SANITÀ & GIUSTIZIA

Liste d'attesa "vergognose". L'accusa della Corte dei Conti

I tempi troppo lunghi per ottenere prestazioni stigmatizzati dal Procuratore Generale. Nella sua requisitoria anche l'inadeguatezza della medicina territoriale. "Capitale umano sacrificato sull'altare dei deficit di bilancio". Severo richiamo a evitare sprechi di risorse

Quello delle liste d’attesa è “un fenomeno vergognoso per un Paese Civile”. A dirlo, mettendolo nero su bianco nella sua requisitoria, è il Procuratore generale della Corte dei Conti Pio Silvestri. Nel giorno in cui il ministero della Salute e l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari presentano un’assai incompleta anteprima dei dati sui tempi d’attesa che già fin d’ora non apre spiragli all’ottimismo, è la magistratura contabile ad affrontare senza infingimenti o edulcorazioni il tema della sanità più complesso e dalle conseguenze più pesanti sui cittadini.

Il villaggio salute

Parole dure quelle del Procuratore generale, in occasione della parificazione del rendiconto generale dello Stato per il 2024, che pur salutando “positivamente l’accordo che sembra finalmente raggiunto nella Conferenza Stato-Regioni, finalizzato al superamento, si auspica definitivo, del problema, rimarcano una questione ancor più profonda. Per il Pg, uno dei punti su cui basare l’operazione fino ad oggi lontano dagli esiti sperati e con tempi di attesa ancora troppo lunghi è quello della “rivalutazione del capitale umano” e dunque “ridare attrattività alla professione medica nel settore pubblico, mentre in quello privato il problema non si pone”. 

Silvestri sostiene la necessità di “rimettere al centro del villaggio salute il medico e l’infermiere in modo che adeguatamente remunerato possa essere determinante nei processi decisionali e di gestione delle strutture deputate alla cura”. 

Diritti e bilanci 

Ma la Corte dei Conti resta pure sempre la magistratura contabile, appunto, e non di rado rigido censore dell’uso del denaro pubblico. Interessante, quindi, il riferimento del PG alla sentenza della Corte Costituzionale del 2016 in cui si afferma che “una volta normativamente identificato, il nucleo invalicabile di garanzie minime per rendere effettivo il diritto alla salute non può essere finanziariamente condizionato in termini assoluti e generali”, insomma è “il primato dei diritti – in questo caso le cure – sulle ragioni economiche”.

Leggi qui la requisitoria

Territorio debole 

Nella dura requisitoria c’è spazio anche per l’altrettanta dura critica a uno dei fianchi scoperti del sistema sanitario, la cui debolezza e disorganizzazione praticamente in tutte le Regioni è emersa in maniera drammatica con la pandemia Covid. Per la Procura Generale sono “imprescindibili la riorganizzazione ed il rafforzamento della medicina territoriale e di prossimità, quale realtà istituzionale più vicina al cittadino, sostenendo anche il ruolo delle farmacie dei servizi, quale presidio diffuso capillarmente sul territorio nazionale insieme alla realizzazione, grazie ai fondi Pnrr, delle case e degli ospedali di comunità”. Questioni e obiettivi in molti casi ancora lontano dall’essere risolte e raggiunti.

“Medici di base e guardia medica non sono più in grado di porsi come efficace filtro in luogo del generalizzato accesso al Pronto Soccorso e non è un caso che la medicina di urgenza – si legge nella requisitoria – più soffre delle crisi vocazionale degli aspiranti medici e infermieri”. 

Sotto la media Ue

Valutazioni severe, anche se l’attesa era naturalmente concentrata sulla parte finanziaria dell’intervento del Pg della Corte dei Conti. “La spesa pubblica sanitaria in Italia fatta eccezione per l'impennata nel corso della pandemia, è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi dieci anni, mantenendosi ben al di sotto sia della media Ocse, del 6,9 per cento, sia della media Ue del 6,8 per cento. Tale dato – ha affermato Silvestri – non può essere considerato con favore, partendo dal presupposto che la spesa deve essere intesa come un investimento, volto a migliorare le condizioni sociali e, di riflesso, economiche del Paese, riducendo i costi del sistema e sviluppando ampi settori dell'economia nazionale, come quello farmaceutico”. 

Guerra agli sprechi

Sul tavolo due questioni: “Da un lato, quella della disponibilità delle risorse: nel 2024 se ne registra una seppur lieve diminuzione rispetto all'anno precedente, in linea con una tendenza che prosegue anche nelle proiezioni per il 2025. Dall'altro, quella del corretto impiego delle risorse stanziate, in chiave di efficienza, tra i vari livelli di governo”. E quest’ultimo è proprio uno dei nodi che più pesano sui servizi ai cittadini e che più appaiono difficili da sciogliere. “Oltre alle azioni di miglioramento del servizio – per il Pg – occorre anche intervenire nel senso di contenere le inefficienze e gli sprechi derivanti dalle disfunzioni organizzative e gestionali, al fine di garantire un elevato livello di protezione della salute”.

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