Cura Cirio: -970 medici, -647 infermieri. Piemonte, fuga dalla sanità pubblica
Davide Depascale 14:11 Mercoledì 07 Maggio 2025Solo nell'ultimo anno il saldo negativo è di quasi 200 camici bianchi, con un 58% di dimissioni volontarie, direzione sanità privata. Assunzioni ancora insufficienti. Il segretario Pd Rossi tuona: "La giunta smetta di fare promesse e inizi a governare"
Il Piemonte continua a perdere medici e infermieri, con un sistema sanitario sempre più fragile e precario. È questo l’atto d’accusa del Partito Democratico, che in una conferenza stampa al circolo di via Mazzini a Torino ha snocciolato numeri impietosi: nel 2024 il saldo tra assunzioni e cessazioni di medici a tempo indeterminato è ancora negativo, con un rosso di -198 unità. In totale, sotto la gestione del centrodestra guidato da Alberto Cirio, la regione ha perso 970 medici in sei anni. “Un disastro strutturale”, tuona il Pd, che mette nel mirino la giunta e il presidente, accusati di promettere molto e mantenere poco o nulla.
I dati, raccolti dalle Asl e dalle aziende ospedaliere, parlano chiaro: a fronte di 909 cessazioni di medici nel 2024, le assunzioni stabili si fermano a 711. Un trend negativo che si trascina dal 2019 (-12), peggiora nel 2020 (-124), tocca il picco nel 2021 (-304) e non si arresta nemmeno nel 2024. “Con Chiamparino, tra il 2014 e il 2018, il saldo era stato di appena -6 medici, con 228 assunzioni dal 2016. Oggi, invece, siamo al collasso”, sottolinea il vicepresidente della commissione sanità, Daniele Valle. La causa? “Precarietà, gettonisti, straordinari disumani. Il 58% delle cessazioni di medici nel 2024 sono dimissioni volontarie. I professionisti scappano verso il privato, dove trovano stipendi migliori e condizioni di lavoro dignitose”.
Non va meglio per gli infermieri. Nonostante un lieve miglioramento nel 2024 (+96 assunzioni), il saldo complessivo sotto Cirio resta drammatico: -647 infermieri dal 2019, contro il +334 del centrosinistra tra 2014 e 2018. “Le promesse di Cirio di migliaia di assunzioni? Aria fritta”, attacca il segretario regionale dem Domenico Rossi. “Nel 2022 parlava di mille assunzioni, nel 2023 di altre duemila. I numeri delle Asl certificano che non è stato fatto nulla”. A preoccupare è anche la tendenza: oltre il 50% di medici e infermieri e il 35% degli Oss lasciano il pubblico per il privato. “Non sono i pensionamenti il problema, è la fuga dal servizio pubblico”, aggiunge Rossi, che lancia l’allarme sul futuro: “Con migliaia di pensionamenti in arrivo e pochi studenti che scelgono la professione infermieristica, servono azioni straordinarie: un patto con le università e progetti strutturati per attrarre talenti, anche dall’estero”.
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L’analisi evidenzia situazioni critiche in diverse realtà. Al Maggiore di Novara mancano 40 medici, l’Asl di Alessandria piange 26 infermieri, l’Asl Città di Torino è sotto di 50 Oss, mentre l’Aou Città della Salute perde 21 tecnici. Qualche compensazione arriva, come i 91 Oss ad Alessandria o i 126 infermieri a Torino, ma il quadro resta allarmante. “Questi dati non sono un dettaglio, sono il cuore della crisi sanitaria”, insiste la capogruppo Pd, Gianna Pentenero. “Il piano socio-sanitario di cui si parla è pura teoria se non si affronta l’emergenza personale. Serve un piano di assunzioni, incentivi, politiche per il benessere dei lavoratori. Ma la giunta nega o minimizza il problema”. Il Pd annuncia battaglia: presto un atto di indirizzo per costringere la Regione a cambiare rotta.
Intanto, le liste d’attesa si allungano, i servizi arrancano e i piemontesi pagano il prezzo di una sanità sempre più in affanno. “Cirio deve smettere di fare promesse e iniziare a governare”, chiude Rossi. La palla, ora, è nel campo della giunta. Ma il tempo stringe, e i medici continuano a fare le valigie.