TERRA & MARE

Logistica, passaggio a Nord Ovest. L'alleanza è sul fronte del porto 

Il masterplan dell'hub logistico di Alessandria "battezzato" da Salvini. La grande partita delle merci: il presidente di Assagenti da Genova indica nell'asse con Piemonte e Lombardia la carta vincente. Ma avverte la politica: "L'orologio dell'economia corre veloce"

“L’orologio dell’economia e della logistica corre molto di più rispetto a quanto accadesse in passato”. L’avviso rivolto alla politica e alle istituzioni pochi giorni fa da Gian Luca Croce, presidente di Assagenti che rappresenta le aziende che operano nei vari settori dello shipping, parte dai moli e arriva con la stessa intensità nella pianura oltre l’Appennino. 

Il polo intermodale

Proprio come le merci cui è destinato il grande hub della logistica di Alessandria il cui masterplan è stato illustrato ieri alla presenza del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Oltre un milione di metri quadrati su cui sorgerà la grande piattaforma intermodale, incardinata lungo il corridoio europeo Mare del Nord-Reno-Mediterraneo con una parte finanziata con risorse pubbliche, attraverso Rete Ferroviaria Italiana e una parte con fondi privati attraverso lo strumento della finanza di progetto.

Sul rapporto tra terra e mare e tra pubblico e privato si gioca la sfida e il futuro di uno dei principali asset dell’economia del Nord Ovest e non solo. Rapidità e strategie definite sono i presupposti irrinunciabili per stare al passo in un mercato globale e in altrettanta rapida evoluzione. Ecco perché l’orologio corre assai più di prima. Molteplici le azioni per non segnare ritardi e, possibilmente, anticipare una concorrenza economica e territoriale che certo non manca e non dorme.

Banchine asciutte

Nella recente assemblea annuale che ha coinciso con gli 80 anni dell’associazione degli agenti marittimi genovesi, il presidente Croce non solo ha invitato le istituzioni alleate sul fronte del porto e del retroporto, come la Regione Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Piemonte rappresentato dall’assessore con delega alla logistica Enrico Bussalino, ma ha messo sul tavolo una proposta concreta. 

“In assenza  di un dialogo le vecchie chiavi non possono aprire nessuna serratura, quindi credo che debba essere creato qualcosa di nuovo”, ha detto Croce individuando la necessità di “un organismo che consenta un dialogo permanente in cui cluster marittimo e industria manifatturiera si confrontino e risolvano i problemi comuni, raccolgano i segnali sul cattivo funzionamento di importanti gangli del sistema, individuino le soluzioni possibili esercitino pressione congiunta sulle istituzioni locali e nazionali per l’approvazione  di nuove normative sulla semplificazione”. 

Un desk delle imprese

Una struttura che non si sovrapponga a quelle esistenti, ma eserciti il suo ruolo agile riunendo i rappresentanti del mondo del mare e quelli delle industrie di Liguria, Lombardia, Piemonte ed  Emilia Romagna, per costituire un fronte compatto che permetta di riportare nel porto di Genova anche i traffici che oggi finora si sono orientati verso i porti del Nord Europa.

“Stiamo assistendo – ha lamentato il presidente degli agenti marittimi – da spettatori alle presentazioni di cronoprogrammi delle opere infrastrutturali quando su queste avremmo bisogno di certezze sui tempi, certezze da trasmettere agli armatori per far programmare più traffici”. Una presa d’atto che prelude al richiamo a costituire un sistema ancora più stretto tra il mondo dello shipping e quello dell’industria e della logistica delle regioni vicine e, nella visione di Croce e non solo la sua, sempre più strette in un’alleanza. 

Shopping cinese

Dati di studi recenti indicano che a un possibile un aumento del 18% del traffico movimentato per l’industria manifatturiera nel porto di Genova a detrimento dei porti del Nord Europa, corrisponderebbe un vantaggio competitivo del 6 o 7% sul costo dei prodotti finiti. A conferma di questa prospettiva la Russia sta riposizionando la sua flotta mercantile al largo di alcuni Paesi del Nord Africa, mentre la Cina è da tempo impegnata a fare shopping in imprese del Sud Europa, aumentando la sua presenza nei porti. 

Una ragione in più, dunque, per intensificare quel legame tra l’attività dello scalo genovese e quelle attività che possono, anzi debbono, svilupparsi ulteriormente nelle regioni vicine. Il rafforzamento dell’alleanza e l’impiego di strumenti come il desk permanente indicato dal presidente di Assagenti, sembrano passaggi indispensabili quanto da mettere in campo rapidamente, come il mondo dell’impresa ha spesso mostrato di saper fare. Per le istituzioni e la politica il richiamo alla velocità cui corre l’orologio dell’economia e, nel caso particolare, della logistica. 

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