GLORIE NOSTRANE

Ora sì che i rider stanno freschi, Gribaudo ripesca la legge Griseri

La "smemorata" di Borgo San Dalmazzo dopo aver dormito per 6 mesi si ricorda del testo depositato alla Camera. Le condizioni di lavoro dei fattorini "ci stanno a cuore da ben prima che arrivasse il caldo estivo". La presentazione martedì a Torino

Oh, ma guarda un po’. La legge Griseri-Prisco, quella che sembrava dimenticata in qualche angolo oscuro di Montecitorio, è tornata in auge. E chi è che, come per miracolo, ha ritrovato la memoria? Proprio lei, Chiara Gribaudo, la vicepresidente nazionale del Pd, che dopo il nostro recente pizzicotto ha deciso di rispolverare la sua proposta di legge per i rider. Coincidenza? Macché, diciamo che un pungolo a volte fa meraviglie.

Qualche giorno fa, vi ricorderete, avevamo messo il dito nella piaga: la “legge Griseri”, sbandierata ai quattro venti come baluardo dei diritti dei rider, sembrava finita sul classico binario morto delle buone intenzioni senza seguito, abbandonata al suo destino dopo il clamore iniziale, perché la proponente non aveva neppure inoltrato le bozze corrette, come da prassi parlamentare per dare l’avvio all’iter. Ma, sorpresa delle sorprese, ecco che la “smemorata” di Borgo San Dalmazzo si riscuote dal torpore e annuncia urbi et orbi che la proposta, depositata a dicembre 2024, è pronta a essere riesumata. Miracoli del caldo estivo o, più probabilmente, del nostro articolo che ha fatto arrossire qualcuno?

“Quello delle condizioni di lavoro dei rider è un tema che ci sta a cuore da ben prima che arrivasse il caldo estivo. La proposta di legge Griseri-Prisco è depositata da dicembre 2024, ora siamo in attesa che venga calendarizzata. Proprio per smuovere le acque abbiamo deciso di promuoverla sui vari territori, in particolare nelle strutture che hanno scelto di mettere a disposizione i propri spazi per i rider. Si inizia martedì a Torino, città natale del giornalista Paolo Griseri che con i suoi articoli ha molte volte sottolineato le necessità del settore”. Così ha dichiarato oggi Gribaudo, improvvisamente sollecita, come se il nostro richiamo le avesse acceso una lampadina.

Parole sante, onorevole. Peccato che ci siano voluti sei mesi e una nostra tirata d’orecchie per ricordarsi di questa battaglia “che sta a cuore”. Ma tant’è, meglio tardi che mai. E così la legge che giaceva da mesi nei cassetti di Montecitorio verrà presentata in pompa magna l’8 luglio a Torino. L’appuntamento è fissato alle 11 al Circolo Risorgimento. Al fianco della deputata cuneese ci saranno il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il presidente della sezione locale dell’Arci Daniele Mandarano e rappresentanti dei sindacati di categoria. Una passerella ben organizzata, con tanto di parterre istituzionale e associativo, per rilanciare un testo che – parole della stessa Gribaudo – “vuole includere i rider sia dipendenti sia autonomi o parasubordinati tra i destinatari degli ammortizzatori per gli eventi climatici estremi, siano essi le piogge torrenziali o le ondate di calore”.

Che sia la volta buona per passare dalle chiacchiere ai fatti? “Le ordinanze di questi giorni sono un primo passo ma non sufficienti: servono risposte strutturate e non emergenziali, perché il cambiamento climatico è un dato di fatto che puntualmente si ripresenta ogni anno. Non possiamo più permetterci di arrivare impreparati giocando con le vite di chi lavora”. Parole condivisibili, che però suonano come un’ammissione di colpevole ritardo. E forse, senza il nostro articolo, la legge Griseri sarebbe rimasta ancora un po’ sepolta sotto la polvere dell’indifferenza parlamentare.

Insomma, cara Gribaudo, ben ritrovata. Speriamo che questo risveglio non sia solo un fuoco di paglia e che la legge Griseri-Prisco non torni a prendere polvere in qualche cassetto. I rider, quelli che sfrecciano sotto il sole cocente o la pioggia battente, meritano qualcosa di più di una promessa elettorale rispolverata all’ultimo minuto. Martedì a Torino si accenderanno i riflettori: vediamo se sarà un vero debutto o l’ennesima passerella. Noi, come sempre, stiamo a guardare. E a pungolare, se serve.