LA SACRA RUOTA

"Non è stato un buon anno anche per colpa nostra": Elkann fa mea culpa

Il rampollo Agnelli all'assemblea degli azionisti in corso ad Amsterdam ammette le responsabilità del gruppo per il difficile momento di Stellantis. L'ex ceo Tavares? "Disallineato". Preoccupazioni sul futuro, in particolare per la Cina

Per Stellantis il 2024 “non è stato un buon anno. I motivi sono stati in parte di nostra competenza, il che ha reso il risultato ancora più deludente”. È il mea culpa che il presidente del Gruppo, John Elkann, ha pronunciato aprendo l’assemblea degli azionisti in corso ad Amsterdam. “Inoltre – ha aggiunto – il disallineamento tra il Consiglio di amministrazione e il nostro ceo Carlos Tavares ha portato quest’ultimo a lasciare l’azienda all’inizio di dicembre del 2024. Da allora, il Comitato esecutivo ad interim, che il Consiglio mi ha chiesto di presiedere, ha lavorato con tutti i nostri team nella gestione quotidiana dell’azienda. Sono state intraprese azioni importanti e decisive per garantire che Stellantis sia nella posizione più forte possibile quando verrà nominato il nostro nuovo ceo”, ha aggiunto confermando che “la nomina è prevista entro la prima metà del 2025”.

L’orizzonte è denso di nubi. “Con l’attuale percorso di tariffe dolorose e regolamenti troppo rigidi, l’industria automobilistica americana ed europea è a rischio – ha aggiunto il rampollo Agnelli –. Sarebbe una tragedia, perché l’industria automobilistica è fonte di posti di lavoro, innovazione e comunità forti. Ma non è troppo tardi se gli Stati Uniti e l’Europa intraprendono le azioni urgenti necessarie per promuovere una transizione ordinata. In Europa e negli Stati Uniti, le scelte politiche e normative hanno messo il nostro settore sotto estrema pressione, mentre la Cina è su un’altra traiettoria. Quest’anno, per la prima volta, il mercato automobilistico cinese sarà più grande di quello americano ed europeo messi insieme. Siamo incoraggiati da quanto indicato ieri dal presidente Trump sulle tariffe per l’industria automobilistica”.

“In Europa, le normative sulle emissioni di CO2 hanno imposto un percorso irrealistico di elettrificazione, scollegato dalla realtà del mercato. In effetti, i governi europei hanno ritirato, a volte bruscamente, gli incentivi all'acquisto e l’infrastruttura di ricarica rimane inadeguata. Di conseguenza, i consumatori tardano a passare ai veicoli elettrici – ha proseguito Elkann –. Negli Stati Uniti, l’industria automobilistica è gravemente colpita dai dazi. Oltre al dazio del 25% imposto sui veicoli, siamo colpiti da una serie di dazi aggiuntivi, tra cui quelli su alluminio, acciaio e componenti. State sicuri che tutti in Stellantis faranno tutto quello che è in loro potere per fare in modo che il Gruppo diventi più forte in circostanze estreme”.

Un terzo degli azionisti di Stellantis (il 33,07%) ha votato contro la relazione del comitato sulla remunerazione dei dirigenti durante l'assemblea generale degli azionisti che si è svolta ad Amsterdam. Il rapporto include la remunerazione dell’ex ceo del gruppo, Carlos Tavares, che ha raggiunto i 23,1 milioni di euro nel 2024, a cui si aggiungono una buonuscita di 2 milioni di euro e un bonus di 10 milioni di euro. L’assemblea ha anche approvato la nomina di consiglieri non esecutivi: sono stati confermati Claudia Parzani, presidente di Borsa Italiana e nominata per la prima volta nel board di Stellantis ad aprile 2024. Confermati anche Fiona Clare Cicconi, Nicolas Dufourcq, Ann Frances Godbehere, Daniel Ramot, Benoit Ribadeau-Dumas e Alice Davey Schroeder. È stata approvata la proposta di autorizzare il consiglio ad acquisire azioni ordinarie e quella di designarlo come organo societario autorizzato a emettere azioni ordinarie e ad attribuire diritti di sottoscrizione di azioni ordinarie e come organo societario autorizzato a limitare o escludere il diritto di opzione per le azioni ordinarie.

print_icon