Gola profonda in Fondazione CrC, presidente nell'occhio del ciclone
10:19 Martedì 15 Aprile 2025Visita delle fiamme gialle alla Camera di Commercio di Cuneo. Nel mirino della Procura le procedure di designazione che hanno portato l'imprenditore di Peveragno alla guida dell'ente. Alla base dell'attività investigativa alcuni esposti. Il faro del Mef
Ieri, proprio mentre il Consiglio generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo approvava il bilancio 2024, segnando il record delle erogazioni (53 milioni di euro), la Guardia di Finanza bussava alla porta della Camera di commercio. Una visita, quella negli uffici di via Emanuele Filiberto, che segue di qualche settimana quelle svolte dalle fiamme gialle al municipio di Dronero e a palazzo Vitale in via Roma, sede della Fondazione. Ispezioni su mandato della Procura cuneese volte ad acquisire la documentazione relativa alla scelta del piccolo Comune della Granda di indicare come suo rappresentante nel Consiglio della CrC Mauro Gola, ex presidente della Camera di Commercio e oggi presidente della Fondazione.
A sollecitare l’intervento della magistratura alcuni esposti – inviati anche al Ministero del Tesoro nella sua funzione di vigilanza, e al presidente di Acri, l’associazione che raggruppa le fondazioni – in cui si sollevano molti dubbi sulla legittimità della procedura di designazione che, se dimostrati, potrebbero portare alla decadenza di Gola. Mentre era ancora alla guida dell’ente camerale, Gola non solo indicò un rappresentante della stessa Cciaa nel Consiglio della Fondazione (nella persona di Fabio Lora) ma di lì a poco, il 20 marzo 2024, venne designato dal Comune di Dronero per il futuro parlamentino della CrC, passaggio preliminare all’assunzione della presidenza, come poi avvenne dando concretezza agli accordi politici sanciti tra soci istituzionali e notabilato locale. Peraltro, solo dopo aver messo in cassaforte le 14 firme necessarie per blindare la sua candidatura alla presidenza, Gola si dimetterà dalla Camera di commercio.
Un intreccio di nomine ma soprattutto un cortocircuito tra designanti e designati tali da prefigurare precise violazioni statutarie e dei codici Acri, al punto che in uno degli esposti si invita il Mef alla “opportuna azione di vigilanza” sollecitando un’ispezione. In via XX Settembre la situazione è monitorata con attenzione e starebbe predisponendo l’invio di emissari, analogamente a quanto avvenuto per la Crt di Torino. Anche perché al vaglio di magistrati e dirigenti ministeriali vi sono altre segnalazioni riguardanti situazioni giudiziarie pregresse non dichiarate e casi di potenziali conflitti di interesse di alcuni componenti degli organismi in carica.