L'INCHIESTA

Buono sì, ma non troppo: sogna il nucleare intanto accumula debiti

Celebrato come l'Elon Musk de noantri l'imprenditore torinese ha parecchi guai finanziari. Planet Smart City, la società nata per rivoluzionare l'urbanistica globale, ha registrato perdite per oltre 224 milioni. E ora batte cassa ai fondi pubblici - VIDEO

Lo hanno definito, con una punta d’azzardo, l’Elon Musk italiano e lui, Stefano Buono, da parte sua non ha mai nascosto l’ambizione di diventare il numero uno nel suo settore. Visionario, apprezzato nei salotti buoni della politica, è da mesi al centro dell’attenzione mediatica per il rilancio del nucleare made in Italy con la sua Newcleo. Ma nel frattempo, uno dei pezzi del suo impero scricchiola, e anche forte.

A essere finita in cattive acque è Planet Smart City, la società che prometteva di rivoluzionare l’edilizia sociale globale costruendo quartieri smart in aree con gravi carenze abitative: dal Brasile all’India, fino agli Stati Uniti. Una narrazione ambiziosa, quella dei “villaggi intelligenti”, che però si infrange contro una dura realtà economica e finanziaria.

Cassa integrazione e agitazione tra i dipendenti

Il 31 marzo scorso, durante un’assemblea convocata dalla Cisl Fisascat, i dipendenti della sede torinese sono stati informati della cassa integrazione per crisi aziendale. Coinvolti 69 lavoratori, per un ammortizzatore sociale che – salvo sorprese – andrà avanti fino al 2026. Ma questa, si mormora tra corridoi e fogli excel, è solo la punta dell’iceberg. Già, perché andando a scavare nei bilanci della holding, la situazione si fa ben più opaca. L’ultimo documento depositato – con dati aggiornati al 31 dicembre 2023 – parla di un rosso da 218 milioni di euro, lievitato a 224 milioni a settembre 2024. Un colpo durissimo, figlio anche della perdita di 180 milioni di patrimonio netto (i capitali versati dai soci) a cui si aggiungono altri 38 milioni di perdite. Il bilancio al 31 dicembre 2024? Non pervenuto, almeno per ora.

Bilanci in rosso e interrogativi finanziari

E non è tutto. Secondo fonti interne, da dicembre 2023 sarebbero iniziati i ritardi nel pagamento degli stipendi, mentre da ottobre 2024 sarebbero scomparsi anche i buoni pasto. Un clima teso, raccontato senza filtri nel town hall meeting del 15 maggio scorso, l’incontro bimestrale tra dipendenti e vertici aziendali. Una valanga di domande, recriminazioni, richieste di chiarimento: tagli, straordinari non pagati, dubbi su possibili procedimenti legali in corso, e soprattutto una domanda ricorrente: dove stiamo andando?

L’ascesa di Newcleo e i fondi pubblici

Un momento nero che arriva proprio mentre Buono si gode la ribalta nazionale. La sua creatura più promettente, Newcleo, è ormai nel radar di ben due ministeri: quello dell’Ambiente di Gilberto Pichetto Fratin e quello delle Imprese di Adolfo Urso. I due hanno aperto all’ingresso del pubblico nella startup torinese, si parla di 200 milioni di euro. Non bruscolini, insomma.

Ma non tutti nel centrodestra sembrano convinti. A stoppare l’entusiasmo è stato Matteo Salvini, e lo ha fatto proprio da Torino, lo scorso primo aprile, durante un evento sulla seconda linea della metropolitana. Parlando con i cronisti ha gelato l’idea di spalancare i cordoni della borsa statale a Newcleo: “Se c’è un trust pubblico con Enel, Ansaldo e Leonardo – ha detto – non capisco perché dovremmo mettere centinaia di milioni di euro di investimento in società private, quando ci sono realtà pubbliche o partecipate che possono tornare nel dossier nucleare”. Tradotto: meno storytelling, più accountability. E magari qualche bilancio in ordine. (1- continua)

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