Le Province asfaltano Salvini: dietrofront sul taglio dei fondi
14:50 Venerdì 30 Maggio 2025Il ministro si pavoneggia con la stretta per la sicurezza delle strade e poi affama proprio chi deve assicurarla con la manutenzione. Tutto per drenare risorse in favore del Ponte di Messina. In Piemonte sono in ballo 45 milioni e mezzo
Matteo Salvini, il ministro delle Infrastrutture che si riempie la bocca di proclami sulla sicurezza stradale, inciampa ancora una volta nelle sue contraddizioni. Mentre si pavoneggia agli Stati Generali della Mobilità sicura a Treviso, sbandierando leggi e campagne per “strade più sicure”, le Province italiane sono costrette a fare i conti con la scure del suo Governo: un taglio del 70% ai fondi per la manutenzione delle strade provinciali nel 2025 e 2026. E dove finiscono questi soldi? Non certo a riparare buche o a mettere in sicurezza i guardrail, ma dirottati sul faraonico Ponte di Messina, il suo progetto-vetrina che puzza di propaganda leghista lontano un miglio.
Ingrana la retromarcia?
Il presidente dell’Upi, Pasquale Gandolfi, sbatte in faccia a Salvini la realtà: le Province, nonostante organici dimezzati dal 2015 e risorse risicate, hanno impegnato il 95% dei fondi assegnati e speso oltre l’80%, con i cantieri ancora aperti solo per la complessità dei lavori. Altro che inefficienze, caro ministro! Eppure, mentre Gandolfi annuncia un monitoraggio per smascherare le bugie di chi accusa le amministrazioni locali di lassismo, Salvini gioca a fare lo sceriffo della sicurezza stradale, convocando le Province il 3 giugno per “discutere”. Ma di cosa? Di come azzerare i tagli che lui stesso ha avallato? O di come giustificare l’ennesima giravolta, mentre le strade italiane crollano e i fondi vengono risucchiati dal suo ponte dei sogni?
Chiacchiere stanno a zero
Le Province, a differenza del ministro, non si limitano alle chiacchiere: promuovono campagne per educare i giovani alla guida responsabile e chiedono risorse per garantire asfalto decente e infrastrutture sicure. Ma con un Governo che toglie con una mano ciò che promette con l’altra, la “collaborazione istituzionale” di cui parla Gandolfi rischia di essere l’ennesima presa in giro. Salvini, il paladino della sicurezza a corrente alternata, deve spiegare ai cittadini perché le strade restano un colabrodo mentre lui insegue i suoi miraggi sullo Stretto. Altro che ministro delle Infrastrutture: qui siamo di fronte al campione delle promesse tradite.
La mannaia sul Piemonte
Le tabelle elaborate dall’Upi dicono che, dopo il taglio, alla Città Metropolitana di Torino dei 15 milioni stanziati per il 2025 e 2026 ne arriveranno solo 4,5. Alessandria che contava su 5,7 milioni ne riceverà 1,7 mentre Asti passerà da 3,4 a 1 milione e Biella da 2,8 milioni a 746mila euro. I quasi 10 milioni di Cuneo si riducono a poco meno di 3 e scende sotto il milione esattamente a 839mila euro Novara rispetto ai 2,7 milioni assegnati. Sotto il milione anche il Verbano-Cusio-Ossola con 891mila euro rispetto a 2,9 milioni e Vercelli con 915mila euro a fronte di 3 milioni. In totale il Piemonte che contava su 45 milioni e mezzo ne vedrà meno di 14.