Messina se non risiko rosica. Intesa vola, non resterà ferma
14:37 Martedì 06 Maggio 2025Raggiunti i 2,6 miliardi, ben oltre le previsioni che erano per 2,4 miliardi. Crescono i dividendi. L'ad: "Trimestrale migliore di sempre. Siamo elemento di stabilità e sviluppo per l'Italia". Ma le manovre del rivale Orcel iniziano a infastidire Carlo Magno che studia le contromosse
Intesa Sanpaolo batte le stime degli analisti e chiude il primo trimestre 2025 con un utile netto di 2,6 miliardi, in crescita del 13,6%: il miglior risultato di sempre nel primo trimestre per il gruppo. Numeri che permettono alla banca di confermare la previsione di utile netto per il 2025 a ben oltre 9 miliardi e di aumentare il dividendo per l’anno in corso rispetto al 2024. Tutto questo, ha sottolineato il Ceo Carlo Messina, “grazie al forte potenziale di crescita organica della banca”. Per i conti della seconda forza bancaria italiana, Unicredit, bisognerà invece attendere lunedì prossimo con il cda che è stato posticipato dal 6 maggio indicato inizialmente a domenica 10 maggio.
Ca’ de Sass, al centro di speculazioni su un suo possibile ruolo nel risiko bancario-assicurativo in corso nel Paese, tira dritto e procede spedita con il proprio piano d’impresa 2022-2025. “I risultati consolidano la posizione di Intesa Sanpaolo tra le grandi banche europee e ci confermano elemento di stabilità e sviluppo per il Paese” ha spiegato Carlo Magno, ribattezzato, dopo il via libera al quinto mandato Carlo V. Insomma, Intesa continua a tenersi fuori dai giochi forte del suo ruolo di prima potenza in Italia con una quota di mercato del 21% che, del resto, complica eventuali piani di M&A a causa dei vincoli antitrust. Dopo la conferma di Messina alla guida del gruppo per altri tre anni, il mercato però si chiede quale ruolo intenderà svolgere nel risiko bancario. Certo, ci sono vincoli antitrust, ma il ridisegno in atto nel panorama del credito tricolore non lascia certo indifferente il suo banchiere più navigato. “Vogliamo essere lontani dalla confusione che c’è sul mercato”, ha detto negli scorsi mesi facendo capire che un intervento non è all’ordine del giorno. E anche a margine dell’assemblea che lo ha confermato per il suo quinto mandato il ceo ha ribadito questa posizione.
Fuori partita?
Gli ultimi sviluppi, con la partita Generali più che mai aperta con Mediobanca intenzionata a lasciare il suo 13,1% per virare su Banca Generali e il rivale Andrea Orcel entrato nel Leone con una quota del 6,7% potrebbe far ricredere Messina che in tempi non sospetti (2017) tentò invano la scalata al Leone di Trieste. Inoltre, qualora Unicredit cercasse un accordo per la gestione degli asset assicurativi di Trieste, in un’ottica di sostituzione dell’accordo con Natixis, questo non potrebbe lasciare indifferente Intesa, leader nelle gestioni patrimoniali con Fideuram e vogliosa di incrementare le masse attraverso un eventuale accordo con Generali che potrebbe essere favorito dal riassetto azionario in chiave istituzionale. Chissà.
Grandi dentro
“La nostra banca dispone di un modello di business unico in Europa e siamo convinti che il potenziale già presente all’interno del gruppo confermerà la nostra banca leader in Europa nei prossimi anni”. Significativo il ritorno per gli azionisti: “Quest’anno restituiremo almeno 8,2 miliardi di euro agli azionisti, considerando il saldo dividendo di maggio, il buyback di giugno e il prevedibile interim dividend di novembre. Ulteriori distribuzioni di capitale saranno quantificate a fine esercizio”.
Numeri da record
Tornando ai conti trimestrali, il Common equity tier 1 ratio del gruppo a fine marzo è al 13,3%. In crescita dello 0,7% il risultato corrente lordo e dell'1,2% il risultato della gestione operativa, con proventi operativi netti in aumento dello 0,5% (commissioni nette +7%) e costi operativi in diminuzione dello 0,5% (cost/income al 38%). Gli interessi netti sono in diminuzione dell'8% su anno. L’esposizione verso la Russia è in ulteriore riduzione, in calo di circa il 90% (3,3 mld di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa sotto lo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo. I crediti a clientela della controllata russa sono vicini allo zero. Infine, Isybank, la banca digitale del gruppo, ha superato il milione di clienti.