Grande ressa al centro, tra civici dispersi e reduci Dc
Davide Depascale 07:00 Venerdì 04 Luglio 2025Tra le decine di sigle, associazioni, liste impegnate a conquistare un po' di spazio giunge ultima quella dell'ex parlamentare piemontese Merlo. Una confusione nella quale sguazza come un pescecane Renzi. A Torino si guarda a ciò che capita a Roma, facendo gli scongiuri
E anche Merlo volò sul nido del cuculo. Quel rifugio che fu della Democrazia cristiana, brulicante di leaderini in cerca di quel “centro” che come la Titina tutti lo invocano e nessuno lo trova. L’altro giorno è stato il turno di Scelta Cristiano Popolare, presentato a Montecitorio e che vede tra i suoi promotori l’ex parlamentare piemontese Giorgio Merlo. Tra gli obiettivi della nuova formazione c’è quello di “rafforzare la politica di centro e il progetto politico di un centro riformista e dinamico”. Un obiettivo ambizioso, visto che al momento tra partiti, movimenti e associazioni che guardano al centro, a livello nazionale e locale, regna il caos più totale. In tanti sognano la rinascita della grande balena bianca, ma per ora ci sono solo tanti pesciolini.
La galassia centrista
Tra i partiti che guardano al centro, il più grande è sicuramente Forza Italia, che con la leadership di Antonio Tajani si è accreditato come il volto moderato del governo Meloni, espandendo il perimetro di una coalizione altrimenti troppo spostata a destra. Stesso obiettivo di Noi Moderati, la “quarta gamba” del centrodestra guidata da Maurizio Lupi. Sempre in orbita centrodestra troviamo la storica Udc, guidata da Lorenzo Cesa, la nuova Dc di Gianfranco Rotondi, oggi molto vicino alla premier Meloni, e Coraggio Italia, il partito del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. C’è poi l’ex “Terzo Polo”, con da una parte Azione di Carlo Calenda e dall’altra Italia Viva di Matteo Renzi, le cui strade si sono divise non solo per incompatibilità caratteriale: se il primo infatti porta avanti la missione originaria di creare uno schieramento alternativo ed equidistante tra destra e sinistra, l’ex premier ha avviato un progressivo riavvicinamento al Partito democratico e alla sua segretaria Elly Schlein, rientrando di fatto nel centrosinistra.
Una mossa che non è piaciuta al deputato Luigi Marattin, che ha lasciato Iv e a marzo ha dato vita a Libdem, che a sua volta raccoglie altre sigle di orientamento liberale (Nos, Orizzonti Liberali e Liberalforum). Così come liberale e liberista è il Movimento Drin Drin, fondato meno di un anno fa dall’economista Michele Boldrin e l’imprenditore Alberto Forchielli. Hanno una storia decisamente più lunga i Radicali Italiani, oggi guidati dal giovane Matteo Hallyssey, e proprio dai radicali viene Riccardo Magi, il leader di +Europa, che è ormai organico al centrosinistra e appare poco interessato a riunirsi al centro.
Fare centro è da sempre l’obiettivo di Clemente Mastella, che insieme a sua moglie Sandra Lonardo (con cui in questi giorni festeggia i 50 anni di matrimonio) ha dato vita a Noi di Centro, di cui Giorgio Merlo è stato anche presidente. Come l’area liberale, anche lo spazio dei cattolici è affollato: oltre alla formazione di Mastella troviamo infatti i Cattolici democratici dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, il Centro Democratico del veterano Bruno Tabacci, Rete Civica e Solidale dell’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, eletto all’europarlamento con il Pd e che riunisce anche DemoS di Paolo Ciani, vicecapogruppo del Partito Democratico alla Camera e che ha anche un rappresentante a Torino: la consigliera comunale Elena Apollonio.
Se i liberali sono più orientati a creare un’alternativa ai due poli, i cattolici si dividono tra di essi. Guarda al centrosinistra anche la Tenda Riformista dell’assessore del Comune di Roma Alessandro Onorato, che si propone l’obiettivo di federare le varie realtà civiche sparse sul territorio nazionale. Se in tanti sognano la rinascita della Democrazia Cristiana, tanti altri pensano a un revival della Margherita, come Mastella e soprattutto Renzi, che in un'intervista di qualche giorno fa ha parlato dello spostamento a sinistra del Pd schleiniano come di un'occasione da cogliere per ampliare il perimetro della coalizione, riproducendo lo schema precedente alla nascita del Partito Democratico nel 2007, con una coalizione ampia (prima "L'Ulivo" e poi "L'Unione") retta da due forze politiche principali: una progressista e di derivazione postcomunista (i Ds) e una moderata di estrazione cattolico-popolare: La Margherita, appunto. Uno schema che potrebbe riproporsi a venti anni di distanza.
Piemonte al centro
Se lo scenario nazionale è frammentato, quello piemontese non è da meno: anche qui le sigle civiche e moderate continuano a moltiplicarsi. Solo negli ultimi mesi abbiamo assistito alla nascita di Alleanza per Torino, la lista civica guidata dall’economista Pietro Garibaldi per tirare la volata alla rielezione del sindaco Stefano Lo Russo; Alleanza per il Piemonte, guidata da Pino De Michele, invece spinge per la candidatura alla Regione della sindaca di Settimo Elena Piastra, mentre Civici al Centro, guidata dall’assessore al commercio Paolo Chiavarino, vuole farsi spazio come realtà popolare all’interno del centrosinistra.
Ci sono poi sempre i Moderati di Mimmo Portas, che si definisce orgogliosamente “un politico, non un civico” e non sembra interessato ad aderire a nessuna di queste liste, e poche settimane fa ha lanciato un patto di collaborazione con Azione e la sua segretaria regionale Daniela Ruffino, che dovrebbe portare a una lista unica in vista del 2027. Il condizionale è d'obbligo, visto che le mosse a livello locale non potranno non risentire delle scelte nazionali. Motivo per cui Alleanza per Torino, che nelle intenzioni di Lo Russo (che è anche il coordinatore dei sindaci dem) nasceva proprio con l'obiettivo di creare l'embrione per un listone civico nazionale, è ancora praticamente ferma, limitandosi a organizzare convegni, agendo più da think tank che da contenitore politico. A due anni dal voto le incognite sono ancora tante: dovesse rinascere la Margherita a Roma, difficilmente non la vedremo sulla scheda a Torino.
Il fischio del Merlo
Scelta Cristiano Popolare si inserisce quindi in un contesto che definire caotico è usare un eufemismo, come testimonia lo stesso promotore Giorgio Merlo, che dopo aver lasciato il Partito democratico nel 2017 (e aver militato in precedenza nella Dc, nel Ppi e nella Margherita) ha fatto un bel giro nella galassia centrista: nel 2021 aderisce a Noi di Centro di Mastella, di cui diventa presidente, ma l’anno dopo lascia per candidarsi in parlamento con il Terzo Polo, senza essere eletto. Così aderisce a Popolari in Rete, la formazione di Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco, che pochi mesi dopo confluirà nell’associazione Base Popolare. Adesso un nuovo giro e una nuova sigla. Sempre con l’obiettivo di unire al centro, che però si è ridotto ormai alla scissione dell’atomo.