LA RESA DEI CONTI

Blitz d'estate di Cirio sull'Irpef (con l'opposizione in spiaggia)

Il centrodestra prepara la manovra che colpirà il ceto medio. Necessaria per non far perdere al Piemonte circa 140 milioni. Termine ultimo il 2027, ma la maggioranza vuole tenere il salasso lontano dalle elezioni. La norma forse già tra fine luglio e inizio agosto

Sotto l’ombrellone e sul groppone. Una gran parte dei piemontesi se la ritroverà così la nuova addizionale Irpef regionale. Pronta ad essere adottata dalla giunta di Alberto Cirio quando la politica è a un passo dalle infradito ai piedi e mojito in mano, con una provvidenziale tregua agostana che non permetterà alle opposizioni neppure di incominciare un’eventuale battaglia.

Gli effetti di questa manovra i contribuenti li sentiranno nel 2027 quando pagheranno il dovuto in base ai redditi del prossimo anno su cui peserà un rincaro che non s’annuncia né leggero, nè distribuito su tutte la fasce di popolazione.

Giramento di scaglioni

Come già anticipato mesi addietro dallo Spiffero, prima o poi, la manovra il Piemonte avrebbe dovuto farla. In caso contrario tra un paio d’anni quando tutte le Regioni dovranno uniformarsi allo Stato tornando a tre scaglioni di reddito rispetto agli attuali quattro, il Piemonte vedrebbe volatilizzarsi un sacco di milioni che nelle stime della scorsa primavera erano attorno ai 90 e adesso, dopo ulteriori studi, simulazioni e scenari su cui la politica dovrà fare le sue scelte, si aggirano attorno ai 140. Una montagna di denaro che non entrerebbe nelle casse regionali nel caso in cui la Regione arrivasse alla fine del 2027 senza aver agito, lasciando allo Stato l’applicazione dei nuovi scaglioni. Il termine utile per la manovra, com’è evidente, non ha tempi troppo stretti, ma quelli tecnici non sono quelli della politica e aumentare l’addizionale quando le elezioni sono più vicine comporta un rischio che nessuno, dal governatore in giù, nell’attuale maggioranza vuole correre. 

Ecco perché sembra ben più che probabile la data del 31 luglio per una sorta di blitz, con biglietto delle vacanze già in tasca, per alleggerire quelle dei piemontesi, con quella lunga parentesi agostana senza sedute del consiglio regionale fino a settembre a garantire calma piatta o quasi.

Salasso per il ceto medio

Sull’entità degli aumenti è ancora tutto da vedere, o meglio da decidere anche se già si sa che ci si dovrà muovere all’interno di perimetri piuttosto rigidi. Così com’è noto che a subire il peso maggiore, se non totale, della manovra sarà il ceto medio e medio basso che poi corrisponde alla stragrande maggioranza dei contribuenti piemontesi. 

Per la fascia fino a 15mila euro di reddito l’aumento non può essere superiore allo 0,11 dell’aliquota base portando nel caso l’attuale 1,62% al massimo a 1,73. I contribuenti con reddito da 15mila a 28mila euro che hanno l’addizionale attualmente a 2,13 potrebbero vedersela aumentare fino a 3,33. Insieme a questa parte di piemontesi che sarà la più tartassata dalla manovra c’è anche lo scaglione successivo, ovvero quello da 28mila a 50mila euro attualmente a 2,75 che può essere aumentato fino a 3,33. Non c’è spazio per ulteriori aumenti per l’ultimo scaglione, quello sopra ai 50mila euro, già al massimo possibile.

Su dove incidere è evidente, visto che sono i due scaglioni mediani a offrire possibilità per la manovra. Resta da vedere quanto e con quali differenze la Regione deciderà di aumentare l’addizionale colpendo inevitabilmente la platea più vasta dei contribuenti piemontesi. Se pare da escludere che si decida come fatto già da alcune Regioni di adeguare fin d’ora il numero degli scaglioni a quelli nazionali, il rialzo dell’addizionale potrebbe portare con sé la destinazione di queste maggiori entrate. 

Destinazione Sanità

Pur di colore politico opposto è probabile che il Piemonte segua il modello dell’Emilia-Romagna dove alla scelta di ritoccare l’Irpef a scaglioni vigenti è stata accompagnata dalla destinazione di quelle maggiori somme alla sanità regionale. Non solo il sistema sanitario piemontese ha estremo bisogno di ingenti risorse oggi e nei prossimi anni, ma spiegare ai cittadini che quel salasso, perlomeno, finirà (si spera) a migliorare la loro salute potrebbe essere un comprensibile tentativo di indorare la pillola. Preparata mentre i piemontesi pensano, chi può, alle vacanze, e l'opposizione è già spiaggiata. Con l’avvertenza di somministrarla lontano, non dai pasti, ma dalle elezioni.

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