SANITÀ & GIUSTIZIA

"Chiederemo i danni sui bilanci".
Città della Salute parte civile 

Martedì avvio dell'udienza preliminare. Il gup dovrà decidere sulle 16 richieste di rinvio a giudizio per ex direttori e dirigenti. Falso e truffa le ipotesi di reato. Un danno erariale stimato in oltre 7 milioni. Schael: "Necessario tutelare gli interessi dell'azienda"

La Città della Salute sarà parte civile nel processo che, se verranno accolte tutte o in parte le richieste di rinvio a giudizio formulate dalla Procura della Repubblica, si celebrerà nei confronti di ex direttori generali e alti dirigenti dell’azienda di corso Bramante.

Perlomeno, questo è l’intendimento del commissario Thomas Schael che ha firmato la delibera per la nomina del legale di fiducia che dovrà preparare la richiesta da presentare alla prima seduta dell’udienza preliminare in agenda per martedì prossimo. Spetterà, naturalmente, al gup Valentina Rattazzo accogliere o meno la richiesta, anche se appare più che probabile in pronunciamento favorevole. Basti ricordare che il rappresentante legale della Città della Salute, in questo caso il commissario, lo scorso 9 maggio ha ricevuto dal giudice per le indagini preliminari il decreto di fissazione dell’udienza “quale persona offesa”. 

Le richieste dei pm

Dunque una decisione attesa, ma non scontata, quella del vertice della più grande azienda ospedaliera del Piemonte che ha visto indagate 25 persone, 16 delle quali sono state indicate dai pubblici ministeri Mario Bendoni Giulia Rizzo nelle richieste di rinvio a giudizio.

Tra coloro per i quali l’accusa chiede il processo, al termine dell’inchiesta che avrebbe fatto emergere irregolarità e condotte che configurerebbero i reati di falso e truffa, non sempre attribuiti entrambi all’indagato, ci sono l’ultimo direttore generale prima del commissariamento dell’azienda, Giovanni La Valle e l’allora sua direttrice amministrativa Beatrice Borghese, poi andando a ritroso Silvio Falco e Gian Paolo Zanetta, con i responsabili dei conti Andreana Bossola e Valter Alpe e il dirigente che sovrintendeva alla libera professione Davide Benedetto, assieme ad alcuni direttori di struttura, tra cui Rosa Brusco e Nunzio Vistato.

Dieci anni di conti "taroccati"

Dieci anni di bilanci che, sempre secondo l’accusa e in base a una serie di perizie disposte dalla stessa Procura, sarebbero risultati taroccati e frutto di “negligenze e omissioni” finalizzate ad alterare il rendiconto economico e operativo dell’azienda di corso Bramante. Condotte ripetute di anno in anno, soprattutto per quanto concerne i conti della libera professione dei medici ospedalieri, ma anche il mancato incasso di crediti divenuti poi inesigibili, tutto questo avrebbe cagionato un danno erariale, in sostanza per le casse della stessa azienda e di conseguenza per il sistema sanitario piemontese, ipotizzato attorno ai sette milioni di euro.

Avvocato "foresto"

Danno di cui la Città della Salute potrebbe, in caso di eventuale condanna definitiva, chiedere il risarcimento agli imputati giudicati colpevoli. È anche questa una delle ragioni, se non la principale, della costituzione di parte civile decisa da Schael, in accordo con l’avvocatura dell’azienda, come scritto nella delibera, “al fine di tutelare gli interessi dell’azienda”. Da qui l’affidamento dell’incarico a un legale. Non è di Torino, dove gli studi più noti sembrano essere già stati opzionati dagli indagati, ma di Brindisi con studio a Milano l’avvocato Giuseppe Vacca, che martedì prossimo presenterà la richiesta al gup nella quale saranno contenute le motivazioni che ricondurranno proprio all’ipotesi di un danno economico, ma non si esclude anche morale, subìto dalla Città della Salute. Un modo, la costituzione di parte civile, anche di “stare nel processo”, per l’azienda che proprio in seguito a quanto sarebbe accaduto negli ultimi dieci anni ancora non può veder sottoscritto il bilancio consuntivo dello scorso anno.

La Regione "valuta"

Ma anche un atto, in qualche modo, dovuto nei confronti di pazienti e cittadini che indirettamente, nel caso venissero accertate le ipotesi di accusa, ne avrebbero subito le conseguenze. Se in corso Bramante la decisione è già stata assunta in vista della prima udienza che dovrebbe sostanzialmente esaurirsi in una sorta di appello degli indagati per poi entrare nel vivo il prossimo 16 giugno, ancora non è nota la posizione della Regione. Sulla sua costituzione di parte civile sarebbero in corso valutazioni tecniche e politiche, destinate a condurre a una decisione nel giro di pochi giorni.