PALAZZO LASCARIS

Il referendum è tutta salute. Nicco: "Allora mi ammalerò"

La replica ironica del presidente del Consiglio regionale del Piemonte alle parole di Giustetto, numero uno dell'Ordine dei medici, che ha definito il voto sul quesito della cittadinanza un rimedio allo "stress cronico" che affligge i migranti

Il referendum sulla cittadinanza accende gli animi, e in Piemonte la polemica si tinge di ironia. A gettare benzina sul fuoco ci pensa Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale ed esponente di Fratelli d’Italia, che con una battuta al vetriolo sui social ha deciso di dire la sua, puntando il dito contro Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei medici di Torino. Il tema? Il presunto legame tra il voto al referendum e la salute. Roba da far sorridere. 

Nicco, con un pizzico di sarcasmo, ha postato un commento che non è passato inosservato: “Secondo il presidente dell’Ordine dei medici di Torino votare Sì al referendum sulla cittadinanza fa bene alla salute. Vorrà dire che mi ammalerò”. A corredo, una faccina ridente, a sottolineare che si tratta di una provocazione scherzosa, ma che sotto sotto nasconde una critica ben mirata. 

Il riferimento è a un articolo di stampa che attribuisce a Giustetto un’affermazione piuttosto singolare: ridurre da 10 a 5 anni i tempi per ottenere la cittadinanza italiana, come propone il referendum, potrebbe alleggerire lo “stress cronico” che affligge i migranti, con benefici sul loro sistema immunitario. Un’uscita che, a quanto pare, non è andata giù al numero uno di Palazzo Lascaris, che ha colto l’occasione per ribadire la sua posizione: un secco “no” al referendum. 

La battuta di Nicco, però, non è solo un gioco di parole. È un segnale politico chiaro, che si inserisce in un dibattito già rovente sul tema della cittadinanza e dell’immigrazione. Da una parte, chi sostiene che accorciare i tempi per il riconoscimento della cittadinanza sia un atto di civiltà, capace di favorire l’integrazione e, a quanto pare, persino la salute. Dall’altra, chi come Nicco vede nella proposta un rischio per l’identità nazionale o un’apertura troppo frettolosa a chi arriva da fuori. E se il presidente del Consiglio regionale sceglie l’ironia per marcare il punto, il messaggio arriva forte e chiaro: su questo referendum, il Piemonte non si schiera compatto. 

Giustetto, dal canto suo, non ha ancora replicato direttamente al post di Nicco, ma la sua dichiarazione sembra voler spostare il dibattito su un terreno meno politico e più umano, quello del benessere psicofisico dei migranti. Un approccio che, però, non ha convinto tutti, a giudicare dalla stoccata del presidente. 

Intanto, il referendum continua a dividere. E mentre a Torino si accende lo scontro tra chi dice “sì” e chi per dire “no” sceglie di non recarsi alle urne, una cosa è certa: la battuta di Nicco ha già fatto il giro del web, raccogliendo like, condivisioni e qualche inevitabile polemica. Perché, si sa, in Piemonte anche una faccina ridente può trasformarsi in un’arma dialettica. Resta da vedere se il referendum farà davvero “ammalare” qualcuno o se, come sperano i sostenitori del “sì”, porterà una ventata di salute – politica e non solo – al nostro Paese.

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