Cassa(forte) dei medici e del sindacato. Enpam, plebiscito per il re Mida Oliveti
Stefano Rizzi 14:10 Lunedì 30 Giugno 2025Un patrimonio di oltre 28 miliardi. Riconfermato alla presidenza l'ex sindacalista alla guida dal 2012. Al suo fianco arriva Scotti, numero uno della Fimmg, agguerrita contro la riforma Schillaci. Se i medici di famiglia passassero alle Asl la cassa dimezzerebbe le entrate
L’Enpam è un regno e Alberto Oliveti il suo re Mida. L’ex sindacalista della Fimmg è nuovamente succeduto a sé stesso nella guida della straricca cassa di previdenza dei medici che tiene saldamente in mano dal 2012. Praticamente un plebiscito quel 95% dei voti espressi dall’assemblea nazionale della fondazione, robustissimo e muscolare braccio finanziario del principale sindacato dei medici di famiglia da cui non solo proviene presidente, ma che esprime pure il suo vice proprio nell’attuale segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti.
Finanza e mattone
L’altro numero due di Oliveti è il dentista Luigi Mario Daleffe, già presidente di Enpam Real Estate srl, uno degli innumerevoli rami d’azienda di quel Fort Knox dei camici bianchi impegnato a investire e far rendere l’enorme patrimonio frutto delle quote versate dai medici.
Gli ultimi dati raffigurano un patrimonio che supera i 28 miliardi, a fronte di oltre mezzo milioni di iscritti incominciando con i laureandi e finendo con i pensionati, diversificato su molteplici fronti in Italia e all’estero. Il 37,7 del tesoro di Enpam è investito in titoli di debito, il 12,3 in titoli di capitale, il 47% in fondi di investimento e lo 0,8 in polizze assicurative e l1,3% del patrimonio attiene ai depositi. Investimenti non sono soltanto in Italia, dove resta solo il 47%, mentre il 15% è distribuito in Europa e ben il 23,9% negli Stati Uniti, con il restante 14,7% in altri Paesi.
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La floridissima cassa detiene circa pure il 5% di Banca d’Italia e la diversificazione degli investimenti dell’enorme patrimonio contempla inoltre 2,1 miliardi in azioni quotate in Italia, e la presenza spesso notevole nell’azionariato delle principali banche. In Intesa Sanpaolo ha lo 0,72%, l’1,99 in Bpm, l’1% in Mediobanca, 0,5% in Monte dei Paschi, 0,01% nella Popolare di Sondrio el’1% in Nexi. Oltre alle banche la cassa dei medici ha quote in Poste, Enel, Eni, Enav. Non certo tralasciato il settore immobiliare che vale circa 5 miliardi e annovera pure il prestigioso immobile della Rinascente di Milano. Recente è l’acquisizione, attraverso il fondo Esculapio, di dieci immobili che ospitano altrettante strutture sanitarie del Gruppo Maugeri, uno dei più grandi della sanità privata. Tra questi c’è anche la clinica di Torino di via Santa Giulia, nota come ex Presidio Major.
Avviso a Schillaci
Una gallina dalle uova d’oro che potrebbe rischiare di non scodellarle più. Nel caso in cui la riforma indicata dal ministro della Salute Orazio Schillaci passasse dalle parole ai fatti con il trasferimento dei medici di famiglia, oggi liberi professionisti in convenzione, alle dipendenze del servizio sanitario pubblico, l’Enpam perderebbe circa il 40% delle entrate contributive che valgono non meno di 1,8 miliardi l’anno su un totale di 3,7. In questo più che in altre ragioni a partire dal rapporto medico-paziente, sembra stare il motivo vero e più pesante della lotta senza quartiere ingaggiata dalla Fimmg contro la riforma del ministro.
“Se i medici di famiglia passano alle dipendenze, l’Enpam fallisce”, aveva avvertito già mesi fa Oliveti. Un timore, ma anche un avvertimento indirizzato al dicastero di Lungotevere Ripa. E pure una sorta di obiettivo, quello del contrasto al passaggio dei medici di famiglia a libero paga delle Asl, che gli è valso il risultato bulgaro per la riconferma. Perché Esculapio non è solo uno dei tanti fondi in cui si muove l’attività finanziaria della cassa, ma anche il titolo di quella marcia che accompagna Alberto Sordi e il codazzo di camici bianchi nel medico della mutua.