"Inail, ma quanto ci costi?"
Dubbi Pd sui nuovi ospedali
Stefano Rizzi 07:00 Giovedì 03 Luglio 2025
Il piano della giunta Cirio per affidare all'istituto la costruzione di quasi tutti i nosocomi del Piemonte non convince l'opposizione. Valle: "Analisi costi-benefici e chiarezza sui canoni". Manca un piano alternativo. Raffica di interrogazioni a Riboldi oggi in aula
Si fa presto a dire Inail. L’acronimo magico dell’istituto pronto ad aprire le sue pingui casse consentendo al Piemonte, come ad altre Regioni, di costruire nuovi ospedali non ammalia il Partito Democratico. Più precisamente, a non convincere del tutto la principale forza d’opposizione alla giunta di Alberto Cirio sono le spiegazioni che questa, col verbo dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi, ha fino ad ora fornito sul sistema, basato sull’intervento dell’Inail, scelto per dare alla regione le nuove strutture ospedaliere di cui da tempo ha bisogno.
Piano di sostenibilità
“La giunta non ha ancora presentato un piano di sostenibilità economica degli interventi di edilizia sanitaria che ha in programma, penso che occorra una “due diligence” complessiva e su ciascun intervento”. Spina nel fianco sinistro e grillo parlante sulla spalla destra dell’assessore, il consigliere dem Daniele Valle impila una sull’altra le interrogazioni, pronto a presentarle questo pomeriggio in aula non appena Riboldi si paleserà per riferire sulla sua materia e, in particolare, sull’edilizia sanitaria. Ne ha preparate una per ciascuno dei futuri nosocomi che il governo regionale ha deciso di far costruire all’Inail – Maria Vittoria, Ivrea, Asl To 5, Savigliano, Cuneo, Vercelli, Alessandria – cui poi pagare un canone di affitto e, magari, l’eventuale riscatto finale per ottenerne la proprietà.
“Se qualcuno si prenderà la responsabilità di dire che tutte queste operazioni non comporteranno nuovi oneri, con i risparmi che finanzieranno le opere, ben venga. Sarò lieto di congratularmi con la giunta per l’ottimo lavoro. Se non sarà così – avverte l’esponente del Pd, ormai una sorta di assessore ombra della Sanità - dobbiamo sapere quanto peseranno sui conti nei prossimi anni. Quanti servizi si dovranno tagliare per pagare questi interventi? Possiamo davvero lasciare una Regione coperta di cambiali per i prossimi vent’anni?”.
Incognita Cuneo e Alessandria
I prossimi mesi, nel frattempo, passeranno in attesa del pronunciamento del Tar sul ricorso del Gruppo Inc della famiglia Dogliani contro la decisione della Regione di non proseguire con il partenariato pubblico privato, preferendo l’Inail. E già questo è un aspetto della complessa vicenda dove la decisione di affidare all’istituto l’edilizia sanitaria piemontese (eccetto per il Parco della Salute) si mostra con forza. Tanto da dare per scontata la costruzione, sempre con lo stesso sistema, pure del futuro ospedale di Alessandria per il quale sul tavolo resta anche una proposta di partenariato, a quanto risulta, non ancora ufficialmente rifiutata.
Il peso del canone
Si fa presto a dire Inail, ma tra gli interrogativi e le eventuali variabili su cui non solo il Pd pone l’attenzione c’è anche quella, apparentemente banale, dell’esito delle procedure che dovrebbero portare, dopo un iter non proprio rapido né semplice, l’istituto ad approvare il singolo progetto e dar corso alla costruzione dell’ospedale. Riboldi ha ottenuto la piena disponibilità da parte dell’Inail e questo è un punto indiscutibilmente importante, ma di partenza. La strada è quasi ancora tutta da fare.
Un piano B
Legittima, quindi, la domanda che Valle pone a Riboldi su “quali siano le alternative, se il piano Inail andasse sempre in porto o, ancor più, se non fosse sostenibile?”. Il piddino azzarda risposte. “La prima è molto semplice: la giunta può contare su un Governo amico, ci sono ministri piemontesi, lo stesso Cirio ricopre un ruolo di rilievo nel suo partito, il Piemonte ha una vera e propria emergenza in campo di edilizia sanitaria, ha tutti gli argomenti per chiedere risorse fresche e straordinarie e può farlo presentandosi una volta tanto in maniera compatta, superando le divisioni politiche. Il presidente Cirio lanci un appello alla condivisione e sono sicuro ci sarà una buona risposta”.
Altra possibilità: “Bisogna scegliere. Stiamo parlando di due partenariati, 8 strutture da finanziare con Inail e due, Domodossola e Verbania, con i fondi ex art. 20. Non sono tutti urgenti allo stesso modo e la politica responsabile è quella che sa prendersi le proprie responsabilità, sa dire quali interventi sono più urgenti di altri, quali più sostenibili di altri”.
Un pugno di mosche?
Parole pesanti, più facili da pronunciare quando si sta all’opposizione che non quando si governa, ma neppur lontanamente quanto lo sia l’ipotesi che lo stesso Valle fa come scenario che prospetta come rischio, insomma dopo aver presentato quella dell’Inail come la soluzione per i nuovi ospedali, “non vorremmo trovarci con un pugno di mosche in mano”. Per questo, spiegano i dem, ai conti e ai progetti loro vogliono fare le pulci.