POLITICA & AMBIENTE

Euro 5, ci risiamo: altro blocco in arrivo e la Regione balbetta

La Giunta Cirio ratifica lo stop ai diesel dal 1° ottobre 2025 nei Comuni sopra i 30mila abitanti. L'assessore Marnati parla di Move-In e sensibilizzazione, ma i piemontesi rischiano un déjà-vu del caos del 2023, sempre a causa sua

Il Piemonte è di nuovo punto e a capo. Dal 1° ottobre 2025, le auto diesel Euro 5 non potranno più circolare nei Comuni con oltre 30mila abitanti, da Torino a Novara, da Alessandria ad Asti. Lo ha confermato la Giunta regionale, recependo il DL 121/2023 che fissa il divieto strutturale per i veicoli a gasolio immatricolati tra il 2011 e il 2015. Una misura che, sulla carta, dovrebbe abbattere l’inquinamento in un Piemonte dove l’aria, soprattutto a Torino, Novara, Asti e Alessandria, continua a soffocare sotto il peso di particolato e biossido di azoto, ben oltre i limiti di sicurezza Ue. Ma a quattro mesi dal D-Day, la Regione sembra brancolare nel buio: niente provvedimenti attuativi, nessuna campagna informativa, solo vaghe promesse di “sensibilizzazione” e un rimando al progetto Move-In, già attivo ma insufficiente a rispondere al caos in arrivo.

A lanciare l’allarme, già lo scorso 4 aprile, erano stati i Comuni di Torino, Grugliasco e Venaria Reale durante il tavolo sulla qualità dell’aria della Città Metropolitana. L’assessora torinese Chiara Foglietta aveva chiesto chiarezza: “Non possiamo permetterci di arrivare all’ultimo minuto come nel 2023”. Un appello caduto nel vuoto. L’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati però non si scompone e confida nel progresso tecnologico: “Abbiamo avviato una struttura che diventerà ufficialmente operativa dall’1 giugno e si occuperà dello sviluppo di soluzioni innovative per migliorare la qualità dell'aria. Impensabile un'eliminazione totale delle emissioni, ma anche un 30-40% in meno può fare la differenza”. Queste misure verranno poi condivise con le altre regioni del bacino padano, nell’ottica di presentarle alla Conferenza Stato-Regioni del 20 maggio. Ma a dispetto dell’ottimismo dell’assessore, i piemontesi rischiano di rivivere quanto accaduto due anni fa.

Settembre 2023: il caos e il salvagente del Governo

Correva l’estate del 2023, e il Piemonte si trovava sull’orlo di una crisi. La Regione, con una delibera del 2021, aveva anticipato al 15 settembre 2023 il blocco dei diesel Euro 5 nei 76 Comuni con più di 10mila abitanti, tra cui Torino, per rispondere a una procedura di infrazione Ue e a una condanna della Corte di Giustizia per i livelli di smog. La misura, che avrebbe fermato circa 140mila veicoli nella sola provincia di Torino, era stata approvata dalla Giunta Cirio per allinearsi agli impegni del Bacino Padano (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna). Ma l’annuncio, arrivato a poche settimane dall’entrata in vigore, aveva scatenato il panico tra cittadini e associazioni di categoria, da Ascom agli ambulanti, fino al Codacons. All’epoca la Giunta regionale, pur avendo votato la stretta, si era trovata spiazzata dalle proteste. L’assessore Marnati, già a febbraio 2023, aveva aperto a un dietrofront, chiedendo al Governo di posticipare il blocco al 2025, come previsto originariamente. “Non è giusto penalizzare i più poveri, quelli che non possono cambiare auto”, aveva dichiarato, sottolineando i miglioramenti nella qualità dell’aria registrati da Arpa. La Regione, incalzata dalle opposizioni – con Marco Grimaldi (Alleanza Verdi Sinistra) che accusava i diesel Euro 5 di essere al centro del Dieselgate – aveva avviato un tavolo tecnico con i ministeri dell’Ambiente, dei Trasporti e delle Politiche Ue. 

Il salvataggio arrivò il 7 settembre 2023, quando il Consiglio dei ministri, su impulso del ministro Gilberto Pichetto Fratin, approvò un decreto-legge che prorogava il blocco al 1° ottobre 2024 per i Comuni sopra i 30mila abitanti, rendendolo obbligatorio solo dal 1° ottobre 2025. “Un risultato non scontato”, aveva commentato Pichetto, incassando i plausi di Cirio e Marnati. La Regione, dal canto suo, aveva sbandierato misure alternative: la rottamazione di 704 autobus inquinanti, incentivi per stufe e caldaie (9 milioni di euro) e gli effetti del Superbonus 110% sull’efficientamento energetico. Ma, come rilevava Lo Spiffero, le opposizioni non ci stavano: “L’Italia ha tre procedure di infrazione Ue sulla qualità dell’aria. Questo rinvio è solo un cerotto su una ferita aperta”.

2025: il film si ripete?

Due anni dopo, il Piemonte sembra non aver imparato la lezione. Alice Ravinale di Alleanza Verdi Sinistra non usa mezze misure: “La transizione ecologica va accompagnata, non fatta subire. Rischiamo di rivivere il penoso film del 2023, quando migliaia di piemontesi scoprirono all’ultimo che le loro auto erano fuorilegge. La Giunta Cirio si salvò grazie al Governo, ma ora?” La consigliera punta il dito sull’inerzia regionale: la rete di trasporto pubblico resta “totalmente inadeguata”, con bus vetusti e treni in ritardo cronico, mentre mancano incentivi per sostituire i veicoli con modelli meno inquinanti.

I numeri parlano chiaro: in Piemonte circolano oltre 250mila auto diesel Euro 5, l’8% del parco auto regionale, secondo i dati Aci. Il divieto, attivo nei giorni feriali dalle 8:30 alle 18:30, colpirà città come Cuneo, Moncalieri, Collegno, Rivoli e Settimo Torinese, oltre ai grandi centri. E se Move-In offre una scappatoia – fino a 9mila km annui per le Euro 5 – non risolve il problema di fondo: senza alternative, i piemontesi rischiano di restare a piedi.

Intanto, nonostante i livelli di qualità dell’aria siano sensibilmente migliorati rispetto agli anni precedenti (grazie anche alle piogge più frequenti) la situazione è lontana dal dirsi sotto controllo, pertanto la Regione promette nuove misure nel nuovo Piano per la qualità dell’aria 2024-2030, approvato a dicembre con un budget di 4 miliardi, di cui 2,9 per la mobilità. Ma tra sostituzione di bus, forestazione urbana e biocarburanti, il tempo stringe. Il sospetto, come nel 2023, è che la Giunta speri in un altro miracolo da Roma. Per i piemontesi, però, il conto alla rovescia è già iniziato.

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