere il punto”, dicono fonti vicine alla maggioranza. Sul fronte universitario, lasciato vacante da Settineri, spunta l’ipotesi di un rappresentante dell’Università del Piemonte Orientale, segno di un riequilibrio tra atenei piemontesi. Anche qui, però, i nomi latitano: “Troppo presto per sbilanciarsi”, tagliano corto dal Politecnico.

Mistero fitto invece sulla Valle d’Aosta, orfana di Vuillermoz: nessuna voce concreta, solo un gran chiacchiericcio senza capo né coda. E che dire di Cuneo, dove il seggio di Ceretto aspetta nuove terga? Qualcuno azzarda il nome di Stefano Bresciani, docente dell’Università di Torino con un piede nelle Langhe, ma è poco più di un rumor da bar.

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