POLITICA & SANITÀ

Sant'Anna nel Parco della Salute. I primari "sconfessano" Riboldi

Il collegio di direzione di corso Bramante boccia il distacco e l'accorpamento con il Regina Margherita. In un documento (che ha irritato l'assessore) le motivazioni dettagliate. Valle (Pd): "Come puntare a un polo di eccellenza facendo spezzatini?"

La bocciatura dello scorporo dell’ospedale ostetrico-ginecologico Sant’Anna dalla Città della Salute arriva corale e decisa poco meno di un mese fa dal massimo organismo clinico dell’azienda di corso Bramante. 

Il collegio di direzione, composto da tutti i responsabili dei dipartimenti oltre che dai direttori sanitari dei vari presidi ospedalieri, lo scorso 8 maggio al termine della riunione in cui emerge la linea comune contraria al distacco e al conseguente accorpamento con il Regina Margherita, stila e sottoscrive all’unanimità un documento, davanti al quale cinque giorni dopo l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi non nasconderà irritazione e disappunto.

Proclami e dietrofront

Quel pronunciamento della nomenclatura medica della Città della Salute, che non pare lasciare spazi a soluzioni alternative, di fatto, si legge come una sconfessione proprio dell’idea che negli ultimi tempi l’assessore di Fratelli d’Italia non ha nascosto di accarezzare e, almeno dalle dichiarazioni, non escludere affatto di voler tradurre in pratica. “Stiamo valutando ogni opzione”, ha detto ancora recentemente, confermando, dunque, che tra queste per lui resti anche l’accorpamento del Sant’Anna con il Regina Margherita, nel frattempo avviato verso l’autonomia aziendale rispetto alla Città della Salute, con sullo sfondo il progetto della torre pediatrica in un polo mamma-bambino. Sul tema le idee e gli annunci dell’assessore ormai non di contano più, così come le inversioni di marcia rispetto a un percorso che, ad oggi, appare tutt’altro che chiaro negli intendimenti della Regione. 

Camici bianchi compatti

Definita, invece, la visione emersa dal collegio di direzione di un mese fa e messa nero su bianco nell’allegato al verbale. Quattro pagine, l’ultima totalmente occupata dalle firme, per affrontare e declinare le “motivazioni a sostegno della necessità di mantenere la ginecologia e l’ostetricia nel contesto multidisciplinare delle specialità medico-chirurgiche dell’adulto”, ma anche “la ginecologia unita all’ostetricia” e quest’ultima alla neonatologia.

Una serie di ragioni sostenute da approfondimenti dettagliati, quelle messe nero su bianco, che certo non possono non pesare su una decisione che la Regione ancora non ha preso, demandando a ulteriori studi e approfondimenti. Ma in quel verbale, richiesto formalmente e ottenuto in base alla norma dell’accesso agli atti, il consigliere regionale del Pd e vicepresidente della commissione Sanità, Daniele Valle, obietta all’assessore domandandogli retoricamente “quali altri approfondimenti, dopo una bocciatura così plateale?”. 

Pd all'attacco 

E sempre rivolto a Riboldi dice: “Abbia il coraggio delle proprie scelte. In pubblico si nasconde dietro la necessità di approfondimenti tecnici, in privato rivendica la scelta della politica in direzione dello scorporo del Sant’ Anna, da lui già annunciata mesi fa senza alcun confronto o approfondimento. E intanto mette il bavaglio ai tecnici che dice di voler ascoltare”.

Si erano rizzate le orecchie a molti, invece, lo scorso gennaio quando a fianco di un assenziente governatore Alberto Cirio, Riboldi parlando del Regina Margherita e del Sant’Anna, aveva proclamato: “La strada che intendiamo percorrere, con il consenso di tutti, è quella destinata a portare fuori entrambi gli ospedali dalla Città della Salute e farne un’azienda autonoma dove sia assicurato il percorso clinico mamma-bambino, con la concreta e vicina prospettiva di trasformazione in Irccs”.

Modello Berlino e spezzatino

Un piano che il documento del collegio di direzione, convocato dal commissario Thomas Schael, e le tesi che lo sostengono rischiano ora di scombussolarlo, se non di renderlo vicino all’impossibile. “Continuare a discutere dello spezzatino rallenta un’effettiva autonomia del Regina Margherita per il quale a quasi due anni dalla istituzione non c’è ancora nulla di fatto, e – sostiene l’esponente del Pd – ammazza nella culla il progetto di Schael di fare del futuro Parco della Salute un Dea di 3 livello. Come ambire a replicare il modello dell’ospedale Charité di Berlino – chiede Valle – se continuiamo a ridurre il progetto? Possibile che il Piemonte non possa ambire a qualcosa di veramente grande e innovativo?”.

La questione non solo resta aperta, ma sembrano esserci tutti gli elementi, a partire proprio dalla linea sostenuta dalla Regione ed esplicitata plasticamente lo scorso gennaio in quelle dichiarazioni di Riboldi a fianco di Cirio, per il profilarsi di uno scontro tra le tesi della medicina espresse nel documento e quelle della politica. 

Dubbi sul Regina autonomo

La stessa vicenda del Regina Margherita, da cui origina il progetto del distacco del Sant’Anna dalla Città della Salute, dopo essere stato cavallo di battaglia sul piano politico, ma anche di una parte del mondo medico, resta oggetto di discussione e diverse visioni. Nella riunione dell’’8 maggio, Schael ha ricordato che nel progetto originario del Parco della Salute era ricompreso e lo è tuttora il Regina Margherita e, quindi “sarà importantissimo riscrivere cosa dovrà contenere la nuova struttura e cosa dovrà essere ricondotto in capo ad altri ospedali e altre aziende in modo che il nuovo piano socio sanitario possa tenerne conto”. 

E anche sullo stesso scorporo del Regina Margherita il collegio di direzione ha dato una valutazione degna di interesse. Su venti, 10 si sono detti favorevoli, uno contrario e 9 astenuti. Numeri che per Valle evidenziano la sussistenza di “enormi perplessità” anche su questa operazione che si lega a filo doppio al progetto del futuro Parco della Salute. “Come possono partire i lavori entro pochi mesi – la domanda che arriva dal Pd, ma non solo – per un ospedale che non si sa ancora cosa conterrà? E se togliamo Regina e S. Anna, come si sosterrà il piano finanziario del partenariato?”. 

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