Blitz antagonista contro la sede di FdI. "Primi della lista"
11:47 Sabato 07 Giugno 2025Colpi di piccone, lancio di olio esausto e vandalismo. Ennesimo assalto alla sezione di Barriera di Milano. Fallito il tentativo di scardinare la serranda con un piede di porco. Affisso un foglio con la minaccia
Non c’è pace per la sede di Fratelli d’Italia e Gioventù Nazionale in Barriera di Milano, quartiere operaio e crocevia di tensioni torinesi. Ieri sera una trentina di antagonisti, con il pedigree dei centri sociali, ha deciso di movimentare la serata. Armati di tutto punto – picconi, piedi di porco e persino un secchio di olio esausto, perché il vandalismo vuole il suo tocco scenografico – hanno preso di mira la serranda, tentando di forzarla. Non riuscendo a sfondare, si sono accontentati di lasciare un ricordo: volantini con la scritta “Fratelli d’Italia primi della lista”, una minaccia che sa di proclama d’altri tempi, e una bella colata d’olio a imbrattare il marciapiede. Un’azione che, a suo modo, è un biglietto da visita per chi fa della provocazione una bandiera.
Il blitz, avvenuto a pochi minuti dall’orario di chiusura, non ha causato feriti tra i militanti di FdI, che presidiano la sede con la tenacia di chi sa di essere nel mirino. Non è la prima volta che Barriera diventa il palcoscenico di queste incursioni: il 25 aprile, un corteo di estrema sinistra aveva già trasformato la via in un fortino sotto assedio, costringendo i presenti a barricarsi per evitare di essere travolti da una folla più incline al confronto fisico che al dibattito. Ieri, per fortuna, il copione non si è ripetuto in pieno, ma il messaggio è chiaro: la sede di FdI, in quel fazzoletto di Torino dove le ideologie si scontrano senza troppi convenevoli, è un bersaglio.
La Digos, che monitora costantemente la situazione, sta svolgendo accertamenti. Il 5 giugno si è svolta una manifestazione di un comitato contro il degrado del quartiere e il progetto di costruirvi una moschea; fra i partecipanti c’erano anche attivisti di Avanguardia Torino. Circa 200 antagonisti si sono raccolti per impedire la dimostrazione e le forze dell’ordine in assetto antisommossa hanno dovuto impedire che arrivassero a contatto con i dimostranti. Ieri sera alcune decine di antagonisti si sono radunati per un corteo “antifascista”, gridando slogan contro Fratelli d’Italia. Hanno anche esposto un drappo con la scritta “Fasci appesi” e il disegno di un impiccato. In precedenza, il 29 maggio, un corteo “più sicurezza meno degrado” è stato contestato da alcune decine di persone. La polizia ha evitato gli scontri, ma alcuni cittadini hanno sostenuto di essere stati bloccati dagli oppositori mentre cercavano di unirsi alla manifestazione. Sul versante “antifascista”, gli attivisti del centro culturale Ost Barriera (presenti la sera del 5 giugno) hanno segnalato nei propri canali social che la struttura è stata bersaglio di minacce e atti vandalici, l’ultimo dei quali il 4 giugno: si tratta, in questo caso, di una svastica tracciata con vernice spray davanti alla porta. Una sigla comparsa di recente in città è quella degli Sharp - Skinhead against racism and pregiudice, che in un volantino hanno definito il corteo del 29 maggio per la sicurezza del quartiere “una manifestazione promossa da una accozzaglia di razzisti abilmente mascherati dietro il comitato Noi di Barriera”.
“La spirale di violenza contro la nostra sede è inquietante e non può essere ignorata”, dichiarano Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, e Maurizio Marrone, assessore regionale con la delega al Patrimonio. “Serve una condanna unanime da parte della politica, senza distinguo. Questi episodi, firmati da chi usa la violenza come arma, riportano alla mente gli anni bui del terrorismo”. Non mancano di lanciare una stoccata all’amministrazione torinese guidata da Stefano Lo Russo, accusata di essere troppo morbida con i centri sociali, “che troppo spesso – dicono – trovano simpatie tra chi governa la città, almeno per ora”. La promessa, però, è di non cedere: “La sede di Barriera non solo resterà aperta, ma sarà un presidio ancora più vivo, per non lasciare Torino in mano a chi scambia la politica con il teppismo”.
I centri sociali, che a Torino hanno una lunga storia di attivismo e provocazioni, non sono nuovi a gesti eclatanti, spesso giustificati da certi salotti della città. E mentre l’olio esausto si secca sul marciapiede, c’è da chiedersi se la politica torinese, abile nel predicare dialogo e inclusione, troverà il coraggio di dire qualcosa di netto o preferirà il solito equilibrismo, lasciando che la polemica si spenga nel chiacchiericcio. Intanto, a Barriera, la serranda di Fratelli d’Italia resta al suo posto, un po’ ammaccata ma ancora in piedi. E il quartiere, che di storie come questa ne ha viste tante, resta da vedere chi farà la prossima mossa: gli antagonisti con i loro attrezzi da scasso o la politica con una risposta che, per una volta, metta d’accordo tutti. Ma a Torino, si sa, i miracoli sono merce rara.