PALAZZO NATTA

Centrodestra a Caccia del dopo Binatti. Stretta finale sulla Provincia di Novara

In pole position il sindaco "democristiano" di Romentino che piace a Fratelli d’Italia e Lega. Il 14 settembre il voto dei grandi elettori del territorio. L'autocandidato Bossi fuori dai giochi, il "divisivo" Beltrame non convince. L'asse Nastri-Canelli (e Giordano)

A Palazzo Natta si è aperta ufficialmente la partita per la successione a Federico Binatti, ormai ex presidente della Provincia di Novara. La sua decadenza è stata automatica dopo il crollo dell’amministrazione comunale di Trecate, dove nove consiglieri su diciassette hanno firmato le dimissioni facendo saltare la giunta. Fine della corsa, dunque, anche per il doppio incarico alla guida della Provincia.

Ora il calendario dice: 14 settembre. Sarà quella la data delle elezioni per il nuovo presidente. A votare non saranno i cittadini, ma i sindaci e i consiglieri comunali del territorio, secondo il modello della legge Delrio. E qui il centrodestra, forte del controllo sui principali Comuni, si prepara a recitare ancora una volta la parte del protagonista. La vera sfida però è dentro la coalizione, dove le manovre sono già partite e le tensioni non mancano.

Tre nomi

Il primo nome a uscire allo scoperto è stato quello di Sergio Bossi, sindaco di Borgomanero. È stato lui a rompere gli indugi e a candidarsi, forse nella speranza di capitalizzare la forza del suo Comune, il secondo per importanza dopo Novara. Ma la sua mossa è stata subito stoppata dai partiti: giudicata irrituale e fuori schema, proprio perché Bossi non ha più un partito di riferimento solido, dopo un percorso fatto di cambi di casacca e di appartenenze mobili nel centrodestra. Un’autocandidatura vista come un’iniziativa personale più che un’offerta politica condivisa.

Sul tavolo della coalizione sono invece arrivati i nomi messi da Fratelli d’Italia, che per bocca (e volontà) del ras locale Gaetano Nastri rivendica la primazia nella scelta, forte dei numeri e del peso acquisito negli ultimi anni. FdI ha proposto due sindaci. Lido Beltrame, primo cittadino di Recetto, amministratore giovane e ambizioso, che però non gode di grande simpatia tra gli alleati. In molti lo definiscono “arrogante”, “divisivo” e con poco appeal sul fronte del voto ponderato che conterà il 14 settembre. Marco Caccia, sindaco di Romentino, profilo opposto: uomo di esperienza, ex democristiano, moderato e rassicurante. Un nome che piace di più sia alla Lega sia a Forza Italia perché in grado di garantire equilibrio e tenere insieme le diverse anime del centrodestra.

Il borsino

Oggi i giochi sembrano indirizzati: Caccia è in netto vantaggio. È lui il candidato che meglio risponde all’esigenza di FdI di esprimere il presidente e alla necessità di evitare spaccature con gli alleati. Il nome di Beltrame resta in campo più come segnale della voglia di rinnovamento che come reale opzione vincente. Bossi, dopo il passo avanti irrituale, appare ormai fuori dai radar principali.

La Lega, dal canto suo, si prepara ad acconsentire sulla figura di Caccia, magari in cambio di garanzie sulle prossime partite amministrative, a partire dalle Comunali di Novara nel 2026. Per ora Forza Italia resta alla finestra, consapevole del ruolo marginale ma pronta a spendere il suo residuo peso quando servirà a capitalizzare in termini di posti.

Dopo un periodo di tensioni, i rapporti tra Nastri e i vertici della Lega locale — il sindaco di Novara Alessandro Canelli e il segretario provinciale Massimo Giordano — sono tornati buoni. A favorire questo cambio di clima ha contribuito anche l’uscita di scena a Novara e il ridimensionamento nella giunta regionale di Marina Chiarelli, ex vicesindaca meloniana che, secondo molti, alimentava divisioni e seminava zizzania tra gli esponenti del centrodestra.

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