Il vino sa di aceto

Dicono che… non sia più un dramma se il vino sa di aceto. Ieri a Roma l’assemblea generale di Federvini ha deciso di mescolare le carte e servire un colpo di scena dal gusto deciso: per la prima volta, un maestro dell’aceto, Giacomo Ponti, ha conquistato la presidenza della Federazione. L’erede della dinastia piemontese di Ghemme, che dal 1787 condisce il made in Italy con la sua Ponti Spa, ha preso il timone da Micaela Pallini, lasciando i puristi del calice a chiedersi se il prossimo brindisi sarà con un Nebbiolo o con un’insalata ben condita.

In verità pare che l’elezione di Ponti, già veterano di Italia del Gusto e Unione Italiana Food, abbia fatto alzare più di un sopracciglio tra i vignaioli. “Un acetaiolo a capo di Federvini? È come mettere un barista a dirigere un’orchestra sinfonica”. Ma l’assemblea non si è fermata qui: ha rifatto il look alla governance, piazzando Aldo Davoli e Piero Mastroberardino come vicepresidenti, Albiera Antinori al timone del Gruppo Vini, Leonardo Vena a distillare spiriti (quelli alcolici, non ectoplasmi) e Sabrina Federzoni a regnare sugli aceti. Un cocktail di nomi che sa di tradizione, innovazione e una spruzzata di acidità.

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