Il futuro fa meno paura, ma i dazi spaventano le imprese
13:49 Martedì 15 Aprile 2025Dopo tre trimestri in contrazione attese positive per il secondo trimestre nella tradizionale indagine congiunturale di Confindustria Piemonte. Bene ordini e investimenti, preoccupazioni crescenti sull'export. Negativi i saldi per Vercelli (-4,8%) e Canavese
L’ottimismo della volontà. Dalle imprese del Piemonte arrivano previsioni positive, anche se l’incombere dei dazi Usa mette paura. Le attese sono buone per occupazione (saldo ottimisti/pessimisti +7%), produzione (+4,4%) e ordini (+2,9%), restano negativi i saldi per export (-3,6%) e redditività (-5,2%), legati all’attesa dei dazi. Gli investimenti vengono confermati e interessano oltre il 70% delle aziende. Un quarto delle imprese ha in programma l’acquisto di impianti. Il quadro emerge dall’indagine dell’Unione Industriali di Torino su 1.300 imprese della manifattura e dei servizi del Piemonte.
“I dati sorprendono in positivo, segnalano una tenuta migliore delle attese per l’economia piemontese. Un risultato tutt’altro che scontato, dopo gli annunci sui dazi che espongono a notevoli rischi l’export. Un segnale importante che va colto per trasformare questa ripresa in crescita strutturale” commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.
Su scala territoriale si osservano andamenti differenziati. Le attese sulla produzione si presentano sopra la media regionale a Verbania (15,7%), Asti (11,4%), Cuneo (+6,7%), Biella, che torna positiva dopo 7 trimestri (+7,5%) e Torino (4,5%). Prudenti ma ancora positive le attese ad Alessandria e Novara (rispettivamente +3,5% e +2,5%). Negativi i saldi per Vercelli (-4,8%) e Canavese (-7,1%).
Focalizzandosi su Torino, per il secondo trimestre 2025, il 22,2% delle aziende torinesi prevede un aumento della produzione, contro il 17,6% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +4,5%, migliora rispetto a quello del I trimestre (+0,3%). Nella manifattura il saldo ottimisti/pessimisti è negativo (-1,8%), a causa dell’aggravarsi della crisi del comparto automotive e dell’aumento dell’incertezza per il futuro del settore. Per gli ordinativi, il saldo è del +1,6%, in miglioramento di 3,7 punti rispetto alla scorsa rilevazione. Positive le attese sull’occupazione, che registrano un bilancio pari a +4,3%. Buona la propensione a investire in nuovi impianti: il 23% di imprese ha programmi di spesa significativi. Si assesta il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’11,1% delle imprese (il 16,9% nell’industria). Cala leggermente il tasso di utilizzo di impianti e risorse (76%), che rimane sui valori medi di lungo periodo. Come a livello regionale, nel capoluogo si registrano attese negative per le esportazioni (-4,7% il saldo ottimisti/pessimisti).
“Si conferma la qualità delle nostre imprese e delle nostre filiere. L’atlantismo deve rimanere la base del fare impresa per l’Italia, certamente esistono mercati alternativi da esplorare, ma non possiamo prescindere dagli Stati Uniti. L’Europa è centrale: dovremo definire politiche economiche efficienti e rapide a sostegno della manifattura, partendo dai costi dell’energia e della burocrazia e a sostegno degli investimenti privati” commenta Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino.