POLTRONE & SOFÀ

Caramelli torna allo Zooprofilattico, fumata nera su Film Commission

Dopo l’addio "spintaneo" del 2018, ora dice di voler rilanciare un ente in affanno, tra fondi Pnrr mal spesi e fughe di ricercatori. Rinviata invece la riconferma della Borgia alla guida della fondazione cinematografica: FdI non è convinta

Un ritorno che sa di rivincita, ma anche di sfida. Maria Caramelli, ex direttrice generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, rientra dalla porta principale, nominata componente del Consiglio di Amministrazione. E diventa così la candidata naturale alla presidenza, ora in mano a Piero Durando, torinese ma di nomina ligure. Lei, dal canto suo, non nasconde l’entusiasmo: “Spero di dare il mio contributo per risollevare l’Istituto. Con il Pnrr sono arrivati finanziamenti importanti, ma potevano essere gestiti meglio. Mentre altri Istituti sono andati avanti, noi abbiamo perso ricercatori e fondi cruciali. La sicurezza alimentare e la salute di uomini e animali sono temi decisivi per il futuro”. Parole che pesano, e che sembrano un messaggio a chi, in questi anni, ha guidato l’ente.

Il ritorno di Caramelli non è un fulmine a ciel sereno, ma l’epilogo di una vicenda tormentata, segnata da beghe interne e giochi di potere che lo Spiffero ha raccontato nel tempo. La scienziata, figura di spicco nel campo della sicurezza alimentare, aveva lasciato “spintaneamente” la direzione generale nel 2018, dopo un lungo braccio di ferro con i vertici regionali e i soci istituzionali. La sua uscita aveva lasciato l’Istituto senza una guida stabile per quattro anni, con Angelo Ferrari, direttore facente funzioni, a traghettare l’ente in un clima di precarietà. Solo nel 2023 arriva Claudio Ghittino, medico veterinario torinese, designato con un decreto del Piemonte in accordo con Liguria, Valle d’Aosta e Ministero della Salute. Ma la nomina di Ghittino non ha chiuso le ferite: il Piemonte, con Alberto Cirio, aveva spinto per lui, mentre la Liguria si era mostrata fredda e la Lega, si dice, avrebbe voluto un proprio candidato. Un’impasse che riflette le difficoltà di un ente dove gli equilibri tra le tre regioni sono un eterno rompicapo.

Le tensioni, però, non si limitano alle nomine, ma vanno ad aggiungersi un Consiglio di amministrazione bloccato, con variazioni di bilancio stoppate e dotazioni ridotte all’osso per mancanza di fondi. Un “morbo” sembrava aver infettato l’Istituto, un tempo eccellenza nazionale, ma negli ultimi anni alle prese con una gestione zoppicante e una perdita di appeal per i ricercatori. Caramelli non usa giri di parole: il Pnrr, che ha portato risorse ingenti agli Istituti Zooprofilattici per rafforzare la rete di controlli su salute animale e sicurezza alimentare, non è stato sfruttato al meglio. “Altri Istituti sono andati avanti”, dice, e il sottinteso è chiaro: a Torino si è rimasti indietro. E così il grande ritorno, con il sostegno della lista Cirio (in particolare della componente dei Moderati di Silvio Magliano, visto che il governatore avrebbe preferito il dirignte del ministero Floriano Faragò).

Intanto, la giornata di oggi segna altre nomine nel panorama piemontese. Alla Fondazione 20 marzo 2006 entra Franco Capra nel Consiglio di Amministrazione. All’Istituto universitario di studi europei (Iuse), il Consiglio direttivo accoglie Maurizio Maffei e Marco Mascarella. Alla Fondazione Teatro Piemonte Europa, Andrea Damilano diventa membro del Collegio dei Revisori dei Conti. Fumata nera, invece, per Film Commission Torino Piemonte, dove Fratelli d’Italia tentenna sulla riconferma di Beatrice Borgia,moglie del fondatore di Argotec David Avino, in carica dal 2021. Hanno in mente un nome alternativo o vogliono solo alzare la posta in vista delle prossime nomine?

print_icon