Comuni, un taglio al ballottaggio. Centrodestra all'assalto delle città
Stefano Rizzi 13:38 Mercoledì 16 Aprile 2025Nella maggioranza prende corpo l'idea di chiudere prima la legislatura per un election day con le amministrative a giugno 2027. Intanto, il capogruppo meloniano al Senato Malan presenta un disegno di legge per abolire il secondo turno sopra i 15mila abitanti
Abbreviare di qualche mese la fine della legislatura per andare al voto nel giugno 2027, lasciare al futuro governo la legge di Bilancio e, soprattutto accorpare nell’election day le comunali per oltre duemila amministrazioni locali di cui non poche grandi città, come Roma, Milano, Napoli, Bologna, Venezia e Torino. È l’ipotesi che va rafforzarsi nel centrodestra e di cui si è ragionato anche nel tavolo di maggioranza presieduto dal ministro Roberto Calderoli dedicato alle prossime consultazioni amministrative.
In questo scenario che Palazzo Chigi pare intenzionato a tradurre in pratica si inserisce a pieno titolo un’altra iniziativa non meno importante per la maggioranza. Si tratta del disegno di legge, presentato al Senato, per modificare due articoli del Testo unico degli enti locali eliminando il ballottaggio nei Comuni, dove oggi è previsto, quando il candidato sindaco più votato raggiunga il 40% dei consensi. Primo firmatario di un testo che già sta facendo alzare le barricate dal Partito Democratico, è Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia.
Senatore Malan, a eliminare il doppio turno abbassando la soglia dal 50% più uno dei voti al 40 ci avevate già provato, non molto tempo addietro, con un emendamento, poi ritirato. Questa ritiene sarà la volta buona?
“Quella rinuncia all’emendamento fu una scelta politica sulla procedura anche per non offrire spazio a pretestuose polemiche secondo le quali avremmo cercato di fare un blitz. A noi interessa il merito. E sul merito siamo assolutamente convinti che sì, questa sarà la volta buona, anche se non sarà un iter rapidissimo trattandosi di un disegno di legge. In ogni caso non si sarebbe potuto applicare alle elezioni che si svolgeranno il mese prossimo”.
C’è tutto il tempo, invece, per arrivare con il nuovo sistema elettorale al voto delle grandi città, tra un paio d’anni, che poi è il vostro obiettivo. Per raggiungerlo basta un testo breve, come quello che lei ha predisposto?
“Certamente. Il testo è molto semplice: se nei Comuni con più di 15mila abitanti un candidato al primo turno supera il 40% non si va al ballottaggio, ovviamente se lo superano in due vince chi ha la percentuale maggiore. Al contrario se nessuno raggiunge quella soglia, resta il ballottaggio anche per evitare un premio di maggioranza eccessivo”.
Il Pd contesta questa modifica e grida al furto di democrazia e alla manovra autoritaria. Il suo collega senatore dem, il torinese Andrea Giorgis sostiene che un testo del genere deve essere dichiarato inammissibile. Cosa risponde?
“L’accusa di minare la democrazia non l’accetto. Uno può essere benissimo contrario, è del tutto legittimo, ma sostenere che quel che proponiamo sia antidemocratico è assurdo. E poi il Partito Democratico dovrebbe ricordare che nel 2019 alla Camera votò a favore di un provvedimento che conteneva principalmente questa modifica. Forse lo hanno cancellato dalla loro memoria, ma il via libera a quel testo che poi per altre ragioni non compì il suo percorso, arrivò nientemeno che dall’allora responsabile degli Enti Locali del Pd Matteo Ricci. Se, come sostengono si tratta di un attentato alla democrazia, allora dovrebbero espellere dal partito coloro che all’epoca votarono a favore”.
Avranno cambiato idea…
“Possibile. Ma c’è dell’altro sempre per il Pd. In Toscana, Regione da sempre governata dalla sinistra, è stata votata una legge per le elezioni regionali dove c’è la stessa regola che oggi proponiamo noi. E la Toscana mi risulta essere l’unica Regione dove è previsto il ballottaggio, ma solo se non si supera il 40%”.
Lei è primo firmatario, ma sul testo la maggioranza è compatta? Nessun distinguo?
“Compattissima. Dopo la mia firma ci sono quelle degli altri tre capigruppo”.
Quando il suo provvedimento sarà legge?
“Credo che la faremo entro la fine dell’anno. Anche per non arrivare troppo a ridosso delle tornate elettorali. È evidente che questa modifica inciderà anche sulla scelta delle candidature. Ci sarà meno tendenza a far conto sul secondo turno”.
È opinione comune, suffragata dai fatti, che quasi sempre il centrodestra esperime il suo potenziale al primo turno, mentre sul fronte opposto il ballottaggio offre più spazi di manovra e di recupero. C’è anche questo alla base della vostra volontà di cambiare il sistema?
“È vero che spesso hanno vinto al secondo turno, però è capitato anche a noi. Non è questo il motivo del disegno di legge”.
Vi impensierisce il fuoco di sbarramento dell’opposizione?
“No. E comunque non mi pare sia un fronte compatto. Non so se tutte le minoranze faranno le barricate. Il Pd sta facendo fuoco e fiamme, da altri tra cui i Cinquestelle non ho visto grandi reazioni. Poi magari arriveranno. Vedremo”.