PALAZZO LASCARIS

"Si arrabbia perchè do i dati". "No, lei dà i numeri". Scontro Pd-assessore

La discussione sull'abrogazione delle sperimentazioni tra pubblico e privato nella sanità fa litigare maggioranza e opposizione, con quest'ultima che denuncia un clima di censura. Il segretario dem Rossi all'attacco di Riboldi in aula

Momenti di tensione stamattina in Consiglio regionale, dove la discussione sull’abrogazione dell’articolo 23 della legge regionale in materia di partenariato pubblico-privato nella sanità ha infuocato gli animi, in particolare quello del segretario regionale del Partito Democratico Domenico Rossi, che ha attaccato con veemenza l’assessore Federico Riboldi: quest’ultimo lo accusava di mentire sui numeri sciorinati dal consigliere, e di stare perdendo tempo in una discussione inutile, visto che la scelta di abrogare la legge va incontro alle richieste dell’opposizione, che sul tema proponeva di svolgere un referendum. “Lei si arrabbia perché do i dati”, l’ha incalzato Riboldi. “No, lei dà i numeri. State distruggendo la sanità”, ha replicato il consigliere dem rincarando la dose. Sul battibecco si è inserito il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Riva Vercellotti: “Avete una bella faccia tosta ad attaccare il centrodestra sulla sanità. Vi siete dimenticati di Artesio, di Valpreda, di Saitta”, suscitando l’inevitabile reazione dai banchi dell’opposizione.

Lieto fine

Dopo la rissa sfiorata, la tenzone tra Rossi e Riboldi si è chiusa con una stretta di mano tra i due, con l’assessore che ha offerto anche una “caramella della pace” al segretario dem: “Ci avrà messo dentro la stricnina”, ha ironizzato. A Palazzo Lascaris era presente anche il governatore Alberto Cirio, che però non ha presenziato in aula. E proprio Cirio è il destinatario principale dell’intervento di Rossi: “Con quest’abrogazione ha fatto la mossa migliore per lei, ma non cambia nulla della situazione attuale piemontese. Se è un tentativo di silenziare il dibattito non funzionerà”.

Pericolo censura

All’uscita dall’aula i rappresentanti dei partiti di opposizione – lo stesso Rossi, Sarah Disabato del M5s, Alice Ravinale di Avs e Vittoria Nallo di Stati Uniti d’Europa – in una dichiarazione congiunta hanno voluto evidenziare un “clima di censura che sta caratterizzando i lavori dell’aula e delle commissioni”, puntando il dito contro i requisiti di ammissibilità stringenti per il question time introdotti dal presidente del Consiglio regionale Davide Nicco, che hanno portato alla mancata discussione di interpellanze su svariati temi, dal settore della cannabis light colpito dal Decreto Sicurezza alla guerra a Gaza, passando per i medici gettonisti. “Questo significa azzoppare il sindacato ispettivo delle minoranze in Consiglio, e io la chiamo censura. Evidentemente hanno la coda di paglia”, ha tuonato Disabato. Il Piemonte è diventato celebre per la sua concordia istituzionale, ma al Consiglio di oggi non se n’è vista neanche l’ombra.                                                                                                                                                            

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