Cambio d'olio, ma in peggio: Stellantis taglia l'Italia e va in Francia
16:59 Mercoledì 04 Giugno 2025Petronas, azienda di Villastellone sull'orlo della crisi. A fine anno stop alla fornitura con il gruppo presieduto da Elkann. A rischio 450 posti di lavoro. Allarme anche per la Marelli. Tutti si appellano a Filosa, che entrerà in carica tra pochi giorni
I primi problemi che dovrà risolvere Antonio Filosa - il neo amministratore delegato di Stellantis - saranno legati agli strascichi delle politiche aziendali di Carlos Tavares. Di questo ne sono convinti i sindacati che si sono trovati davanti all’ennesima crisi di una storica azienda del settore automotive torinese.
A rischiare di chiudere i battenti in Italia è Petronas, azienda che vanta 450 lavoratori a Villastellone e 70 a Napoli, e che da 112 anni produce l’olio motore per il gruppo Fiat. A fine 2025 però il rapporto con Stellantis verrà interrotto. A comunicarlo è stata la Uilm in seguito a un incontro che è avvenuto oggi – mercoledì 4 giugno 2025 – tra i vertici aziendali e i dipendenti.
Incontro informale perché al momento l’azienda non ha ancora avviato lo stato di crisi e dunque non ha dichiarato esuberi, ma si è limitata a comunicare lo stato delle cose ai sindacati. Un modo per lanciare il sasso e sperare in un ripensamento di Stellantis. Al momento quel che si sa è che l'olio motore Selenia non verrà più prodotto in Italia, ma in Francia: “Petronas ha lavoratori dedicati esclusivamente alla commessa Stellantis, che in base a quanto abbiamo appreso sarà destinata ai francesi di Total”, spiegano Vito Benevento, segretario organizzativo Uilm Torino, e Giovanni Rao, della segreteria Uilm Campania. L’appello dei sindacati è dunque a Filosa: che non scivoli sulla classica macchia d’olio e che riveda le politiche di Tavares sui fornitori.
Altra crisi dell’automotive
Non si tratta però dell’unica notizia negativa che riguarda il mondo dell’automotive italiano perché c’è un’altra azienda storica che non naviga in buone acque ed è la Marelli. La situazione secondo Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri è talmente compromessa che è stato chiesto l’intervento del ministero.
"Abbiamo ritenuto necessario chiedere al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un diretto interessamento a Marelli, nonché la convocazione di un tavolo istituzionale che ci aiuti a ottenere chiarezza sul suo futuro produttivo e societario". A preoccupare i siti di Melfi, Sulmona e Caivanoltre a quello di Bari per il quale non è mai arrivata l'approvazione dell'accordo di programma per lo stabilimento. “Infine abbiamo appreso a mezzo stampa della possibilità di vendita del gruppo dall'attuale proprietario Kkr alla società indiana Motherson Group”. A rischio ben 6.000 dipendenti che lavorano in fabbriche, centri ricerca e uffici sparsi in molte regioni italiane.