Turismo, a Torino nel 2025 cresce l'occupazione alberghiera

Cresce l’occupazione alberghiera nella prima metà del 2025, anche se solo per pochi punti percentuale. L’occupazione media dei primi 180 giorni arriva dunque al 70% e viene consolidato il trend. È quanto emerge dai dati raccolti da Federalberghi Torino che sono stati presentati nel corso dell'annuale assemblea degli associati, dedicata quest'anno al tema della formazione e del lavoro. Torino consolida e rafforza così il proprio posizionamento sul mercato nazionale e internazionale del turismo, dando seguito all'exploit registrato nel 2023.

La criticità denunciata è legata alla carenza di profili professionali qualificati e da un mismatch tra domanda e offerta. In assenza di un'inversione di tendenza, tra il 2025 e il 2030, potrebbero mancare all'appello circa 5.000 dipendenti.

Il 2025 si è aperto con un gennaio migliore rispetto allo stesso mese del 2024 (+ 5% ca.), proseguendo poi con i mesi di febbraio e marzo in sostanziale pareggio mentre aprile ha fatto registrare un leggero calo, principalmente dovuto alla presenza dei tanti ponti festivi ravvicinati che hanno indotto i viaggiatori a scegliere l'uno o l'altro e, soprattutto, hanno frenato il turismo business infrasettimanale. Positivo anche il dato di maggio che supera il maggio 2024 anche se di poco (+ 2% ca.) e numeri incoraggianti anche per giugno che si avvia a chiudere con saldo positivo di qualche punto percentuale.

“Il turismo a Torino si conferma un asset strategico per lo sviluppo della città ea questo proposito, vista la crescita complessiva e l'incremento dei turisti stranieri abbiamo sottoposto agli enti locali una serie di modifiche normative di semplificazione per facilitare gli investimenti e migliorare i servizi al pubblico”, dichiara Fabio Borio , presidente di Federalberghi Torino, “fermo restando che un salto di qualità ulteriore potrebbe essere garantito soltanto dotando la città di un centro congressi all'avanguardia e con l'ammodernamento del polo fieristico. Torino sconta ancora i problemi strutturali del Paese e continua a essere penalizzato dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro, i clienti sono sempre più informati ed esigenti e contestualmente cresce la necessità di poter contare su profili professionali qualificati che possono elevare la qualità del servizio offerto, dei quali però non disponiamo”.

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