Pozzi di propaganda, Regione Piemonte megafono elettorale di Fratelli d'Italia
14:08 Domenica 29 Giugno 2025Un comunicato ufficiale della Giunta diventa strumento per esaltare i meriti dei meloniani, scatenando malumori nella maggioranza e confermando la deriva delle istituzioni ridotte a vetrina di parte. "D'ora in poi ringrazieremo il partito di appartenenza in ogni atto"
Non si accontentano più dei comizi, ora usano direttamente i canali ufficiali della Regione per fare propaganda di partito. Sì, perché la sceneggiata sull’esenzione dei pozzi agricoli dall’obbligo di ricondizionamento è l’ultima, plastica rappresentazione di come l’amministrazione guidata da Alberto Cirio e il suo caravanserraglio trasformino le istituzioni in un’appendice del proprio comitato elettorale. Il comunicato trionfante, diffuso in mattinata nientemeno che da Piemonte Informa (l’agenzia ufficiale della Giunta, pagata coi soldi pubblici), recita: «Salvi i pozzi per irrigazione agricola, Bongioanni: grazie a Fratelli d’Italia stop alle continue proroghe. Un uso razionale e intelligente delle nostre risorse idriche».
Una marchetta bella e buona, quella servita dal mega assessore Paolo Bongioanni (Agricoltura, Commercio, Sport e Turismo) che ha mandato di traverso la colazione persino agli alleati della Lega e di Forza Italia. Perché a leggere la nota sembrerebbe che il salvataggio dei mille pozzi pre-1996 sia opera esclusiva dei meloniani, mentre gli emendamenti – lo dicono con non poca stizza i leghisti – li hanno votati tutti e riscritti pure, visto che quelli di FdI erano sbagliati. E così, mentre l’opposizione dorme (sonni profondi e beati: buona notte e sogni d’oro), nella maggioranza scoppia la rissa per chi riesce a intestarsi per primo e meglio la solita pezza messa su una norma. “D’ora in poi in ogni comunicato di giunta ringrazieremo il partito di appartenenza. Non è mai accaduto”, sbotta un assessore.
Ma la farsa non finisce qui. Il senso delle istituzioni – concetto sconosciuto ai più – vorrebbe che chi è chiamato a ruoli pubblici si spogliasse dell’abito di partito e rappresentasse l’interesse di tutti, anche di chi non lo ha votato. Ma nella Regione Piemonte, ormai da tempo, la cifra della politica è la propaganda, e nulla più. Ogni atto amministrativo è un’occasione per rivendicare il merito partitico, per alimentare il “particulare” (che Guicciardini, ben inteso, intendeva come prudente attenzione al bene proprio senza calpestare quello comune, e non come bieco egoismo e furbizia di bottega).
Il risultato? Un ceto politico che mostra la fregola del potere, incapace non solo di rappresentare l’interesse generale ma pure di ricordare perché le Regioni sono nate: enti di programmazione economica e territoriale. Niente da fare: gestiscono, spartiscono poltrone, si occupano di partecipate e capitalismo pubblico, ma programmazione zero. Dalla riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001 la situazione è pure peggiorata: lo Stato e le Regioni dovrebbero concorrere allo sviluppo economico; invece, le Regioni si sono ridotte a enti di mera gestione, e la gestione – si sa – fa comodo per distribuire favori e mantenere consenso.
Così la spesa lievita, i progetti di sviluppo restano sulla carta, e i nostri amministratori regionali si dimenano per accontentare le richieste più clientelari, pur di conservare la poltrona. Non stupisce allora che l’assessore alla Sanità Federico Riboldi si senta in dovere di discutere il piano sociosanitario non nelle sedi istituzionali, ma ai convegni di partito di Fratelli d’Italia. Anzi, si autoproclama con orgoglio “sindaco della Sanità”, in una deriva municipalista che alimenta solo il peggior campanilismo. Per stendere un velo pietoso quando si definisce addirittura “capo della Sanità in Piemonte”.
E intanto, mentre si bisticcia su chi deve mettersi la medaglia dei pozzi, la Regione continua a essere lo specchio di un sistema degenerato, dove programmazione e interesse generale sono solo parole buone per i convegni, mentre la realtà è fatta di annunci, comunicati di parte e spartizione del potere. Altro che uso razionale delle risorse: qui a essere prosciugata è la credibilità delle istituzioni.