L'Europa allenta le maglie, ma l'auto viaggia nella nebbia
17:21 Giovedì 08 Maggio 2025Il Parlamento europeo approva la flessibilità triennale per le emissioni di CO₂: i costruttori potranno evitare le multe milionarie calcolando la media tra il 2025 e il 2027. Uno studio conferma la crisi del settore: "Stagnazione pericolosa"
Il Parlamento europeo ha dato il via libera a una modifica significativa delle norme sulle emissioni di CO₂, per auto e furgoni. Con 458 voti favorevoli, 101 contrari e 14 astensioni, è stata approvata la proposta della Commissione europea che introduce maggiore flessibilità per i costruttori nel rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni. Invece di dover rispettare limiti annuali, le aziende potranno calcolare la media delle emissioni sull’intero triennio 2025-2027, consentendo di compensare eventuali sforamenti in un anno con prestazioni migliori negli altri due. La proposta, parte del piano d’azione della Commissione per l’industria automobilistica europea annunciato il 5 marzo 2025, ha ricevuto l’approvazione formale del Consiglio Ue il 7 maggio. Il regolamento entrerà in vigore dopo la revisione linguistica finale.
Questa decisione arriva in risposta alle preoccupazioni dell’industria automobilistica europea, che temeva multe fino a 15 miliardi di euro a causa della difficoltà nel raggiungere gli obiettivi annuali, soprattutto considerando il ritardo nella diffusione dei veicoli elettrici rispetto ai concorrenti cinesi e statunitensi. La flessibilità introdotta mira a sostenere il settore in un periodo di rapidi cambiamenti tecnologici e crescente concorrenza.
Maggiore flessibilità
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che la modifica offre “maggiore flessibilità a questo settore chiave” pur mantenendo gli obiettivi climatici dell’Ue. Il voto del Parlamento europeo rappresenta un passo significativo nel bilanciare le esigenze dell'industria automobilistica con gli obiettivi ambientali dell'Unione. Resta da vedere come questa flessibilità influenzerà le strategie dei costruttori e il progresso verso una mobilità più sostenibile.
Mercato in stagnazione
Un settore, quello dell’automotive, su cui pesano gravi incognite. Secondo il nuovo studio condotto da Aniasa e Bain & Company, significativamente intitolato “Navigare nella nebbia”, presentato oggi nel corso di un evento a Milano, si trova oggi davanti a un momento di svolta senza precedenti: dopo decenni di espansione, il comparto è entrato ufficialmente in una fase di stagnazione prolungata. Al prolungato periodo di sviluppo (dal 2001 al 2017, con un tasso di crescita annuo composto del +3,3%), il rallentamento delle vendite, anche a causa del Covid, ha segnato la fine di un’epoca e il settore si è assestato su livelli stabilmente inferiori rispetto al passato. Se nel periodo 2001-2017 l’Asia (e in particolare la Cina) ha guidato la crescita globale del settore auto, oggi lo scenario è cambiato: per il periodo 2017-2030, si prevede una sostanziale stagnazione in Cina (+0,3%) e un declino nei mercati maturi come Europa (-0,6%), Nord America (-0,4%), Giappone e Corea (-1,2%). Al contrario, emergono nuove aree di potenziale espansione come l’Asia meridionale (+2,7%) e il Sud America (+1,5%), che potrebbero diventare i nuovi motori della domanda.
Ibride battono le elettriche
Secondo le stime, entro il 2028 l’Europa accumulerà un divario di circa 15 milioni di veicoli rispetto alle previsioni fatte nel 2022. Il Nord America segue un trend analogo, con uno scarto negativo di 7,5 milioni di unità. A complicare ulteriormente lo scenario, si aggiungono le tensioni commerciali tra grandi blocchi economici, le case automobilistiche tedesche sono tra le più esposte, con circa metà dei propri volumi a rischio: devono affrontare contemporaneamente la stagnazione in Europa, la perdita di slancio in Cina e le barriere doganali imposte dagli Stati Uniti. In Italia l'auto resta fondamentale ma non si compra più. Il prezzo resta il fattore discriminante, tanto da rappresentare il primo motivo (35%) per l'acquisto di modelli cinesi o asiatici. Nel primo trimestre del 2025 le ibride raggiungono il 50% del mercato, mentre le Bev restano ferme al 5%, soprattutto tra i privati e nel Mezzogiorno, con una penetrazione reale sotto il 5%. L'auto elettrica mostra timidi segnali di ripresa, ma il trend positivo riguarda solo le compatte, mentre le vetture di fascia alta restano stagnanti. La sostituzione del Diesel, ormai quasi scomparso, non ha prodotto benefici sulle emissioni medie di CO₂, che rimangono oltre i 115 g/km, superiori anche ai livelli del 2015. A livello europeo, la diffusione delle Bev resta piatta da oltre tre anni, nonostante l’incremento della rete di ricarica. Il mercato risponde alla pressione normativa non con l’elettrico, ma con le ibride, segno di una transizione ancora fragile e guidata più dall'offerta che da una domanda realmente convinta.