POLITICA & SANITÀ

Giochi di potere su Agenas. Riboldi punta alla presidenza

Da mesi l'agenzia attende il rinnovo dei vertici. In corsa per la direzione il luminare meloniano Bellantone, ma anche Mattei, Urbani e Bergamaschi. Guerra tra le Regioni. Lunga missione romana dell'assessore del Piemonte

Occhio al calendario, oggi non è il primo di aprile. E adesso possiamo dire che quel nostro “pesce” che fece strage di boccaloni, pronti a non dubitare della notizia dell’assessore alla Sanità del Piemonte destinato alla presidenza di Agenas, pinneggiava in acque miste tra ambizione e verità. Nessuno avrebbe potuto e dovuto bersi la storia di un Federico Riboldi pronto a mollare la poltrona più importante seppur scomoda della giunta di Alberto Cirio per accomodarsi su quella, meno operativa e più di rappresentanza, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Ma quell’incompatibilità che rendeva terremotante la finta notizia, su cui si elucubrò pure in paludate riunioni di redazione di blasonati giornali, non esiste. 

Veri, invece, sono movimenti, incontri e ragionamenti che impegnano buona parte della lunga trasferta romana di Riboldi, nella Capitale da lunedì, proprio nella prospettiva di una sua nomina al vertice di Agenas. Più di un precedente potrebbe aprirgli la strada, insieme all’indispensabile sostegno del suo partito, Fratelli d’Italia. Nel 2018, dopo le dimissioni di Giovanni Bissoni, alla presidenza dell’agenzia arrivò sotto la bandiera della Lega e lo stendardo di San Marco, Luca Coletto che ben si guardò dall’abbandonare l’assessorato alla sanità del Veneto. E colei che ne avrebbe preso il posto nell’attuale giunta di Luca Zaia, la compagna di partito Manuela Lanzarin oggi è presidente facente funzione, in seguito all’uscita di scena di Enrico Coscioni colpito da un’interdizione dalla professione medica.

Insomma, nessuna incompatibilità tra il ruolo di assessore nella giunta di Alberto Cirio e l’eventuale presidenza dell’agenzia che da tempo è in una sorta di vacatio. Con un vertice politico ad interim e quello tecnico anch’esso affidato al facente funzione Giulio Siccardi dopo le dimissioni del direttore Domenico Mantoan, tornato nel sui Veneto a dirigere la struttura privata Ospedale Pederzoli.

Poltrone ambite

Due poltrone ambìte e per le quali non mancano certo pretendenti e relative manovre. La regola non scritta vuole che il direttore venga indicato dal ministro e riceva il placet della Conferenza delle Regioni e quest’ultima esprima il presidente. Per il posto lasciato libero lo scorso dicembre dal Doge della sanità, sono in molti a muoversi tra i Palazzi romani e cercando sponde pure tra governatori e assessori. Rumors da Lungotevere Ripa raccontano di un ministro che avrebbe in mente per quel posto Giovanni Migliore, presidente della Fiaso (la federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere) e attuale direttore dell’agenzia regionale per i servizi sanitari della Puglia e che proprio lì avrebbe un potente sponsor nel sottosegretario alla Salute e meloniano di ferro Marcello Gemmato. Ancora ieri Migliore era a un convegno su questioni sanitarie promosso a Palazzo Madama dal senatore di Fratelli d’Italia Guido Quintino Liris

Al ministero c’è sempre Marco Mattei che potrebbe lasciare la guida del gabinetto del ministro per dirigere Agenas, anche se il suo borsino così come quello del direttore della Sanità del Lazio e già a capo della Programmazione dello stesso ministero, Andrea Urbani, pare in flessione, restando pur sempre entrambi nel novero. Gira pure il nome di Walter Bergamaschi, direttore generale dell’Ats di Milano che conterebbe sul sostegno politicamente bipartisan dei vertici regionali di Lombardia ed Emilia-Romagna.

Giochi politici

Se abbondano gli aspiranti direttori, non meno sono coloro che guardano alla presidenza e sui quali si muovono e si misurano poteri politici e territoriali. La poltrona che tra reti di rapporti e giochi di veti e controveti potrebbe alla fine accogliere proprio Riboldi, generazione Atreju e una crescente considerazione e peso nel vertice che sta tra Palazzo Chigi e via della Scrofa, è nel mirino da tempo di Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e non meno noto per essere cugino del potente sottosegretario alla Presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari. E sapendo quanto pesano le parentele tra i Fratelli, la sua potrebbe essere una concorrenza assai tosta per Riboldi. Il quale potrebbe sperare nella tiepida reazione di una parte del notabilato meloniano a un eventuale trasferimento di Bellantone, chirurgo di fama al Policlinico Gemelli, dall’Iss all’Agenas. Freddezza che avrebbe portato il luminare a cercare sponda anche nella Lega e in particolare nel plenipotenziario di Matteo Salvini nel Lazio Claudio Durigon. Ma più a Nord la Lega la vede diversamente.

Intanto dal Veneto si lavora per una conferma di Lanzarin, ma una valida alternativa arriva dal governatore ligure Marco Bucci che preme per l’ex assessore alla Sanità della giunta di Giovanni Toti, la leghista Sonia Viale. Bucci, poche settimane fa, si è spinto a dire che della candidatura di Viale ha parlato con altri governatori ed è pronto a formalizzarla. Il fuoco di sbarramento contro il presidente della Liguria arriva con la veemenza di Vincenzo De Luca che dalla Campania avrebbe coalizzato altri governatori del Sud per impedire un’operazione ritenuta troppo nordista, per espressione territoriale e politica insieme.

Ipotesi rinvio

Incastri di poltrone e giochi di potere segnano, dunque, una questione come quella del rinnovo dei vertici di Agenas la cui soluzione appare ancora complicata e non proprio vicina. Tra le ipotesi c’è, infatti, quella di rinviare ogni decisione a dopo le elezioni regionali. Nessuno, tuttavia, può escludere accelerazioni. E nella sua lunga missione romana, l’assessore piemontese sta preparandosi per ogni eventualità. Mentre i più abboccavano al pesce d’aprile, lui cuciva già la rete.

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