"Peggio di Tavares non può fare". Filosa unisce Salvini e Landini
Gioele Urso 16:11 Martedì 01 Luglio 2025Per una volta il leader della Lega e il segretario della Cgil sembrano essere d'accordo. E questo vuol dire che Stellantis magari ha fatto la scelta giusta. Entrambi guardano alle scelte industriali che verranno fatte dal gruppo guidato da Elkann, ma la diffidenza sembra prevalere
Non si tratta di un giudizio lusinghiero, ma non è neppure una vera e propria bocciatura. Almeno per il momento. Piuttosto un prendere tempo per poter misurare la controparte “senza pregiudizio”. Matteo Salvini, il ministro dei trasporti, e Maurizio Landini, il segretario generale della Cgil, per una volta sembrano essere accomunati da una cosa, ovvero dalla diffidenza mostrata nei confronti di Antonio Filosa, il nuovo Ceo di Stellantis. Una convergenza di opinioni talmente sospetta da autorizzare a pensare che magari stavolta il gruppo guidato da John Elkann potrebbe aver fatto una buona mossa scegliendo il manager napoletano, discepolo di Sergio Marchionne.
“Peggio di Tavares non può fare”
Le parole più eloquenti arrivano da Salvini, a Milano per la consegna dei lavori alla Caserma Montello. Una battuta, poche parole, giusto quelle che bastano per svelare lo scetticismo (e un atavico rancore) covato nei confronti di Stellantis e del suo nuovo numero uno. “Ci vuole poco per fare meglio di Tavares”, ha risposto il leader della Lega ai cronisti, “Ci vuole veramente poco, fare peggio è difficile”. Poi, per non lasciare nulla di sospeso, Salvini ha smosso addirittura una sua grande passione, quella per il Milan, accostando Tavares a Paulo Fonseca, l’allenatore che ha guidato in modo fallimentare i rossoneri fino allo scorso dicembre: “Ci vuole poco a far meglio di lui, è come far meglio di Fonseca”.
No pregiudizi, ma sono chiacchiere
Ha usato toni più morbidi, estremamente sindacali, ma per una volta Landini sembra essere allineato al giudizio di Salvini. Il leader della Cgil oggi era a Torino per partecipare all'assemblea del sindacato piemontese. Inutile dirlo, in quella che è stata la città della Fiat e che negli anni ha visto sfilare cortei dei metalmeccanici, non si poteva non parlare del nuovo corso di Stellantis.
“Filosa? Ancora non lo conosco”, ha spiegato Landini, “Mi sembrano però chiacchiere, anche perché di incontri non ne abbiamo fatti. Non voglio fare il processo alle intenzioni di nessuno, ma noi stiamo ancora aspettando che Palazzo Chigi convochi finalmente un tavolo dove ci sia l’azienda, il Governo e i sindacati”.
In ballo il futuro del sistema industriale del Paese: “C’è bisogno di fare quel che non è mai stato fatto: mettere tutti attorno allo stesso tavolo. Stiamo assistendo a un aumento della cassa integrazione. Siamo un paese che potenzialmente può produrre 2 milioni di automobili, ma siamo tornati ai livelli degli anni Cinquanta”.
Riconversione bellica, una sciocchezza
Poi la stoccata finale del leader della Cgil che non ha perso l’occasione per scagliarsi contro la decisione di investire nell’industria bellica: “Se la teoria è che si può riconvertire l’industria facendo le armi è un’altra sciocchezza, perché non solo non è vero, ma il rischio è che l’Italia diventi una succursale di chi ha più tecnologia di noi”.