TERZO POL(L)O

"Centristi, ma non civici".
Flirt tra Moderati e Azione

In nome del "primato della politica" Portas e Ruffino provano a unire le truppe scommettendo sul bis di Lo Russo a Torino. "Se il candidato non sarà lui non ci stiamo più". E lanciano la raccolta firme per abolire le città metropolitane

Non ci sono solo le liste civiche a cercare di intercettare il voto moderato in vista delle prossime elezioni comunali, ma c’è anche chi vuole riaffermare il “primato della politica”. Ed è proprio questo il titolo dell’incontro di ieri organizzato al Collegio degli Artigianelli di Corso Palestro dai Moderati di Mimmo Portas e da Azione, guidata dalla sua segretaria regionale, l’onorevole Daniela Ruffino. “Non è un matrimonio, al massimo un fidanzamento”, ci tiene a specificare Portas, che annuncia l’approdo nel suo partito di 5 nuovi consiglieri di Circoscrizione (i cui nomi verranno svelati nei prossimi giorni) e intravede un percorso comune con il partito di Carlo Calenda da qui al 2027 per sostenere la rielezione di Stefano Lo Russo a Palazzo di Città. Un progetto ben distinto da quello di Alleanza per Torino, dove a prevalere è quello spirito civico che non convince il leader dei Moderati: “La politica è un mestiere, non ci si presta, nel momento in cui vieni eletto non sei più un civico, sei un politico. Io lo faccio da venti anni e mi diverto ancora”. Tra le figure di peso presenti in sala spiccano il notaio Andrea Ganelli, il principale kingmaker della candidatura dell’attuale inquilino a Palazzo civico (da ultimo in rotta) e il giurista Stefano Ambrosini, che ha introdotto l’incontro con un discorso sulla centralità della politica, vista come unica vera sorgente della vita democratica.  

Lo Russo resti, ma non in Città Metropolitana

Sul piano programmatico, Azione e Moderati annunciano la prima iniziativa congiunta: una raccolta firme per ripristinare le province nella sua totalità, abolendo pertanto le città metropolitane, che a detta loro creano una sovrapposizione tra il sindaco della città capoluogo e il presidente dell’intera area circostante, non eletto dai cittadini. Secondo i loro piani Lo Russo non deve più fare il presidente della Città Metropolitana, ma continuare invece a insossare la fascia di sindaco: “Se il candidato nel 2027 non sarà lui, noi non ci stiamo”, mette in chiaro Portas, che però si dice convinto della sua ricandidatura, che non potrà essere sacrificata sull’altare dell’Alleanza con i 5 Stelle: “A Torino hanno fatto un disastro,penso solo che a causa loro il prossimo inverno guardaremo le Olimpiadi davanti alla tv, quando potevamo essere insieme a Milano e Cortina”.

Appello al governatore

A livello regionale invece Moderati e Azione sono nella maggioranza di centrodestra che sostiene il governatore Alberto Cirio, e proprio nella lista del presidente sono stati eletti a Palazzo Lascaris l’ex consigliere comunale dei Moderati Silvio Magliano e il nuovo commissario cittadino di Azione Sergio Bartoli, entrambi sul palco. A Cirio Portas lancia un appello, quello di non dimettersi prima della scadenza naturale della legislatura: “Deve restare fino al 2029, è stato eletto per quello”. Difficilmente basterà per frenarne le ambizioni.

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