Basta dare patenti di democrazia
Giorgio Merlo 16:04 Sabato 26 Aprile 2025
Niente da fare. Il vizio di continuare a dare lezioni di democrazia e di libertà agli altri non passa di moda. Anzi, cresce di anno in anno. È dai tempi della Prima Repubblica, cioè della presenza attiva e feconda della Democrazia Cristiana, che assistiamo a queste lezioni gratuite di democrazia e di regole democratiche. Lezioni ipocrite, ricche di superbia intellettuale e di presunta, del tutto presunta, superiorità morale nei confronti di chicchessia. Lo abbiamo ascoltato anche in questi giorni, anche se segnati da un lutto profondo per la scomparsa di Papa Francesco.
Eppure, le lezioni non sono cessate. Certo, per fortuna non tutti si esercitano in queste squallide operazioni ma il vizio, tuttavia, persiste. E lo abbiamo riscontrato, e nuovamente, alla vigilia dell’80° Anniversario della Liberazione. Una data, come tutti ben sappiamo, che unisce i democratici e gli antifascisti del nostro paese. Ma, malgrado questa considerazione, semplice ed oggettiva, abbiamo nuovamente preso atto che i vari Landini, Fratoianni, Bonelli e via discorrendo – per non parlare dei soliti e ben noti soloni dell’informazione sia della carta stampa stampata e sia televisiva – continuano ad insegnare cosa significa praticare realmente e autenticamente la democrazia e gli stessi valori costituzionali nella vita pubblica contemporanea. Senza alcun ritegno e senza alcun pudore pensano di avere il monopolio esclusivo della cultura democratica nel nostro paese e, di conseguenza, di rappresentarne in modo altrettanto esclusivo la vera titolarità politica e culturale.
Ora, è di tutta evidenza che di fronte a questa falsità storica e anche di fronte a questa menzogna, emergono atteggiamenti intolleranti e – ahimè – di dubbia fede democratica. Perché quando qualcuno pensa di avere la rappresentanza esclusiva della cultura e della stessa prassi democratica è abbastanza evidente che emergono atteggiamenti altezzosi, arroganti ed illiberali nei confronti di chi si ritiene – e del tutto arbitrariamente – che non sia all’altezza o non sufficientemente titolato e credibile nel rispettare i valori democratici e costituzionali.
Per queste ragioni, semplici ma purtroppo oggettive, è difficile, molto difficile, ridare qualità alla nostra democrazia ed autorevolezza alle nostre istituzioni democratiche se permangono questi atteggiamenti altezzosi e del tutto fuori luogo. Forse è arrivato il momento, come ha detto nel suo recente e magistrale intervengono a Genova il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di unirsi tutti attorno ai valori democratici nati dalla Resistenza e culminati con la stesura della Costituzione repubblicana. Senza arroganza, senza prepotenza e senza alcuna egemonia da parte di chicchessia. Solo attraverso questo percorso politico, e soprattutto con questo comportamento personale e di gruppo, sarà possibile rafforzare e consolidare la democrazia nel nostro paese. Ma se dovessero ancora una volta, e per i prossimi tempi, manifestarsi atteggiamenti arroganti e del tutto fuori luogo, dovremmo purtroppo prendere atto che permane, malgrado lo scorrere della storia, la tentazione da parte di alcuni – anche se sono sempre i soliti noti – di sentirsi i “migliori”. Ovvero gli unici che hanno le carte in regola per rappresentare in modo compiuto i valori democratici e costituzionali. Con la convinzione che “gli altri” vanno combattuti perché non sono ritenuti credibili e maturi per difendere la nostra democrazia e la nostra libertà.