Poggi e la pantofola di Caltagirone
17:24 Martedì 03 Giugno 2025
Chiacchiere e sussurri, come al solito, corrono veloci nei salotti torinesi e non solo, rimbalzando da un messaggio WhatsApp all’altro. E questa volta, a far rumore, è la presenza di Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione Crt, nientemeno che a Villa Miani, Roma, ospite a un evento griffato Il Messaggero. Sì, proprio lei, la numero uno di via XX Settembre, vola nella Capitale per l’iniziativa “Sfida Capitale”, un parterre di lusso dove si parla di tutto un po’: geopolitica, finanza globale, intelligenza artificiale, transizione energetica e, ovviamente, il sacro Made in Italy.
Ma, attenzione, non è l’argomento a scaldare gli animi sotto la Mole. No, no. Il vero brusio nasce dal fatto che Poggi finisce così platealmente alla corte di Francesco Gaetano Caltagirone, che oltre ad essere l’editore del quotidiano romano è noto per le sue mosse da scacchista nel risiko bancario, con un occhio sempre puntato su Generali. E guarda caso, la Fondazione Crt, che la giurista ciellina Poggi guida con tanta ambizione, è azionista proprio in Generali e in Unicredit. Coincidenze? Forse. Ma i maligni, sorseggiando il loro caffè, già parlano di un “baciare la pantofola” poco elegante, un’apparizione che sa più di strategia che di genuino interesse per i temi del convegno.
Dicono che in molti si chiedano: ma cosa ci fa Poggi a discutere di finanza globale in un panel con pesi massimi come Franco Bruni (Ispi) e Francesco Salvatori (Unicredit)? Qualcuno sussurra che sia un modo per marcare il territorio, un segnale mandato a chi di dovere (a Palazzo Chigi ma soprattutto al ministro Giancarlo Giorgetti) nel gran gioco delle poltrone e delle alleanze.
L’evento, fissato per mercoledì 4 giugno, promette scintille: dalle 16 si alterneranno Roberta Metsola, Antonio Tajani e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. E mentre Caltagirone aprirà le danze con il suo discorso, seguito dal vicepremier Tajani, sotto i riflettori ci sarà anche lei, la nostra Poggi, a tenere alta la bandiera piemontese. O forse, chissà, a tessere nuove trame in quel complicato intreccio di potere assicurandosi oggi impegni sul domani. Intanto, a Torino, i cellulari continuano a vibrare.