CONTRORIFORME

Province, la palla alla Regione: legge per cancellare la Delrio

Concordi destra e sinistra nel mandare in soffitta la riforma che ha azzoppato gli enti. Dal convegno di Piacenza la proposta di Gandolfi (Upi): ogni Regione vari una legge per superare l'attuale sistema. In Piemonte il dossier nelle mani del leghista Bussalino

Toccherà prima alle Regioni, rispetto a Governo e Parlamento, dare l’atteso colpo di piccone alla universalmente deprecata legge Delrio, per ricostruire le Province com’erano prima della riforma che porta il nome dell’allora ministro del Partito Democratico. Dieci anni fa furono proprio le Regioni, ciascuna con una propria legge, a dover dare concreta attuazione alla norma che nei propositi avrebbe dovuto cancellare le Province, ma che nei fatti le lasciò in una sorta di vita vegetativa con poche competenze e ancor meno risorse per esercitarle.

“Per questo, proprio alle regioni lanciamo una proposta: aprire tavoli con Upi e Anci e rivedere le leggi che dieci anni fa hanno dovuto dare attuazioni alla Delrio”. Così si è rivolto ai governatori Pasquale Gandolfi, presidente dell’Unione Province Italiane, dal convegno di Piacenza di fatto trasformatosi in una sorta di Stati Generali degli enti territoriali finiti in un limbo da cui tutta la politica intende liberarli.

Azione bipartisan

Gandolfi, presidente della Provincia di Bergamo, è del Pd così come il suo predecessore Michele De Pascale che nell’attuale veste di presidente dell’Emilia-Romagna ha già avviato il percorso per la revisione della norma regionale “per restituire funzioni e ruolo alle Province”. Ma l’incontro ha registrato anche un’autorevole voce della destra con il ministro degli Affari Europei, Tommaso Foti, di Fratelli d’Italia, che giocando in casa da piacentino qual è, ha riaffermato la visione bipartisan sulla necessità di una controriforma delle Province “che sono – ha detto – la storia dell’Italia”. Per il ministro, già capogruppo alla Camera del partito di Giorgia Meloni, “la Delrio era nata in un momento in cui si pensava che dovessero essere cancellate, ma con le Province pienamente presenti nella Costituzione siamo di fronte ad una scelta di campo. Occorre – ha spiegato Foti - ripensare quella riforma per restituire a questi enti territoriali competenze, personale e risorse per far fronte alle sfide del futuro”.

Lega per il ritorno al voto

Una posizione quella del ministro meloniano che pare aprire uno spiraglio rispetto alla posizione del suo partito e della stessa premier espressa poco dopo il suo insediamento a Palazzo Chigi. Nel settembre del 2023 il leghista Roberto Calderoli, nella sua veste di ministro degli Affari Regionali, aveva scelto il Piemonte e precisamente un convegno di Confindustria Cuneo per annunciare il suo fermo proposito, ovvero “ridare vita alle Province entro il 2024, con l’elezione diretta del presidente”. Il segnale che poco dopo arrivò dalla premier non fu quello atteso dalla Lega. La riforma delle Province può attendere, fu la sostanza della linea indicata dalla premier e tradotta da Fratelli d’Italia con una motivazione difficilmente opinabile: non ci sono i soldi che tra costi diretti, come il ritorno alle indennità per presidente, assessori e consiglieri e, soprattutto, quelli derivanti dalle molte competenze che dovrebbero essere restituiti dalle Regioni alle Province, sommerebbero a non meno di un miliardo all’anno.

La questione finanziaria

Un nodo, quello finanziario, che resta sul tavolo tuttora anche se forse con meno peso in quel bilanciamento tra riforme-bandiera dei partiti di maggioranza che con il parziale arenarsi dell’autonomia regionale e l’annacquamento del premierato che aveva segnato l’avvio della legislatura e prodotto anche reciproci veti non dichiarati tra alleati.

Il nodo a Palazzo Lascaris

Spostare la palla dal Governo alle Regioni, come emerso dal convegno di Piacenza, potrebbe agevolare un percorso fino ad oggi molto stretto e in salita. Resta da vedere se e in che tempi i governatori seguiranno la strada indicata dall’Upi e intrapresa per prima dall’Emilia-Romagna. In Piemonte, proprio quell’obiettivo indicato un paio d’anni fa da Calderoli e poi mancato potrebbe facilmente indurre proprio il suo partito a cogliere l’occasione e con l’assessore Enrico Bussalino con cui la Lega detiene la delega agli Enti Locali predisporre un disegno di legge per dare la prima vera picconata alla deprecata Delrio.

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