CENTROSINISTRA

Sgambetti e ripicche tra Pd e M5s, l'opposizione è un campo minato

Tra la capogruppo dem e la collega pentastellata non sembra esserci un gran feeling, come dimostrano gli screzi su Finpiemonte e le discussioni in aula. La mancanza di una figura "testardamente unitaria" si fa sentire, e c'è chi è pronto ad approfittarne

Se la sua segretaria Elly Schlein è testardamente unitaria, lei, che sulla carta è la più schleiniana di tutte, sulle nomine ha preferito fare di testa sua, con buona pace del campo largo. Gianna Pentenero, capogruppo del Pd a Palazzo Lascaris e già candidata alla presidenza della Regione Piemonte, ha provato la spallata su Finpiemonte, ma il M5s e la sua capogruppo Sarah Disabato hanno reso la pariglia. Così “la bella tulera” del Chivassese è dovuta correre ai ripari con Visit Piemonte, chiedendo aiuto anche al presidente Alberto Cirio. Che ora preferirebbe non infastidire troppo bloccandogli la variazione di bilancio, in discussione in questi giorni in Consiglio: l’ostruzionismo se lo intestassero pure gli altri.

"Tocca a me". "No, a me"

Tutto nasce quando bisogna indicare i membri del consiglio d’amministrazione di Finpiemonte. All’opposizione ne spetta uno, ma sembra non esserci unità d’intenti tra le varie forze di minoranza, con il Movimento 5 Stelle che non intende mollare l’osso. I 5s l’avevano già indicato nella scorsa legislatura, facendo il nome di Marco Allegretti, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Asti: peccato che quest’ultimo venne accusato di violazione del codice etico e rimosso dal Cda dopo che era finito sotto indagine, inchiesta che però si è risolta in un nulla di fatto. È qui che si accende il dualismo tra Disabato e Pentenero, con la prima che rivendica la nomina, anche come “risarcimento” per l’ingiusto trattamento riservato ad Allegretti, ma la capogruppo dem non ci sta: l’avete nominato voi l’altra volta, adesso tocca a noi.

Così senza consultare le altre capogruppo delle opposizioni (oltre a Disabato, Alice Ravinale di Alleanza Verdi-Sinistra e Vittoria Nallo di Stati Uniti d’Europa), va direttamente dal presidente Cirio e fa il nome di Sergio Paganetto, manager informatico. Ma ha già perso in partenza: con i due membri indicati dalla maggioranza (Il presidente Michele Vietti e Gianfranco Imerito) di sesso maschile, bisognerebbe indicare una donna, cosa che fa la Disabato, proponendo la docente del Politecnico di Torino Luciana Restuccia, che si aggiudica la poltrona. Una vittoria che per Disabato vale doppio, considerato che il candidato del Pd sarebbe dovuto essere il suo arcinemico Francesco Casciano, ex sindaco di Collegno e suo concittadino, primo dei non eletti tra i dem in Consiglio regionale, mancando l’elezione per pochissimi voti.

Piano B

Pentenero però non ci sta, e chiede spiegazioni a Cirio, che con il suo savoir faire langhetto prova a rimettere tutto a posto: “Non ti preoccupare, ci rifacciamo con Visit Piemonte”. Peccato però che l’agenzia regionale di promozione turistica preveda solo tre membri del Cda, di cui uno espresso dalla Camera di Commercio, così gli altri spettano alla maggioranza. L’opposizione non ha quindi voce in capitolo, a meno che non si cambi lo statuto. Cosa che avviene, dopo che Unioncamere fa una richiesta un po’ particolare: aumentare da 3 a 5 i membri del Cda, senza toccare la propria rappresentanza. Un altruismo davverso singolare e un tantino sospetto. Chissà da chi sarà partita un’iniziativa simile.

Aggiungi un posto a tavola

Arriviamo così a giovedì scorso: la Regione recepisce la richiesta di Unioncamere e concede tre ore di tempo all’opposizione per indicare un proprio nome. La Pentenero non se lo fa ripetere due volte, e anche stavolta non si consulta con le altre leader di opposizione: un atteggiamento che ha fatto storcere il naso ad alcuni, anche all’interno dello stesso Pd. Anche perché i dem un nome “loro” da proporre non ce l’hanno: sapendo che Visit Piemonte era off limits per le opposizioni, nessuno dei loro protetti ha partecipato al bando, che non è stato riaperto al momento dell’allargamento del Cda. Così opta per Micol Caramello, già presidente di Federagit, l’associazione delle guide turistiche legata a Confesercenti, e membro della giunta della Camera di Commercio. Finpiemonte è vendicata, 1-1 e palla al centro. 

Campo (di battaglia) largo 

La disfida sulle nomine tra Pentenero e Disabato non può non ripercuotersi sull’attività in aula, dove le opposizioni sembrano procedere in ordine sparso: dopo che sul decreto Omnibus i 5s hanno giocato la parte dei consociativi, non votando contro il provvedimento, sulla variazione di bilancio sembrano essersi invertiti i ruoli: all’ostruzionismo sbandierato dai pentastellati, che hanno presentato 4 mila emendamenti, il Pd ha risposto presentandone solo 28. Cambiando gli addendi il risultato non cambia: tra la capogruppo dem e la collega dei 5 Stelle non sembra esserci un gran feeling, e manca in generale una figura in grado di mostrarsi “testardamente unitaria”, come vorrebbe la Schlein. E nel Pd c’è più di qualcuno che sarebbe pronto a riempire questo vuoto: il candidato naturale sarebbe Nadia Conticelli, presidente del Pd piemontese, ex capogruppo in Sala Rossa e figura di spicco dell’ala sinistra.

print_icon