PALAZZO LASCARIS

"Il centrodestra ci tappa la bocca", l'opposizione si è "scocciata"

Protesta in Consiglio regionale del Piemonte contro la maggioranza, colpevole di non dare la parola ai cittadini con il referendum sulla gestione dei servizi sanitari. "Giochetti politici" su un'iniziativa spacciata come difesa della sanità pubblica

La giornata politica in Consiglio regionale è finita in caciara. Con gli esponenti del centrosinistra che per protestare contro il centrodestra – reo di aver negato ai piemontesi la possibilità di andare a votare per un referendum che secondo i proponenti mira a difendere la sanità pubblica – si sono tappati la bocca. Come? Mettendosi lo scotch sulle labbra.

Una protesta dai connotati esclusivamente politici visto che la mattina il comitato promotore la sua vittoria l’aveva comunque ottenuta quando l’assessore Gianluca Vignale ha annunciato l’approvazione entro una settimana di una legge che abrogherà l’articolo 23 della legge regionale del 2012 che prevede la possibilità di creare soggetti con società private per gestire i servizi sanitari.  

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C’è da dire che si tratta di un referendum molto politico che gioca con l’equivoco, i promotori infatti sostengono che si tratti di difendere la sanità pubblica dalla privatizzazione, ma quella norma in quasi 20anni è stata usata solo due volte. Anche perché la destra sociale interpretata dal titolare Federico Riboldi sembra essere più statalista di Avs.

Di accollarsi le accuse di Pd, Avs e 5 Stelle, il centrodestra però non ha alcuna intenzione. Da qui la precisazione sulla paternità (o meglio maternità) di quella legge che venne approvata nel 2008 quando a governare il Piemonte era Mercedes Bresso. “Una norma già superata nei fatti, visto che le uniche due società miste, quelle relative all’ospedale Madonna del Popolo di Omegna e all’Ospedale di Settimo Torinese, sono state concluse; una normativa anche svuotata di applicabilità, perché subordinata a una Legge dello Stato", si legge in una nota congiunta di tutti i partiti che sostengono Cirio, "Ma la sinistra vuole abrogarla comunque, tramite un referendum che costerebbe ai piemontesi circa 30 milioni. Il tutto per costringere la maggioranza a prendere una posizione sul tema della “sanità privata” che nulla ha a che fare con la legge che si vuole abrogare; oltretutto, una posizione già ampiamente nota e dibattuta nella campagna elettorale di un anno fa”.

“Nessuno contesta l’istituto del referendum”, precisano i capigruppo del centrodestra che poi dicono di non voler prestare il fianco a quelli che definiscono “giochetti dell’opposizione” che “presenta questo referendum come una scelta tra sanità pubblica e non pubblica, cosa che assolutamente non è, perché abroga una legge che riguarda solo le società miste pubblico-privato”.