Studente aggredisce due professori. "Arresto immediato per chi picchia"
16:50 Mercoledì 30 Aprile 2025Durante l'intervallo un allievo dello Zerboni di Torino ha dato un calcio a un’insegnante e ne ha preso un altro a schiaffi. Proprio mentre a Roma il ministro Valditara annuncia l'inasprimento delle pene per tutelare i docenti. E con 5 in condotta si perde l'anno
Due professori sono stati aggrediti da un allievo in una scuola superiore di Torino. Secondo quanto si apprende, durante l’intervallo, uno studente di una classe seconda dell’istituto “Romolo Zerboni”, in via Della Cella, nel quartiere Madonna di Campagna, ha dato un calcio a un’insegnante e ne ha colpito un altro a schiaffi sul volto. Quest’ultimo ha dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso, dove è stato medicato. L’aggressione sarebbe stata ripresa dalle telecamere interne della scuola e il docente finito in ospedale ha presentato denuncia alla Polizia.
Il fatto è accaduto oggi proprio negli stessi istanti in cui a Roma il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara annunciava in una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi un giro di vite ai fenomeni di violenza nelle scuole, in particolare per le aggressioni al corpo docente. Con le nuove norme si prevede “l’arresto obbligatorio in flagranza di reato (dei genitori, ndr) in caso di lesioni personali a docenti e dirigenti scolastici, non mere aggressioni verbali” ha spiegato il ministro, illustrando uno schema di disegno di legge in materia di tutela del personale docente della scuola e dei dirigenti scolastici. “Si prevede un aggravamento delle pene per lesioni al personale – ha proseguito Valditara – ad esempio si passa per le lesioni lievi da sei mesi a tre anni attuali a due a cinque anni di reclusione. Perché questa norma? Il personale scolastico è quello più toccato da aggressioni. Sono soprattutto i genitori che picchiano. Un insegnante, un dirigente scolastico, non si tocca. Posso anche aggiungere che la funzione delicata e importante dell’educatore deve essere preservata. L’arresto in flagranza non si estende ai minori”.
Insegnare, mestiere pericoloso
Il personale scolastico, intanto, è quello più soggetto ad aggressioni, dopo il personale sanitario. Nel 2022-2023 la maggior parte di aggressioni erano di studenti, dal 2023-2024 sono soprattutto i genitori che picchiano professori o dirigenti scolastici, ha detto Valditara. Secondo il ministro, è “molto chiaro” il principio nel cambiare le norme: “Un docente non si tocca. La funzione di un educatore deve essere preservata e vanno garantite condizioni di serenità per chi lavora con i nostri figli”.
Con le nuove disposizioni chi ottiene 5 in condotta sarà automaticamente bocciato e vengono compresi anche i casi di bullismo grave. In caso di 6 in condotta, invece, lo studente sarà rimandato a settembre e non potrà essere ammesso alla classe successiva fino al superamento di un esame di riparazione durante il quale dovrà presentare un elaborato critico sui valori e i principi violati dal proprio comportamento, dimostrando di aver compreso la gravità delle proprie azioni anche alla luce dei principi costituzionali e delle regole della comunità scolastica.
Per i bulli sospesi attività di cittadinanza solidale
“Il principio è più scuola e non meno scuola per chi compie bullismo, atti di violenza e/o danneggiamento di beni pubblici. Sino ad oggi, la sospensione sino a 15 giorni prevedeva lo stare a casa, cioè lo studente veniva abbandonato al suo destino, magari era persino felice perché se ne stava a casa a giocare sulla PlayStation o a giocare a pallone con gli amici. Adesso cambia, fino a due giorni, ci sarà più scuola, nel senso che lo studente va a scuola, studia ma in più deve approfondire, studiare, riflettere, scrivere su tutte quelle tematiche connesse alla cattiva condotta tenuta. Si danno in sostanza compiti in più, dovrà approfondire il perché la società, la comunità giudica errato un comportamento di quel tipo. Sopra i due giorni, quindi da 3 a 15 giorni, scattano obbligatoriamente le cosiddette attività di cittadinanza solidale. Gli uffici scolastici e regionali dovranno individuare gli enti caritatevoli e assistenziali (terzo settore, istituzioni pubbliche) in cui possono svolgersi queste attività di cittadinanza solidale, come servire alla mensa dei poveri, lavorare in un ospedale, servire in una casa di riposo. Se non si individuano questi soggetti banalmente, magari pulire e tenere pulito il giardino della scuola”.