L'onorevole pistola e il Generale. Pozzolo "tentato" da Vannacci
11:40 Sabato 28 Giugno 2025Una foto dell'ex deputato di Fratelli d'Italia, espulso dopo lo sparo di Capodanno 2023, insieme al parà di Salvini scatena voci su un possibile passaggio alla Lega. Una "recluta" in vista dell'opa sovranista su quel che resta del Carroccio. Chissà come la prenderebbe Molinari
Una foto di famiglia, con moglie e bimbi sorridenti, un motto dannunziano eloquente (“Semper adamas”). E un mare di ipotesi. L’onorevole Emanuele Pozzolo, il deputato vercellese cacciato da Fratelli d’Italia dopo il clamoroso episodio dello sparo di Capodanno 2023 a Rosazza, sembra non voler restare a lungo nel limbo dei senza partito. Sul suo profilo Facebook, è spuntata un’immagine che lo ritrae in compagnia del generale Roberto Vannacci, europarlamentare e vicesegretario della Lega, uomo forte della svolta sovranista impressa da Matteo Salvini al Carroccio. Un’immagine che non è passata inosservata e che, secondo i bene informati, potrebbe essere il preludio a un approdo di Pozzolo nelle file leghiste, sotto l’ala protettrice del generale.
La vicenda dello sparo, che ha visto un colpo partire dalla pistola di Pozzolo ferendo un invitato durante una festa nel Biellese, è costata cara al deputato. Sospeso immediatamente da Giorgia Meloni e poi espulso con un voto unanime del direttivo di FdI lo scorso maggio, Pozzolo si è ritrovato isolato, ma non domo. Le sue recenti dichiarazioni, come quelle rilasciate a Report in cui ha puntato il dito contro il sottosegretario Andrea Delmastro (“era nella stanza al momento dello sparo”), hanno fatto rumore, lasciando intendere un certo risentimento verso il suo ex partito, accusato di averlo “sacrificato” per salvare l’immagine di altri big. E ora, quella foto con Vannacci, pubblicata per lanciare segnali, sembra aprire nuovi scenari.
Vannacci, il "reclutatore"
Da quando Salvini lo ha nominato vicesegretario, il generale Vannacci si è trasformato in una calamita per i delusi della destra italiana. Ex militanti di Fratelli d’Italia, transfughi da piccoli movimenti sovranisti e persino qualche nostalgico di Forza Nuova: tutti sembrano trovare in lui un punto di riferimento. La sua retorica muscolare, consacrata dal successo del libro Il mondo al contrario, ha galvanizzato una base che vede nella Lega di Salvini l’ultimo baluardo di un sovranismo senza compromessi. E il generale, si sussurra, non si accontenta di essere un semplice numero due. “Sta tessendo la sua tela, vuole prendersi la Lega”, confidano fonti vicine al Carroccio, parlando di un’operazione che potrebbe culminare in una vera e propria “opa” sul partito, con l’obiettivo di scalzare Salvini (forse con il suo stesso assenso) o, quantomeno, di costruirsi un feudo inattaccabile.
In questo contesto, Pozzolo potrebbe rappresentare un tassello importante. Il deputato piemontese, con il suo passato di battaglie no-vax e il profilo ideologico vicino a quello del generale, sarebbe un candidato ideale per rafforzare l’ala vannacciana della Lega. “Emanuele è un soldato, uno che non si piega. Vannacci lo apprezza per il suo coraggio e la sua schiettezza”, rivela una gola profonda del centrodestra piemontese. Non è un mistero che Pozzolo, dopo l’espulsione da FdI, abbia mantenuto un certo seguito tra i militanti più radicali, delusi dalla linea moderata di Meloni, sempre più attenta all’immagine internazionale del governo.
Approdo naturale o mossa rischiosa?
L’ipotesi di un passaggio alla Lega, però, non è priva di ostacoli. Se da un lato Vannacci potrebbe vedere in Pozzolo un tassello per consolidare la sua influenza nel Nord, dall’altro il deputato porta con sé il fardello della vicenda di Rosazza, che lo ha reso una figura controversa. Il processo per porto illegale d’arma e uso di proiettili a espansione, fissato per il 25 febbraio 2025, pende come una spada di Damocle sulla sua carriera politica. Inoltre, la Lega non è un monolite: le nomine di Vannacci e Silvia Sardone a vicesegretari hanno già provocato malumori tra i nordisti e i federalisti, con Luca Zaia che non ha nascosto il suo scetticismo, ribadendo la centralità dell’autonomia e delle istanze del territorio. Inoltre, in Piemonte l’arruolamento di Pozzolo dovrebbe passare con il placet di Riccardo Molinari e non è affatto detto che il capogruppo alla Camera e leader del partito in regione faccia scattare il semaforo verde.
E poi c’è Salvini. Il “Capitano” ha puntato su Vannacci per galvanizzare l’elettorato sovranista e recuperare terreno su Fratelli d’Italia, ma un eccessivo rafforzamento del generale potrebbe diventare un boomerang. Accogliere Pozzolo, con il suo bagaglio di polemiche, potrebbe essere una mossa azzardata, capace di alienare una parte della base leghista più moderata, già perplessa dalla deriva nazionalista del partito.
Tra ambizione e vendetta
La foto con Vannacci, per ora, resta un indizio. Ma in politica, si sa, nulla è casuale. Pozzolo, che non ha mai nascosto la sua ambizione e il suo desiderio di rivalsa dopo l’umiliazione subita da FdI, potrebbe vedere nella Lega una nuova casa, magari con l’idea di tornare a pesare nel panorama della destra italiana. E Vannacci, con il suo progetto di costruire una “Lega 2.0” più radicale e identitaria, potrebbe aprirgli le porte, sfruttando la sua rete di contatti nel Piemonte profondo.
Resta da capire se questo matrimonio si farà. Intanto, a Vercelli e dintorni, i telefoni squillano e le chat di WhatsApp si infiammano. “Pozzolo nella Lega? Con Vannacci sarebbe un terremoto”, scrive un militante su un gruppo locale. Ma, come sempre, in politica l’ultima parola spetta al tempo. E, forse, a Salvini. E a Molinari.